L’Associazione "V. Bellini" chiude la stagione concertistica con l’Orchestra d'archi

L’Associazione “V. Bellini” chiude la stagione concertistica con l’Orchestra d’archi

giovanni francio

L’Associazione “V. Bellini” chiude la stagione concertistica con l’Orchestra d’archi

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mercoledì 17 Maggio 2023 - 11:30

Le tre associazioni musicali insieme, nel segno della qualità

È toccato all’Associazione musicale V. Bellini, domenica scorsa, chiudere al Palacultura la stagione concertistica offerta dalle tre storiche associazioni musicali (Filarmonica Laudamo, Accademia Filarmonica e V. Bellini), con l’Orchestra d’archi del Conservatorio A. Corelli di Messina, diretta da Bruno Cinquegrani.

Un felice connubio, quello fra il Conservatorio cittadino e le Associazioni musicali, che il presidente della Bellini, Giuseppe Ramires, insieme al presidente del Conservatorio Egidio Bernava, il direttore Carmelo Crisafulli, e il vicedirettore Antonino Averna, invitati a salire sul palco, hanno auspicato che continuerà anche in futuro.

Il presidente Ramires, nel salutare e ringraziare il pubblico, ha dato appuntamento al prossimo autunno, ove la stagione sarà inaugurata con un concerto dedicato a Maria Callas, della quale ricorre il centenario della nascita, ma vi saranno anche dei concerti estivi, le cui date e location saranno per tempo comunicate.

L’Orchestra d’archi del Conservatorio ha proposto un programma variegato e davvero interessante.

Il concerto è iniziato con il Divertimento K 137 di Wolfgang Amadeus Mozart, in si bemolle maggiore.

Il Divertimento, come gli altri due altrettanto celebri e molto eseguiti, K 136 e K 138, risale alla prima giovinezza mozartiana, ed è un esempio di miracolosa freschezza. Composto a Salisburgo nel febbraio del 1772, a soli sedici anni, quando Mozart si preparava ad affrontare il suo terzo viaggio in Italia, il Divertimento presenta tratti già romantici, con quei passaggi di tonalità da maggiore a minore, tipici dei suoi grandi capolavori, ed insieme parti contrappuntistiche, tipicamente tedesche. Singolare la collocazione del movimento lento, come primo movimento, e non, come di consueto, come secondo; tale inversione, rara in Mozart, la troveremo solo nella Sonata per pianoforte K 282, composta due anni dopo.

Molto interessante il secondo brano eseguito, la Sinfonia per archi n. 10 di Felix Mendelssohn. Il compositore tedesco, oltre le sue famose cinque sinfonie per orchestra, ha composto anche 12 sinfonie per archi in età giovanile, fra gli 11 e i 14 anni.

La n. 10, in si minore, in due movimenti: “Adagio” e “allegro” (ma in realtà può considerarsi un unico movimento preceduto da una lenta introduzione), presenta già in nuce tutte le caratteristiche della musica della maturità, la cantabilità, la fantasia, l’eleganza, contenute sempre in una forma preminentemente classica.

Il brano ha un carattere prettamente romantico, e il tema principale dell’Allegro ricorda quello, ben più celebre, del quarto movimento della Sinfona “Tragica” di Schubert, mentre il secondo tema contiene in embrione delle figure musicali che ritroveremo, con ben altro sviluppo, nell’Overture del “Sogno di una notte di mezz’estate”.

Il concerto si è concluso con il brano più atteso e più impegnativo: la Serenata per archi in do maggiore op. 48 di Ciajkovskij.

Il capolavoro per orchestra d’archi del compositore russo fu composto intorno al 1830, fu concepito come un omaggio al suo amato Mozart e rappresenta un meraviglioso esempio della sensibilità dolente e delicata di Ciajkovskij, grazie anche alla netta diversità fra i quattro movimenti di cui si compone.

Il primo movimento “Pezzo in forma di Sonatina” è un capolavoro di costruzione formale, dalla lenta introduzione, con gli archi all’unisono, allo sviluppo virtuosistico con cui si intrecciano i vari strumenti nello sviluppo dei temi.

Il secondo movimento “”Moderato. Tempo di Valse” rappresenta uno di quegli incantevoli ed eleganti valzer che il musicista russo ci ha lasciato (ricordiamo ad es i valzer dei suoi balletti principali). Il terzo movimento “Elegie” è incentrato su un dolce e dolente tema, indimenticabile, tipicamente “Ciajkovskijano”.

Il quarto movimento, infine, “Finale (Tema russo)” è una danza russa vorticosa ed incessante, ricca di brio ed altamente virtuosistica, che, dopo un ritorno all’introduzione del primo movimento della Serenata, termina con la proposizione del tema russo in una stretta finale vorticosa.

Ottima la prova dei giovani orchestrali, che hanno eseguito in maniera impeccabile, in particolare la Serenata di Ciajkovskij, il brano senz’altro più complesso del programma. Un’esecuzione che ha palesato un profondo e rigoroso studio della partitura. Merito anche del direttore, Bruno Cinquegrani, ben noto al pubblico messinese, sempre elegante nel gesto ed equilibrato nella conduzione, che ha saputo tenere sotto controllo la giovane orchestra anche nel turbinoso finale della Serenata. Entusiasti applausi del pubblico per una conclusione in bellezza della stagione dell’Associazione V. Bellini, che ha proposto nell’arco della stagione concerti di assoluto interesse, oltre la novità rilevante dei concerti barocchi presso la Sala Laudamo.

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