Una mamma racconta le difficoltà delle famiglie nelle isole minori. Corsa contro il tempo per riaprire. Il dibattito in consiglio comunale
Salina – “Scusa non ho potuto risponderti ieri pomeriggio, ero in macchina per portare e prendere i bimbi dallo sport e la scuola di danza”. “Scusa, non ho potuto neanche ieri mattina, facevo la spola scuole-casa”. Con Francesca Cincotta è difficile anche parlare al telefono. Perché la sua vita di mamma isolana è tutto un andirivieni continuo, una quotidianità fatta di spostamenti in auto da una parte all’altra di Salina che d’inverno diventa sempre più pesante.
Una quotidianità che racconta bene che cosa vuol dire, per le comunità isolane, perdere una scuola dell’infanzia. A Leni infatti la scuola dell’infanzia regionale quest’anno è chiusa. Lo scorso anno scolastico è mancato il personale necessario ad assicurare il successivo anno e, nell’avvicendamento tra dirigenti, la burocrazia si è trasformata nella chiusura senza appello della scuola. Il risultato è che i bambini fino ai cinque anni devono andare all’asilo di Malfa.
“Ci vogliono circa 20 minuti per arrivarci, altrettanti a tornare. Puoi immaginare che vuol dire per quella famiglia che ha più di un figlio e deve portare qualcuno all’asilo, altri alla primaria e via dicendo, in posti diversi dell’isola anche distanti, con orari di ingresso e uscita diversi e con la necessità magari di conciliare il tutto con l’orario di lavoro dei genitori”.
Scuolabus infatti non ce ne sono e il risultato è che per mamme come Francesca le mattine sono un continuo correre da una parte all’altra. Non fai in tempo a rientrare a casa dalla “consegna” dei pargoli alle maestre che devi ripartire per andarli a riprendere, il primo in un punto dell’isola, il secondo dall’altro lato. Poi si ricomincia nel pomeriggio, per garantire ai figli attività extra scolastiche, dallo sport agli eventi coi compagni.
Giornate piene di stress non soltanto per le famiglie. “I bambini arrivano stanchissimi a casa. Se pensi che questi bambini, quando saranno ragazzi, dovranno per forza fare i pendolari da isola a terra ferma, se vorranno frequentare le superiori…Ci arrivano già sfiniti, corrono anche il rischio dispersione scolastica”, spiega sconsolata Francesca.
Una scuola a metà
I bambini per quest’anno frequentano quindi l’asilo a Malfa, spostandosi da Leni. Dove peraltro in questi mesi la scuola media è chiusa per ristrutturazione e i ragazzi tra i 10 e i 13 anni devono spostare in un altro punto ancora dell’isola. Senza contare che nelle scuole ancora aperte, un pò in tutte le isole minori siciliane, sono sempre più le multiclasse, che certo non aiutano la didattica.
Destinare la scuola allo sport pomeridiano
“Per carità, non sarà la fine del mondo, a tutto c’è rimedio e ci si organizza, anche tra famiglie. Ma è un segnale brutto vedere la scuola chiudere, per noi isolani, vedere che perdiamo ogni giorno di più nuovi servizi. Io adesso spero che almeno quella bella struttura di Leni non rimanga abbandonata ma possa essere utilizzata per effettuare attività sportive pomeridiane, sarebbe un bel segnale per noi”.
Da scuola regionale a materna nazionale

Adesso a Leni è corsa contro il tempo per ottenere la riapertura dell’istituto per l’infanzia in vista del prossimo anno scolastico. Il tema è arrivato anche in consiglio comunale. “La chiusura della materna era evitabile ma l’amministrazione comunale di Leni non ha fatto nulla”, è il j’accuse dei consiglieri comunali di minoranza, capeggiata dall’avvocato Claudio Rugolo, che alla fine di settembre hanno richiesto un consiglio comunale urgente con l’obiettivo di arrivare a una soluzione tampone, come l’istituzione di una sede staccata a Leni della scuola di Malfa. Il gruppo aveva anche proposto la delibera, sottoscritta dai consiglieri Rugolo, Paola Donato e Maria Rosa Zagami, per la riattivazione della materna di Leni come scuola dell’infanzia statale.
Il dibattito in consiglio comunale
Il consiglio comunale era stato fissato per il 7 ottobre successivo e due giorni prima il sindaco Ireneo Giardinello ha presentato una analoga delibera per l’istituzione della scuola dell’infanzia nazionale, senza soluzione tampone per l’anno in corso.
“L’amministrazione avrebbe dovuto e potuto intervenire prima”, chiosano i consiglieri di minoranza, che però per spirito di responsabilità hanno ritirato la loro proposta di delibera e ratificato quella preparata dall’amministrazione comunale.
