Il Consiglio non si presenta per chiudere il disastro derivati. Signorino: “Profonda delusione”

Due sedute andate a vuoto. Molti consiglieri comunali preferiscono disertare l’aula, interi gruppi politici ormai da tempo non si presentano più neanche quando in ballo ci sono atti corposi e importanti, e così anche la transazione con la banca BNL per i famosi derivati si è momentaneamente infranta contro il muro dell’astensionismo. Sia ieri che oggi niente numero legale. Il consiglio comunale questa mattina era stato convocato alle 10, dovevano essere in 21 per rendere valida la seduta e iniziare i lavori. Si sono presentati in 20. Hanno aspettato per quasi due ore che qualcuno arrivasse in aula per iniziare. I nervi si sono surriscaldati, la pazienza ormai è al limite. In due giorni due sedute e nessun risultato. E se ieri quantomeno il dibattito era stato lungo e articolato, visto anche che si tratta di un argomento spinoso, oggi la seduta non è neanche mai iniziata.

Un atteggiamento che ha indisposto l’assessore Guido Signorino che proprio sui derivati ha portato avanti in questi anni un lungo lavoro di analisi e approfondimento insieme all’esperto Giuseppe Cannizzaro, nominato proprio per questa intricata problematica. Signorino ha deciso di rompere il silenzio, esprimendo tutta la sua delusione per l’occasione oggi mancata.

“Abbiamo costruito un atto di fondamentale importanza per il Comune e per i cittadini di Messina, già approfondito in una seduta di consiglio durata ieri oltre 5 ore. La mancanza oggi in aula del ventunesimo consigliere non ha consentito di ottenere il numero legale. Dispiace constatare l’assenza dall’aula di alcuni pur presenti a Palazzo Zanca. Ringrazio i consiglieri presenti ieri e oggi per il responsabile impegno e auspico che domani il numero venga raggiunto, garantendo la maggior condivisione possibile per un atto che porta grandi benefici alla città”. Signorino ha voluto ricordare che con l’approvazione di questa transazione Palazzo Zanca potrà uscire indenne da una situazione molto complessa e di grave rischio per le finanze comunali. “Il Comune avrebbe un risparmio di oltre 8 milioni sul danno finanziario potenziale e il piano di riequilibrio un beneficio immediato di oltre 3 milioni. I cittadini messinesi non sborserebbero un euro verso BNL per effetto dei contratti di finanza derivata stipulati tra il 2003 e il 2007 e anzi, in virtù dell’accordo, avrebbero un piccolo “avanzo”, di oltre 100.00 euro”.

La transazione risale allo scorso mese di ottobre e fu messa nero su bianco dalla giunta Accorinti dopo un lungo lavoro di mediazione con la Bnl (VEDI QUI). Si tratta di un atto che metterà la parola fine ad un pasticcio enorme che potrebbe costare alle casse comunali 25 milioni di debiti. L’accordo trovato con uno dei due istituti di credito coinvolti nell’operazione finanziaria rappresenta una vera boccata d’ossigeno, alleggerisce il Piano di riequilibrio e praticamente dimezza il valore del debito potenziale che deriverebbe dal totale fallimento dell’intera operazione finanziaria (VEDI QUI).

L’amministrazione Accorinti inziò a lavorare su questo complesso e oscuro fronte ormai due anni fa, per provare a fare luce tirando dai cassetti quei vecchi contratti che il Comune aveva iniziato a stipulare con gli istituti di credito Bnl e Dexia Spa a partire dal 2003. L’assessore Guido Signorino e il consulente esperto Giuseppe Cannizzaro portarono a galla carte e documenti che finirono anche in Procura, facendo riaprire una delle inchieste che nel frattempo si erano chiuse. A due anni di distanza l’accordo di transazione con la Bnl chiuderebbe ogni battaglia legale mettendo il Comune al riparo dai rischi più pesanti che potevano arrivare in futuro. Ma adesso è tutto nelle mani del Consiglio comunale.

Francesca Stornante