In modo particolare la costa jonica del Reggino è prediletta da questi splendidi animali marini per la nidificazione
Da molti anni ormai, le tartarughe caretta caretta hanno scelto la costa reggina per la nidificazione, e in modo particolare l’area jonica da Roccella fino all’imboccatura sud dello Stretto, nella periferia di Reggio. Quest’anno c’è stato un nuovo ‘boom’ di nuovi nati intorno a Capo Bruzzano, dove il 25 luglio ben 70 tartarughine marine hanno raggiunto il mare, schiudendo le uova con grande successo.
La Caretta caretta è la tartaruga marina più comune del Mar Mediterraneo, è una specie minacciata ed è per questo che è stata inclusa nella lista rossa dell’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) sin dal 1975. Alla nascita è lunga circa cinque centimetri e la lunghezza di un esemplare adulto è di 80 – 140 centimetri, con un peso variabile tra i 100 ed i 160 chili. Si tratta di un animale perfettamente adattato alla vita acquatica grazie alla forma allungata del corpo ricoperto da un robusto guscio ed alla presenza di -zampe- trasformate in pinne.
Come tutti i rettili, ha sangue freddo il che la porta a prediligere le acque temperate. Respira aria, essendo dotata di polmoni, ma è in grado di fare apnee lunghissime. Infatti, trascorre la maggior parte della vita in mare profondo, tornando di tanto in tanto in superficie per respirare. In acqua, può raggiungere velocità superiori ai 35 km/h, nuotando agilmente con il caratteristico movimento sincrono degli arti anteriori.
E’ un animale onnivoro: si nutre di molluschi, crostacei, gasteropodi, echinodermi, pesci e meduse, ma nel suo stomaco e’ stato trovato di tutto: dalle buste di plastica, probabilmente scambiate per meduse, a tappi e altri oggetti di plastica.
Al presidente della Giunta regionale, Agazio Loiero, sono giunti i complimenti della presidente del Fai, Giulia Maria Mozzoni Crespi, che ricorda che -tra il 70 e il 90% delle nidificazioni in tutta Italia di questa specie avvengono sulle coste del mar Jonio-.
Il wwf ha affermato che si tratta di un -risultato positivo del progetto di ricerca ’Tartacare Calabria’, giunto ormai al decimo anno attraverso la coordinazione del Dipartimento di ecologia dell’Università della Calabria e sostenuto dal ministero dell’Ambiente e dall’assessorato alle politiche dell’Ambiente della Regione Calabria con la collaborazione, per le azioni di tutela dei nidi e di sensibilizzazione pubblica, del Wwf Italia e del Fondo ambiente italiano (Fai)-.
