Iniziativa nata per promuovere il consumo di prodotti sicuri, di qualità e rispettosi dell'ambiente
La Biodomenica il 9 ottobre sarà in tutte le piazze d’Italia. A Messina si anticipa ad oggi per farla coincidere con il mercato del biologico a piazza Casa Pia poiché organizzata da Legambiente, l’AIAB e la Coldiretti, ormai da 12 anni.
Nata per promuovere il consumo di prodotti sicuri, di qualità e rispettosi dell’ambiente, alla riscoperta delle tipicità del territorio e delle tradizioni italiane, non è solo un mercatino biologico domenicale, ma un luogo di incontro tra quanti hanno contribuito a rendere l’agricoltura biologica una realtà in crescita, capace di attrarre, ogni anno, nuovi estimatori alla ricerca di scelte eque e di consumi maggiormente “critici”. Ogni edizione pone un focus sul bio. Quest’anno si attenzionano il valore sociale, economico e ambientale. Con il tempo, la filosofia del biologico ha oltrepassato il confine della sola pratica agricola, divenendo sempre più uno stile di vita. L’’Ismea (organismo di certificazione) conferma che In Italia vi è una maggiore coscienza alimentare e il Sud contribuisce con il suo 52% di quota sul totale della produzione bio. La spesa bio è cresciuta dell’11,5% rispetto allo scorso anno, continuando il trend positivo del 2009. I consumatori sempre più attenti e responsabili acquistano preferibilmente pasta e pane con un +5%, frutta e ortaggi +8,5%, latte e derivati e uova +8% bio.
L’agricoltura biologica è sinonimo non solo di salubrità, gusto e qualità degli alimenti e certezza della provenienza, ma anche di legalità, equità e rispetto del lavoro contadino. Perché il biologico non è solo una tecnica di produzione che esclude l’uso di prodotti chimici, ma rappresenta un diverso modello di sviluppo fondato su valori altri rispetto alla massimizzazione del profitto e alla mercificazione del cibo, attento all’ambiente a 360 gradi.
A livello mondiale l’’agricoltura bio viene inserita nella lotta per contrastare i cambiamenti climatici, per la teoria della causa-effetto. L’evoluzione del nostro pianeta, infatti, dipende dall’equilibrio naturale tra il ciclo del carbonio e l’acqua e nell’agricoltura intensiva questo ciclo non è facilmente gestibile mentre l’agricoltura bio risponderebbe in toto alle necessità ambientali. Ad esempio l’infiltrazione di acqua del metodo bio, favorirebbero una resa migliore durante i periodi di siccità e la gestione delle erbacce, in termini strutturali e genetici, si risolverebbe utilizzandole quali fertilizzanti biologici, possedendo queste composti anti-cancro e caratteristiche ad alto potenziale farmaceutico.
Victoria Espaldon, professoressa e decano della School of Environmental Management, dell’Universita’ delle Filippine, partecipando al un seminario organizzato dal Bureau of Agricultural Research (BAR) a Los Baños (UPLB-SEM) nell’ambito della VI edizione del National Agriculture and Fisheries Technology Forum and Product Exhibition, si è appellata agli agricoltori e al mondo politico, affinchè venga inserire il rischio climatico nella pianificazione agricola. Problematiche di rilevanza mondiale, a cui Legambiente Messina cerca di dare un piccolo contributo con l’organizzazione della Biodomenica e del mercatino bioequosolidale mensile.
