Asp Reggio Calabria, avviato lo screening per i tumori del colon-retto

Asp Reggio Calabria, avviato lo screening per i tumori del colon-retto

mario meliado

Asp Reggio Calabria, avviato lo screening per i tumori del colon-retto

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venerdì 16 Dicembre 2022 - 08:03

Neoplasia da 500 casi l'anno nel Reggino. Coinvolti i cittadini tra i 50 e i 69 anni: saranno avvisati via sms. A Melito, Polistena e Locri le colonscopie

REGGIO CALABRIA – È partito in queste ore, dopo lunghi anni d’attesa, lo screening dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per i tumori del colon-retto.
I particolari sono stati esposti ieri nel corso di una conferenza stampa tenuta alla sede dell’Asp dal commissario straordinario Lucia Di Furia, il direttore sanitario Sandro Giuffrida, la responsabile dello screening Adriana Romeo e il presidente dell’Ordine provinciale dei medici Pasquale Veneziano.

Tutto gratuito. Cittadini avvisati via sms

Del tutto gratuito, interesserà con periodicità biennale donne e uomini del Reggino dai 50 ai 69 anni. Per la prima volta, l’intera platea (di circa 136mila persone) sarà raggiunta non a mezzo di missive spesso disperse o gettate via per errore, ma tramite sms.

«Raggiungere i cittadini è fondamentale: l’appello è proprio a quanti riceveranno il messaggio affinché s’attivino, vadano in farmacia senza paura perché questo è un esame che può salvar loro la vita – evidenzia il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria Lucia Di Furia -. Il risultato dello screening, peraltro, dipende dall’adesione dei nostri cittadini».

Questo carcinoma colpisce un uomo su 11 e una donna su 18

Molto molto significativa, ahinoi, l’incidenza statistica di questo tipo di carcinoma… «Questo tipo di tumore, nel corso della vita, tocca un uomo su 11 e una donna su 18. E rappresenta la seconda causa di morte da tumore per le donne e la terza causa di morte per gli uomini», spiega la Di Furia: intuitiva l’enorme importanza d’aderire in massa allo screening, anche ai fini di un eventuale intervento precoce.

«Del resto al cittadino-utente l’esame non costa nulla e può salvargli la vita; al tempo stesso, questo tipo di monitoraggio contribuisce a non intasare le nostre strutture sanitarie».
Fermo restando che, come ribadito con forza dal commissario dell’Asp in conferenza stampa, «lo screening è medicina pubblica per definizione: almeno fino a quando ci sarò io, sarà effettuato integralmente in strutture pubbliche, senza coinvolgere strutture private pur convenzionate».

Campagna di prevenzione permanente

E deve anche passare un altro messaggio: questo non sarà un esame una tantum. «Assolutamente: è solo l’inizio – annuisce il direttore sanitario Giuffrida -. L’obiettivo è invitare all’esame circa 65-66mila persone all’anno, in modo da potervici sottoporre tutti nell’arco del biennio: ma da ora in poi, questa campagna di prevenzione sarà permanente. Noi puntiamo ad avere una risposta altissima: se ci sarà un’adeguata informazione e la collaborazione delle associazioni, dei media, dei farmacisti, dei medici di medicina generale potremmo riuscire a raggiungere il 100% della platea».

Neoplasia da 500 casi l’anno nel Reggino

screening tumori colon-retto Asp RC

E poi, cosa che dovrebbe far riflettere ogni eventuale indeciso, le conseguenze di un tardivo accertamento di un tumore al colon-retto possono essere gravissime: «Può comportare invalidità molto significative o l’asportazione del colon. In molti altri casi, purtroppo, si arriva al decesso del paziente – osserva il direttore sanitario dell’Azienda sanitaria provinciale reggina -. Siamo davanti a una patologia socialmente rilevantissima: la percentuale dei soggetti colpiti non si discosta dalle statistiche nazionali, nel Reggino abbiamo peraltro circa 500 casi l’anno. Che sono tanti. Per questo, lo scopo è individuare già i primi segni del tumore, ma anche i primi segni di patologie non ancora tumorali ma che potrebbero trasformarsi in neoplasie maligne».

Colonscopie negli ospedali territoriali di Melito, Polistena e Locri

da sx Simonetta Neri (Federfarma) e Lucia Di Furia (Asp RC)
da sx: Simonetta Neri (presidente provinciale Federfarma)
e Lucia Di Furia (commissario Asp Reggio Calabria )

Molto convinta l’adesione di Ordine dei medici, medici di base e farmacie – il neopresidente provinciale di Federfarma Simonetta Neri ha lanciato a sua volta un appello a partecipare alla campagna di prevenzione – , che in questo monitoraggio avranno un ruolo primario.

Siamo di fronte a uno screening di primo livello che coinvolgerà tutti i pazienti della fascia anagrafica 50/69, articolandosi tra le farmacie e il laboratorio dell’Azienda sanitaria provinciale, e di uno di secondo livello che toccherà solo coloro i quali avranno ricevuto un esito positivo dell’esame relativo alla possibile presenza di sangue occulto nelle feci.
In questo secondo caso, gli appuntamenti e la colonscopia per approfondire l’effettiva situazione saranno fissati esclusivamente presso gli ospedali territoriali di Melito Porto Salvo, Polistena e Locri.

I singoli step per l’utente

Ma quali sono i vari step per l’utente? «Si parte dall’invito via sms – spiega la responsabile dello screening Adriana Romeo -. L’assistito si reca in farmacia. Lì gli vengono consegnati una provetta, le “istruzioni per l’uso”, il consenso informato e un depliant informativo. Ove le informazioni non risultassero sufficientemente chiare, all’utente vengono spiegate anche verbalmente dal farmacista portata e modalità dell’esame. Il paziente va a casa, effettua il campione e lo consegna alla stessa farmacia dove ha ritirato la provetta: a quel punto i rappresentanti farmaceutici, che girano quotidianamente per le farmacie, ritirano i campioni e li consegnano al laboratorio dell’Asp, dove saranno esaminati».

Adriana Romeo, responsabile screening tumori colon-retto Asp RC
Adriana Romeo, responsabile del monitoraggio

Se l’esito è negativo, sarà comunicato nel giro di circa 30 giorni nel modo scelto dal cittadino: per email, per sms, per posta… Se positivo, ci sarà una telefonata con cui, in modo meno ‘freddo’, gli si comunica l’esito dell’esame e gli si prospetta il percorso successivo: un colloquio con un gastroenterologo in cui il paziente spiegherà la sua storia clinica e avrà luogo l’anamnesi, per poi fissare un appuntamento per approfondire mediante colonscopia. «Se necessario, la colonscopia potrà essere effettuata in sedazione. Qualora rivelasse lesioni sospette o polipi, la colonscopia diventa interventistica: e dunque direttamente il polipo pericoloso viene prelevato e poi esaminato. Successivamente, anche quest’esito sarà comunicato al paziente: se negativo, l’utente sarà reindirizzato a controlli più frequenti, ove sfortunatamente ci fosse un esito positivo presso l’Oncologia aziendale per eventuale ulteriore terapia chirurgica o d’altro tipo, per esempio chemioterapica o radioterapica».

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