Pcl: «La giunta Accorinti ha tradito le aspettative di cambiamento»

Il Partito Comunista dei Lavoratori torna ad attaccare l’amministrazione Accorinti. In un comunicato, Giacomo Di Leo, componente del comitato centrale del partito, si sofferma in particolare sulla situazione di pre-dissesto finanziario e sulla proposta del Comune di Messina di spalmare il piano di riequilibrio finanziario su trenta anni anziché su dieci.

«Spalmare il piano di riequilibrio finanziario in trenta anni anziché in dieci – scrive – non risolve il problema. Il risultato finale è lo stesso: tagli ai servizi, alle spese sociali utili e agli investimenti. Maggiori tributi per i cittadini più poveri, ovvero continua una politica di “lacrime e sangue”».

Il Pcl ribadisce la sua netta opposizione all’amministrazione Accorinti, che – si legge testualmente nel comunicato – «ha tradito le aspettative di cambiamento che tanti lavoratori, precari, giovani, donne, disoccupati avevano coltivato verso questa giunta».

Secondo Di Leo, «l’approvazione prima del bilancio previsionale e dopo del piano di riequilibrio finanziario da parte della stragrande maggioranza del consiglio comunale, compresi tutti i consiglieri di Cambiamo Messina dal Basso, ha dimostrato l’inesistenza di una reale opposizione alla giunta Accorinti».

Il Pcl una forte critica aspramente la politica finanziaria comunale, «ispirata ai principi dell’austerità e del patto di stabilità, che penalizza le fasce sociali più povere» e propone una ricetta alternativa per salvare le casse di Palazzo Zanca: « Solo colpendo la rendita immobiliare, solo facendo pagare la crisi economica a chi ha speculato o ha truffato e continua a godere di privilegi economici in questa città, si può trovare una soluzione giusta, che soddisfi la maggioranza dei cittadini e della popolazione povera messinese. In caso contrario si continuerà a fare proclami e manifestazioni roboanti, che nascondono però la mancanza di vera volontà politica, per fare pagare la crisi economica e il dissesto delle casse comunali a chi l’ha provocata».

«La crisi la paghi chi l’ha provocata», scrive ancora Di Leo, che conclude: «solo un governo dei lavoratori puo’ garantire lo sviluppo economico-sociale della citta’, soddisfacendo i bisogni sociali della maggioranza della popolazione povera messinese».