Lieve sciame sismico lungo l'area dello stretto: il punto della situazione e alcune curiosità

Lieve sciame sismico lungo l’area dello stretto: il punto della situazione e alcune curiosità

Lieve sciame sismico lungo l’area dello stretto: il punto della situazione e alcune curiosità

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giovedì 10 Marzo 2011 - 18:28

Una serie di piccole scosse negli ultimi giorni ha interessato il distretto sismico dello stretto di Messina.L'evento più intenso non è andato oltre i 3.7 gradi di Magnitudo, nel tratto di mare prospiciente Capo Taormina

Dopo vari mesi di assoluto -silenzio sismico- la terra è tornata a tremare lungo il distretto sismico dell’area dello stretto di Messina dove è stato registrato un blando sciame sismico che si è protratto per più giorni.

Tutti sanno che la zona dello stretto di Messina è una delle aree a più alto rischio sismico del Mediterraneo, non tanto per i terremoti di elevata magnitudo (oltre i 6.0-7.0 Richter, come nel 1908) il cui tempo di ritorno medio, per nostra fortuna, è stimato per centinaia di anni, quanto per i sismi di debole o moderata intensità (magnitudo compresa fra i 3.0-4.0 Richter) che avvengono periodicamente in loco visto l’insistenza di numerose faglie attive, in prevalenza quelle di tipo distensivo.

In effetti i terremoti di modesta entità sullo stretto sono una -normalità- quasi quotidiana.

Lo sciame sismico dei giorni scorsi ha avuto inizio lo scorso lunedi 7 Marzo quando attorno a Messina si sono registrate due leggere scosse telluriche, rispettivamente di 2.1 e 2.4 Richter.

Da notare come l’epicentro della prima scossa sia caduto proprio a ridosso del centro del capoluogo peloritano, a circa 10 km di profondità.

L’altra scossa, quella di 2.4 Richter, ha avuto l’epicentro in mare, nello specchio d’acqua a SE della penisola di S.Raineri, a circa 5 km di profondità, quindi abbastanza superficiale, tanto da essere stato avvertito da una parte della popolazione messinese (soprattutto da coloro che abitano ai piani più alti nella zona centro-meridionale della città).

I due eventi sarebbero stati accompagnati da altre debolissime scosse strumentali, alcune avvenute pure nella giornata di martedi 8 Marzo, talmente deboli da non essere state sentite dalla popolazione.

Nella giornata di ieri, mercoledi 9 Marzo, una serie di scosse sono state registrate all’imboccatura meridionale del distretto sismico dello stretto di Messina, precisamente nel tratto di mare antistante Capo Taormina e la baia di Naxos.

Qui lo sequenza sismica è culminata con ben tre eventi rispettivamente di 2.3 2.6 e 3.7 Richter, ad una profondità compresa fra gli 8 e i 5 km, sullo Ionio, lungo il bordo della scarpata continentale siciliana.

Fra queste solo la scossa di 3.7 Richter è stata distintamente avvertita dalla popolazione, soprattutto nei comuni della fascia ionica messinese, da Taormina fino ad Ali e Scaletta, dove si è verificato un maggiore scuotimento del terreno.

Anche stavolta lo sciame che ha interessato il versante ionico messinese è stato accompagnato da diverse scosse strumentali non sentite dalla popolazione locale.

Probabilmente gli eventi sismici che hanno investito la zona ionica messinese non hanno un collegamento diretto con le piccole scosse registrate lo scorso lunedi 7 vicino Messina.

Infatti nell’area vicino Messina, fra la dorsale nord dei monti Peloritani e la linea di costa, insistono delle piccole faglie (segmenti) o microfaglie che possiamo ritenere -secondarie- alla grossa faglia madre di -Messina-Giardini-, quella che ha generato la violenta scossa del 1908, che percorre in parallelo l’area dello stretto da N-NE a S-SO.

All’imboccatura sud dello stretto, li dove spesso si verificano scosse anche dell’ordine dei 3.0 – 3.5 Richter, troviamo altri sistemi sismogenetici che tendono a immergere sul mar Ionio, intersecando il lembo più meridionale della faglia di Messina.

Le piccole scosse avvenute in questi giorni quindi possono essere considerati come degli eventi -normali-, per non dire di -ordinaria amministrazione- per la zona dello stretto di Messina.

Non è escluso che nei prossimi giorni nelle stesse aree possano verificarsi delle repliche sempre di bassa magnitudo, molte di queste non saranno nemmeno avvertite dalla popolazione.

Riguardo l’attività sismica dell’imboccatura sud dello stretto incuriosisce il perchè in quel tratto della faglia -Messina-Giardini- non si siano verificati terremoti di una certa intensità.

In realtà durante il terribile terremoto del 28 Dicembre del 1908 la faglia, per quanto è stato possibile determinare, si è rotta solo per oltre 30 km (e non per 40 km), da Capo Peloro fino alla zona di Capo Ali, ciò spiega i minori danneggiamenti subiti dai centri della ionica messinese che però hanno dovuto fare i conti con la forza distruttiva dell’imponente onda di -tsunami-, che superò persino i 12 metri nella baia di S.Alessio Siculo.

La massima scossa registrata nell’area meridionale dello stretto risale addirittura al 1932 quando un sisma di oltre i 4.7 Richter si registro nel tratto di mare davanti Letojanni e S.Alessio.

Non possiamo escludere che quell’evento, di moderata intensità, sia da collegare a quel tratto della faglia -Messina-Giardini- che non si è rotto durante il violento terremoto del 28 Dicembre 1908.

Daniele Ingemi – MeteoWeb.it

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