Si chiude la stagione degli Ato: ecco come cambia il sistema siciliano dei rifiuti

Si chiude la stagione degli Ato: ecco come cambia il sistema siciliano dei rifiuti

Si chiude la stagione degli Ato: ecco come cambia il sistema siciliano dei rifiuti

giovedì 25 Marzo 2010 - 09:40

Ieri l’approvazione all’Ars degli ultimi articoli del ddl, oggi il voto finale. Lombardo: «Daremo respiro ad un settore in evidente difficoltà»

Raffaele Lombardo incassa un’altra vittoria. Dopo il “successo” del Piano Casa, il presidente della Regione che tanto ama le “geometrie variabili” raccoglie i risultati della sua politica e porta a casa il sì dell’Ars alla nuova legge sui Rifiuti. Ieri l’assemblea ha approvato gli ultimi articoli del tortuoso ddl e oggi esprimerà il voto finale. Un voto a suo modo storico, in quanto chiude definitivamente la stagione degli Ato, che in questi anni hanno accumulato debiti per più di 1 miliardo di euro. Lombardo non può che esprimere «grande soddisfazione per l’approvazione di una legge che rivoluzionerà il sistema dei rifiuti in Sicilia, dando respiro ad un settore in evidente difficoltà e garantendo equilibrio di bilancio e servizi resi alla collettività. Si tratta di una riforma che contiene i costi, riduce gli Ato a 9 più uno e pone le basi per dar vita ad un sistema virtuoso che punti sulla progressiva crescita della raccolta differenziata. E’ stato portato a termine un buon lavoro – conclude Lombardo – che ha consentito di dar vita ad una delle grandi riforme annunciate e sulle quali fa perno l’azione del Governo».

I DETTAGLI DELLA RIFORMA

Nel dettaglio, ecco come cambia il sistema siciliano dei rifiuti, con i punti più importanti del ddl: gli Ato non saranno più 27 ma vengono ridotti a 10 (uno per ciascuna delle nove Province più uno per le isole minori) e le società degli ambiti si chiameranno S.r.r. (società di regolamentazione del servizio di raccolta dei rifiuti), che saranno costituite in forma consortile da Comuni e Province che fanno parte dello stesso ambito territoriale; stabilita anche una maggiore autonomia per Province e Comuni in materia di gestione integrata dei rifiuti; viene istituito un piano regionale di gestione dei rifiuti che, tra l’altro, blocca definitivamente l’ipotesi termovalorizzatori, definisce i piani di bonifica delle aree inquinate e fissa nuovi obiettivi sui livelli di raccolta differenziata (gli obiettivi approvati sono del 20% entro il 2010, 40% entro il 2012 e 65% entro il 2015); si lavorerà a campagne di comunicazione per la promozione della raccolta differenziata da parte degli utenti; stabilito, inoltre, che gli Ato verranno commissariati nei casi di mancata istituzione delle autorità d’ambito, mancata adozione del piano d’ambito, mancata approvazione dei bilanci o mancato espletamento delle procedure per l’affidamento del servizio (periodo di commissariamento degli Ato che sarà di sei mesi, rinnovabili una volta soltanto); il ddl prevede che sia l’Urega (ufficio regionale per l’espletamento di gare per l’appalto di lavori pubblici) a supervisionare le attività delle S.r.r.; non potrà essere assunto nuovo personale peri prossimi tre anni, con garanzia di assunzione solo per i vincitori di concorso. Punto focale, nella fase di transizione dai 27 Ato alle dieci S.r.r., tutte le assunzioni fatte per chiamata diretta e senza concorso pubblico dopo il 2007 saranno ritenute nulle.

LE REAZIONI

Per Fabio Mancuso (Pdl), presidente della Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars, si tratta di «un modesto passo in avanti, che ci può far guardare a un nuovo modello di gestione integrata dei rifiuti. Spetterà ora al governo intervenire con una norma economico-finanziaria di forte impatto finanziario per un sostegno vero alla riforma e agli stessi sindaci per una gestione oculata nella organizzazione della riscossione e dei servizi». Soddisfatto Antonello Cracolici (Pd): «E’ una buona riforma, che taglia e innova. Finalmente si avvia un processo di risanamento e responsabilizzazione, necessario per invertire la rotta rispetto al disastro attuale». C’è chi polemizza sul no all’articolo 6, quello sui cosiddetti “Ato virtuosi”, che premiava le società nei cui territori si era raggiunto almeno il 15 per cento di differenziata. «L’atteggiamento dell’Aula è stato sconsiderato – afferma Concetta Rai del Pd – accantonando l’articolo sugli Ato virtuosi si determina la scomparsa di esperienze positive che in questi anni si erano distinte nel panorama disastroso della gestione dei rifiuti». Cateno De Luca, “esiliato” nei giorni scorsi dall’Mpa, si concentra su un altro aspetto: «Il Governo ha confermato la parziale copertura finanziaria al ddl, comunicando all’aula la previsione, nella prossima Finanziaria, di circa 500 milioni di euro a totale carico della Regione, per far fronte all’indebitamento accumulato dei 27 Ato, che ammonta a circa 1 miliardo e 300 milioni di euro. Sarà così evitato il dissesto finanziario a circa il 70 % dei Comuni siciliani».

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