Riforma sanitaria. La palla passa ai direttori generali. Ma occorre un tavolo di confronto.

Riforma sanitaria. La palla passa ai direttori generali. Ma occorre un tavolo di confronto.

Riforma sanitaria. La palla passa ai direttori generali. Ma occorre un tavolo di confronto.

domenica 01 Novembre 2009 - 23:36

Presidi autonomi o integrati? Si va verso i poli d’eccellenza e la specializzazione. D’Alia: «Spero che in vista delle prossime elezioni non si dicano cose diverse a Barcellona e a Milazzo». Laccoto: «Al “Cutroni Zodda” sarà potenziato il pronto soccorso». Ma va riqualificato il servizio del 118

Il piano di rientro della sanità siciliana è una necessità inderogabile, ma può divenire un’opportunità per garantire servizi efficienti e minori sprechi, se si punterà sulle specializzazioni. Tutto sta nella fase attuativa in corso, che è nelle mani dei direttori generali. L’altra faccia della medaglia è che la ripartizione delle risorse sembra penalizzare alcuni presidi piuttosto che altri, e in particolare quelli della fascia tirrenica rispetto alla ionica, con Taormina, polo d’eccellenza, a fare la parte del leone, con il rischio di non garantire in alcuni ospedali neppure i servizi minimi. Queste, in estrema sintesi, le posizioni sulla riforma sanitaria in Sicilia, emerse ieri nel corso della conferenza che si è tenuta al Palacultura “Bartolo Cattafi” di Barcellona, su iniziativa del Comitato “La nostra città”. Si doveva discutere degli effetti sui presidi ospedalieri di Barcellona e Milazzo. L’obiettivo era intraprendere un confronto tra operatori sanitari e forze politiche e sindacali, ma – ha sottolineato l’ing. Amedeo Gitto, che ha presieduto il convegno in qualità di rappresentante del Comitato, – si è registrata una scarsa partecipazione da parte dei sindaci della provincia, che «erano stati tutti invitati». Presenti solo il sindaco di Barcellona, Candeloro Nania, e il vicesindaco di Milazzo, Franco Cusumano. Nania si è detto ancora una volta scettico in riferimento alla divisione tra branche mediche e chirurgiche prospettata dalla riforma sanitaria e ha ribadito la volontà di aprire un confronto sul futuro del “Cutroni Zodda”, lamentando però che ancora ciò non gli è stato consentito. «Nella sua fase attuativa – ha affermato Cusumano – il piano di rientro deve essere soprattutto un piano di riequilibrio per evitare che alcuni presidi o alcune aree vengano penalizzate rispetto ad altre». Le prossime mosse della Regione sono state anticipate da Giuseppe Laccoto, presidente della Commissione Sanità dell’A.R.S.: «Tra una settimana nominerò delle sottocommissioni per verificare lo stato di attuazione delle riforma in tutte le province. – ha affermato – Bisogna intervenire ovunque per ridurre le liste d’attesa ed evitare ricoveri impropri ed esami diagnostici effettuati solo per mantenere in piedi un reparto. Non credo che verranno tagliati posti letto a Milazzo o a Barcellona. Per quanto riguarda il “Cutroni Zodda”, ci sarà sicuramente il potenziamento del pronto soccorso e l’acquisizione di nuovi macchinari per la risonanza magnetica e la TAC. Un’altra questione – ha aggiunto Laccoto – è quella che riguarda la gestione dell’emergenza e il servizio dei medici del 118, che devono essere in grado di capire subito dove indirizzare il paziente, dunque vanno riqualificati».

A tal proposito, Paolo Calabrò, responsabile dell’U.O. di Pronto Soccorso al “Cutroni Zodda”, ha confermato che «si arriva al pronto soccorso senza alcun filtro. Troppa gente si rivolge a noi anche quando non sarebbe necessario. Il 50% delle prestazioni che forniamo sono inutili». Nell’individuare le vocazioni di ogni presidio si dovrebbe tenere conto dei contesti ambientali e delle problematiche legate nello specifico ad ogni area. «Ci troviamo in un territorio ad alto rischio ambientale – ha detto Giovanni Ardizzone – in cui sono state localizzate patologie particolari. Sarebbe il caso, quindi, di puntare sulla specializzazione nella cura di queste malattie». Il senatore Giampiero D’Alia, cui è spettato l’ultimo intervento, ha messo in risalto il ruolo e la responsabilità dei direttori generali, che hanno il compito di attuare concretamente gli indirizzi della riforma. «È importante, però, il ruolo della politica, che deve favorire l’apertura di un tavolo di confronto tra amministratori, sindaci e operatori sanitari. Spero che in vista delle prossime elezioni non si dicano cose diverse a Barcellona e a Milazzo», ha ammonito D’Alia. Alla conferenza hanno preso parte anche l’ex direttore generale dell’Asl 5, Giuseppe Stancanelli, e i direttori sanitari degli ospedali di Barcellona e Milazzo, Domenico Sindoni e Francesca Parrinello. «Il Comitato – ha detto Amedeo Gitto – auspica che finiscano i viaggi della speranza, le lunghe liste d’attesa, le carriere professionali decise dalla politica». Da parte nostra, ci auguriamo che al centro di tutto ci sia sempre e comunque il malato.

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