Redazionale. Le parole del direttore generale dell'Asp Messina Giuseppe Cuccì. Inaugurati Ospedale e Casa di comunità
Redazionale. BARCELLONA POZZO DI GOTTO – Un’opera strategica pensata per potenziare la rete territoriale di assistenza sanitaria e rispondere ai bisogni delle comunità locali con un modello integrato e multidisciplinare. Operazione finanziata attraverso i fondi del Pnrr della Missione 6 Salute. Sono stati inaugurati stamani a Barcellona Pozzo di Gotto il nuovo Ospedale di comunità, il primo in Sicilia costruito ex novo, e anche una Casa di Comunità di tipo Hub.




All’inaugurazione erano presenti il direttore generale dell’Asp Giuseppe Cuccì, l’amministrazione comunale del Longano, e diversi deputati regionali, amministratori e rappresentanti sindacali.
I lavori di entrambe le strutture, Ospedale e Casa di comunità, sono stati eseguiti dalla società Icoser – Gangi Impianti srl – Bono Costruzioni Srl. Soggetti coordinati dal responsabile del procedimento, il geometra Fortunato Lipari, sotto la supervisione del direttore dell’Uoc, il tecnico ingegnere Salvatore Trifiletti, e dalla referente unico aziendale per il Pnrr dottoressa Elisa Mastrantonio,
“Puntiamo a ridurre accessi impropri ai pronto soccorso, ricoveri evitabili e tempi di attesa, migliorando qualità ed equità dell’assistenza”
“La direzione strategica dell’Asp di Messina, composta dal direttore generale Giuseppe Cucci, il direttore amministrativo Giancarlo Niutta e il direttore sanitario Giuseppe Ranieri Trimarchi, esprime profonda soddisfazione per l’apertura di queste strutture: sono pilastri della sanità di prossimità che rafforzano l’assistenza sul territorio, portando servizi diagnostico-terapeutici, riabilitativi e socio-sanitari più vicino alle persone. Questo investimento risponde in modo concreto ai bisogni delle comunità locali, favorendo percorsi di cura personalizzati, continuità assistenziale e prevenzione. Puntiamo a ridurre accessi impropri ai pronto soccorso, ricoveri evitabili e tempi di attesa, migliorando la qualità e l’equità dell’assistenza”. L’edificio che ospita il nuovo Ospedale di comunità, si sviluppa su tre livelli, per un totale di circa 1400 mq. Sono stati previsti requisiti strutturali e organizzativi per evitare ricoveri inappropriati e di accesso tramite Centrale operativa territoriale (Cot), già realizzata e attivata nello stesso stabile.


Si legge nella nota dell’Asp: “L’organizzazione degli spazi è articolata secondo un modulo da 20 posti letto con i servizi a supporto dell’attività sanitaria distribuiti nei vari piani dell’edificio. I requisiti strutturali per l’Ospedale di comunità includono spazi dedicati come camere singole/doppie con servizi, aree comuni, spazi per il personale e per le attività riabilitative, con standard che mirano al comfort, sicurezza e benessere del paziente, integrando tecnologia per diagnosi e telemedicina”.
L’Ospedale di comunità (OdC) è “rivolto a pazienti che necessitano di interventi sanitari a bassa intensità clinica potenzialmente erogabili a domicilio, ma che vengono ricoverati in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio stesso (strutturale e/o familiare). E necessitano di assistenza/sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa, anche notturna, non erogabile a domicilio. In sintesi, le categorie principali di pazienti sono le seguenti: a) pazienti fragili e/o cronici, provenienti dal domicilio, per la presenza di riacutizzazione di condizione clinica preesistente, insorgenza di un quadro imprevisto, in cui il ricovero in ospedale risulti inappropriato; b) pazienti provenienti da struttura ospedaliera, per acuti o riabilitativa, clinicamente dimissibili per conclusione del percorso diagnostico terapeutico ospedaliero, ma con condizioni richiedenti assistenza infermieristica continuativa; c) pazienti che necessitano di assistenza nella somministrazione di farmaci o nella gestione di presidi e dispositivi. d) pazienti che necessitano di supporto riabilitativo-rieducativo”.
In via Cattafi la nuova Casa di comunità
Inaugurata anche in via Cattafi la nuova Casa di comunità.

Continua la nota dell’Asp di Messina: “L’edificio che ospita la CdC di Barcellona P.G. si sviluppa su tre livelli, per un totale di circa 1000 mq. Progettata secondo il modello Hub, la struttura è pensata per offrire un punto di accesso unico, integrato e multidisciplinare ai servizi sanitari e socio-assistenziali. Al suo interno operano medici di medicina generale, specialisti, personale infermieristico e operatori dei servizi sociali, con l’obiettivo di garantire una presa in carico completa e coordinata della persona”. “L’organizzazione degli spazi è articolata in macro-aree funzionali, distribuite su ciascun livello dell’edificio. Vi trovano sede l’assistenza medica H24 o H12, i servizi infermieristici, il Punto unico di accesso (Pua) in ambito sanitario e amministrativo, nonché gli sportelli e gli uffici dedicati ai servizi sociali, con la presenza di assistenti sociali, operatori della prevenzione e dell’assistenza domiciliare”.
Le tre aree: la zona macro-area “Cure primarie” è riservata alla Medicina di gruppo integrata. Qui operano i medici di Medicina generale (Mmg), i Pediatri di libera scelta (Pls) e gli Infermieri di famiglia o di Comunità (IFoC), all’interno di spazi progettati per favorire il lavoro in équipe e l’approccio interdisciplinare alla cura.
Macro-area “specialistica” è dedicata ai servizi diagnostici e specialistici. Sono presenti ambulatori per la diagnostica di base, un’area prelievi e spazi per visite specialistiche. A questi si affiancano ambienti dedicati alle funzioni di supporto non cliniche, tra cui l’accoglienza, i locali logistici e i depositi per il materiale sanitario e tecnico.
Macro-area “Servizi generali e logistici”, garantisce il funzionamento quotidiano della struttura. Comprende spazi destinati all’accoglienza degli utenti, ambienti riservati al personale sanitario e non (tra cui spogliatoi, locali relax), servizi logistici (magazzini, archivi, depositi) e locali tecnici.
