La sezione di Catania ha discusso il ricorso presentato dai cittadini messinesi Gatto e Russo. Tre le richieste: annullamento, ballottaggio o riconteggio delle schede. Diverse le eccezioni di inammisibilità
Slitta alle 18 di questo pomeriggio il verdetto sul futuro di Palazzo Zanca. Nell’aula del Tar di Catania si è già discusso del ricorso elettorale presentato nell’agosto scorso da due cittadini, il trentaseienne Giuseppe Russo e l’ottantenne Giulia Gatto, e tra qualche ora si pronuncerà in merito. Sarebbero diverse le eccezioni di inammissibilità, per questo trapela ottimismo dai legali che rappresentano il sindaco e l’amministrazione, ma in questi casi è giusto attendere sempre l’ultima parola. In particolare le eccezioni riguarderebbero i tempi della notifica e del deposito del ricorso stesso, a quanto pare avvenuti oltre i termini.
Il ricorso, è bene ricordarlo, seguiva una tornata elettorale caratterizzata da assurdi rallentamenti e paradossali situazioni di caos e confusione. Tre le richieste avanzate dall’avvocato che rappresenta i due cittadini messinesi (con precise ma inconfessate simpatie politiche?), Anna Maria Lombardo dello studio legale catanese Lisfera: annullare le operazioni elettorali di giugno, in tutte le sezioni o, in via subordinata, nelle sezioni 4, 22, 26, 30, 32, 33, 38, 46, 61, 71, 76, 82, 113, 114, 115, 117, 123, 141, 148, 158, 162, 188, 194, 195, 205 e 207; oppure annullare l’atto di proclamazione alla carica di sindaco di Giuseppe Buzzanca, emesso dalla Sezione centrale il 19 giugno, nonché ogni atto presupposto, connesso e consequenziale, procedendo alla fissazione della data in cui si dovrà svolgere il ballottaggio tra i due candidati alla carica di sindaco che hanno riportato il maggior numero di voti; o infine, in via ancora più subordinata, disporre per il rinnovo del computo di tutte le schede dei candidati alla carica di sindaco delle sezioni di cui sopra.
Annullamento, dunque, ballottaggio o riconteggio. Nel primo caso si andrebbe nuovamente alle urne per eleggere sia il sindaco che il consiglio comunale, con commissariamento annesso. Nel secondo caso ci ritroveremmo, a più di otto mesi di distanza, di fronte ad un paradossale faccia a faccia tra Buzzanca e Genovese (anche qui, nel frattempo, un commissario farebbe le veci del sindaco, ricorso al Cga permettendo). Nel terzo e ultimo caso, invece, si dovrebbero attendere i lunghi tempi del riconteggio delle schede. Nessuna delle tre ipotesi può essere scartata a priori, anche se l’avvocato che ha presentato controricorso, il consigliere comunale del Gruppo Misto Pippo Trischitta, si dice alquanto perplesso sulle fondamenta di questo procedimento: «Anche con la prova di resistenza (ovvero assegnando a Genovese tutte le schede contestate dai ricorrenti, ndr) Buzzanca raggiungerebbe comunque il quorum».
In realtà i ricorrenti non la pensano così. «In 8 sezioni – si legge nel ricorso – i votanti rilevati sono stati 33 in più di quelli risultanti» mentre «in 18 sezioni i votanti rilevati sono stati 2.326 in meno di quelli risultanti». Si pensi che Buzzanca è sindaco di Messina per aver superato il quorum necessario di appena 1.398 voti. Dunque tutto è possibile, Palazzo Zanca si ritrova nell’assurda situazione di attendere, per la terza volta nelle ultime tre sindacatore, il giudizio di un tribunale amministrativo che deciderà sulle sue e sulle nostre sorti. L’ipotesi del terzo commissariamento consecutivo sembra paradossale e, al momento, lontana ma, come ormai dovremmo aver capito piuttosto bene, a Messina niente è impossibile.
