L'assessora e presidente Srr soddisfatta per la sentenza del Tar ma amareggiata per il tempo perso
Il Tar ha annullato la bocciatura, da parte della Regione, del diniego alla richiesta di valutazione d’impatto ambientale per la realizzazione dell’impianto di trattamento dei rifiuti a Pace del Mela.
“Ecco come la burocrazia regionale uccide gli sforzi che i Comuni e le Srr stanno facendo per implementare la raccolta differenziata, non solo non realizzando gli impianti già finanziati (come la settima vasca di Bellolampo) ma bloccando pure le iniziative dei privati che sono a favore della differenziata”. È quanto afferma l’assessora alle Politiche Ambientali e presidente Srr Messina Area Metropolitana, Dafne Musolino.
“Sono dunque serviti due anni di giudizio per ottenere una risposta che, francamente, era scontata: la A2A ha diritto a richiedere la Via per realizzare l’impianto per il trattamento dell’umido e la Regione Siciliana, o meglio la Cts, ha sbagliato a rigettare la richiesta.
La vicenda assume una valenza paradossale se pensiamo che A2A ha presentato un progetto di riconversione dell’impianto già esistente a Pace del Mela, per la realizzazione di un impianto di trattamento dell’umido che è in grado di smaltire 75mila tonnellate l’anno, e mentre in Sicilia i Comuni vengono soffocati dai rifiuti che non possono essere smaltiti perché non ci sono impianti sufficienti, la Regione che fa? Rigetta la richiesta di Via al più grande gruppo industriale energetico.
Il Tar oggi non solo ha fatto giustizia dichiarando illegittimo il diniego opposto dalla Cts, ma ha anche ristabilito la verità dei fatti chiarendo che la nota che, all’epoca dei fatti, era stata predisposta dalla Srr Messina Area Metropolitana non era una nota di rigetto alla realizzazione dell’impianto, così finalmente smentendo la tesi regionale che aveva cercato di addossare la responsabilità del diniego all’Egato (Ente di governo dell’ambito territoriale) messinese.
Ancora più risibile, ed infatti è stata censurata dal Tar, è stata l’ulteriore motivazione adottata dal Cts, secondo la quale era stato dato parere negativo alla società A2A alla realizzazione dell’impianto perché la A2A non sarebbe stata titolare dei rifiuti… In sostanza la Regione aveva negato il permesso alla realizzazione dell’impianto perché sosteneva che ciò avrebbe potuto integrare il pericolo di un trasporto di rifiuti nel territorio della Regione.
Rifiuti da Milazzo a Trapani…
Verrebbe da ridere se la situazione non fosse, al contrario, così drammatica da avere già gettato numerosi sindaci sull’orlo della disperazione. In Sicilia il Dipartimento Regionale dell’Acqua e Dei Rifiuti dispone che i Comuni messinesi di Barcellona, Milazzo e Furnari debbano portare i loro rifiuti a Trapani, e poi si nega l’autorizzazione alla realizzazione di un impianto che si troverebbe nella stessa provincia di Messina. Altro che migrazione di rifiuti, altro che pianificazione territoriale. Siamo qui alla scellerata strategia di perpetrazione di un sistema di gestione dei rifiuti che continua ad alimentare solo alcuni impianti già esistenti, nonostante siano ormai al collasso, impedendo a chiunque voglia operare di realizzarne di nuovi.
… e da Messina a Modena
Data la carenza di impianti regionali, il Comune di Messina ha dovuto sostenere maggiori costi per lo smaltimento della frazione umida, che è arrivata a costare 250 euro a tonnellata rendendo necessario trasportare i rifiuti fino a Modena. Questo costo, sia in termini di tariffa, sia in termini di inquinamento ambientale per il trasporto dei rifiuti, sarebbe giusto che lo pagasse il governo regionale.
“Si impedisce la realizzazione di nuovi impianti”
Bloccando iniziative come quella di A2A non si permette l’abbassamento della tariffa che rappresenta uno degli aspetti positivi della raccolta differenziata in quanto i Comuni e le Srr sono costrette a portare la frazione umida dei rifiuti fuori dalla Regione Siciliana con costi altissimi che vanno a incidere sulla tariffa. La domanda finale, dunque, è d’obbligo: perché si impedisce – conclude l’assessora Musolino – la realizzazione dei nuovi impianti e si punta al trasporto dei rifiuti fuori Regione quando lo stesso Ministero dell’Ambiente ha chiarito al Governo Regionale che deve prevalere il principio di prossimità e gli impianti vanno ricercati e realizzati all’interno del territorio regionale?”.

Sei anni ( e ancora non è finita!) per una autorizzazione; venticinque anni per lo svincolo di Ritiro; 7 anni per la frana a Letojanni e poi si parla ancora del Ponte ( opera ben più complessa da realizzare)! Come diceva Toto’ :” ma mi faccia il piacere!”.
Le persone capaci trovano soluzioni, quelle con “meno capacità” cercano colpevoli
La signora in questione ha avuto un buon maestro, a cercare colpe altrui. Per quanto riguarda le capacità…meglio stendere un velo pietoso!
Anche questa sempre con le solite favolette di facciata; conclusione: nulla del nulla. Buona giornata.
A Messina non si finisce niente. Parole parole e poi il nulla. INTANTO LA CITTÀ STA FETENDO