Politica

Amam, condomini morosi: gli amministratori rispondono a De Luca

Amam, morosi e condomini che non pagano l’acqua. Il neonato Comitato Amministratori Condominiali Messinesi interviene sulla questione morosità nel pagamento del consumo di acqua fornita dall’Amam.

L’acqua deve essere pagata


Premesso che “Amministratori Condominiali Messinesi” ritiene che la fornitura di acqua debba essere pagata da tutti indistintamente coloro che se ne servono, ma non condivide l’indiscriminata chiusura delle utenze condominiali morose così come minacciata.

No a strumentalizzazioni

“Questioni come questa non possono e non devono prestarsi come occasioni per attaccare né la categoria degli amministratori condominiali, né i professionisti che di quella categoria fanno parte.

Per questo il comitato esprime solidarietà nei confronti del collega oggetto di un gratuito attacco ad opera del Sindaco che tra decine di migliaia di utenze morose, cita solo ed esclusivamente il suo nome. Il sindaco di un Comune che si trova in stato di predissesto non deve avere chiaro il rapporto che intercorre tra l’ente gestore dell’acqua e i condomini”.

Il Comitato dunque spiega cosa accade con i condomini.

“Se un condominio è indebitato con l’Amam non necessariamente è perché l’amministratore ha distratto per fini personali i soldi che i condomini hanno versato, ed anzi spesso non è questa la ragione.

Amministratori professionisti

Gli amministratori condominiali sono di norma professionisti, che si sono formati attraverso studi e specializzazioni, e con decine di anni di esperienza. Pertanto, seppur con i dovuti distinguo, meritano certamente rispetto.

I motivi dei debiti

Le ragioni delle numerose esposizioni debitorie sono molteplici e variegate non ultima il malcostume radicato in molti di considerare i canoni condominiali come debiti secondari, posticipandone il loro pagamento. 

Se è vero che gli amministratori condominiali possono e devono attivarsi nel recupero dei crediti da parte dei condomini morosi, è altrettanto vero che le procedure di recupero giudiziario, prima, ed esecutivo, dopo, sono molto lunghe, per recuperare un credito occorrono mediamente 5 anni.

Rischio insolvenza

Alla lunghezza delle procedure si aggiunge anche il rischio di insolvenza dei condomini morosi, i quali spesso sono a loro volta indebitati con terzi, spesso banche, che normalmente sono garantite nelle procedure esecutive in quanto creditori privilegiati.

Il risultato quindi è che anche se il Condominio interviene nella procedura, spesso e volentieri non partecipa alla distribuzione del ricavato dalla vendita perché semplice creditore chirografario vanificando così ogni possibilità di recupero.

A quel punto, non resta che da fare una sola cosa, ossia i condomini puntuali nei pagamenti devono accollarsi il debito dei morosi, ma per far questo occorre l’unanimità dei condomini.

Sulla vicenda dei contatori personali, sembra di assistere al medesimo format della raccolta differenziata, ossia la tendenza a voler risolvere un problema importante adottando soluzioni a lungo periodo e di difficile fattibilità che certamente non risolve il problema del pregresso debito accumulato.


Installare contatori personali in un condominio non è certamente semplice, come vuol fare credere il sindaca nei suoi video social, invero, occorre individuare un’area in cui predisporre un armadietto o un nicchia che sia facilmente raggiungibile dai letturisti dell’AMAM ed una delibera condominiale.

Ma, il più delle volte, tale soluzione è impraticabile poiché occorre rifare l’impianto di adduzione di sana pianta, facendo passare i nuovi tubi attraverso i muri. Se tale soluzione quindi può essere prevista per i palazzi di nuova realizzazione, essa non è spesso di facile attuazione per i palazzi esistenti. E di ciò non si può muovere alcuna accusa agli amministratori di condominio. 

Rispetto per la categoria


Invitiamo, pertanto, il Sindaco De Luca a maggiore rispetto per la categoria degli amministratori di condominio di cui ci onoriamo di essere parte. Come sempre siamo disposti a partecipare ad incontri in cui discutere il problema e offriamo la nostra collaborazione per adottare soluzioni praticabili, nel rispetto delle norme e dello stato in cui si trovano i fabbricati amministrati.

Non si può invece accettare che il Sindaco accusi gli amministratori di condominii morosi, sia pur genericamente, di rubare i soldi ai loro amministrati, delegittimando tutta la categoria incrementandone le difficolta già esposte nel recupero delle quote condominiali. 

D’altro canto, non si comprende il perché il comune o altri enti pubblici possano vantare il ruolo di paladini del rispetto delle regole e del pagamento dei debiti, quando l’esempio che ci offrono sono proposte transattive a saldo e stralcio allorché i crediti da pagare sono quelli dei cittadini (e dunque nostri) e i debitori sono proprio detti enti pubblici.