Interrogative Mood: un libro destinato al successo

Interrogative Mood: un libro destinato al successo

Interrogative Mood: un libro destinato al successo

giovedì 24 Febbraio 2011 - 08:56

Padgett Powell, con una valanga di quesiti, affronta il Lettore a viso aperto

Per anni abbiamo sfogliato con curiosità Il Libro delle Risposte e in seguito tutte le sue stravaganti imitazioni, convinti che avessimo davvero bisogno di trovare delle soluzioni ai nostri quesiti, sia a quelli di caratura metafisica che a quelli banali. Ammetto di essere un fan de L’Originale Miscellanea di Ben Schott ma nonostante il libro sia intrigante, ho sempre avuto la sensazione che mancasse sempre qualcosa perché il quadro fosse completo ed esaustivo. Le risposte fornite erano totalmente casuali e gli aneddoti, seppur divertenti, talvolta si rivelano perfettamente inutili.

Il cerchio, invece, si chiude alla perfezione nel curioso romanzo (?) Interrogative Mood di Padgett Powell (Guanda editore, tr. it. di Giovanni Garbellini, pp. 137, €14,50). Un libro interamente fatto di domande rivolte in modo diretto, senza fronzoli e talvolta senza un apparente filo logico, al Lettore.

Un esempio è d’obbligo, perché come afferma Safran Foer, non si è mai visto un libro tanto originale: Le tue emozioni sono pure? I tuoi nervi flessibili? Che rapporto hai con le patate? Costantinopoli dovrebbe chiamarsi ancora così? Un cavallo senza nome ti rende più o meno nervoso di uno che il nome ce l’ha? Hai mal di testa? Perché gli alieni non vengono in nostro soccorso? Tra un meccanico e uno psicologo, secondo te, chi dovrebbe guadagnare di più all’ora? Ti è chiaro cosa intendo? Ti è chiaro perché ti faccio tutte queste domande?

Interrogative Mood è un libro spiazzante. L’approccio più comune è senza dubbio la curiosità. Ci sono quesiti davvero folli, bizzarri (Riesci ad immaginare che fortuna accumulerebbe chi riuscisse a creare un gattino che resta perennemente cucciolo?) e altri che fanno parte dei nostri dubbi quotidiani, persino domande intime cui cerchiamo di rispondere da un bel po’: E’ rimasto abbastanza tempo? C’è mai stato abbastanza tempo?. Certo, abituati a cercare le risposte nei libri, a sognare di vederle stampate a caratteri cubitali senza doverci sforzare a cercarle altrove, può subentrare persino un po’ di frustrazione dinnanzi a questa valanga di domande e qualcuno deciderà persino di interrompere la lettura.

Tuttavia, almeno per quanto mi riguarda, ho letto il libro di Powell rigo dopo rigo, con passione, cercando di rispondere a tutte le domande. E’ stata una lettura divertente, bizzarra e una volta giunto al menù per Einstein e all’ultima domanda, mi è dispiaciuto che fosse finito. Ma, in effetti, Interrogative Mood non è un classico romanzo tanto che potrebbe essere un mezzo di auto-analisi come un perfetto gioco di società.

E se la chiave della felicità stesse nel porgere la giusta domanda senza aver paura delle risposte?

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