Per il Milazzo è corsa contro il tempo per trovare un acquirente che compia i primi passi per la partecipazione alla prossima Lega Pro. Per l'Igea il futuro sembra segnato. I tifosi dell'Acr Messina attendono ancora che le promesse della proprietà si trasformino in fatti
Continua a regnare l’incertezza sul futuro calcistico delle tre principali realtà provinciali. Il paradiso della promozione in Lega Pro si è trasformato presto in purgatorio per il Milazzo, che rischia di non iscriversi al prossimo campionato, quello che sarebbe il primo tra i professionisti di tutta la storia sportiva dei mamertini. L’impossibilità di Pietro Cannistrà di continuare a mantenere la presidenza, in virtù della propria professione di titolare di agenzie di scommesse sportive, ha gettato nello sconforto la tifoseria del centro tirrenico, che oggi non può far altro che incrociare le dita. L’operazione -Milazzo ai milazzesi- lanciata dall’ormai ex numero del sodalizio rossoblu, che ha messo in vendita la società al prezzo simbolico di un euro per i soli imprenditori del Capo, ha attirato l’interesse di pochi che si sono limitati a chiedere informazioni, senza avanzare un’offerta ufficiale. L’unico gruppo che si è fatto vivo concretamente è quello ormai noto che fa riferimento all’avvocato Roberto Bonavita, che a nome di una cordata composta per metà da soggetti locali e per l’altra metà da forestieri, ha presentato una proposta d’acquisto del 51% delle quote societarie. Una pista tutta ancora da definire, che alcuni vorrebbero collegata alle elezioni per il rinnovo della carica di sindaco appena conclusesi con la sconfitta di Italiano e la vittoria di Carmelo Pino. Tale risultato pare possa incidere sull’effettiva riuscita dell’operazione, considerando che tra i sostenitori dell’iniziativa c’è anche Franco Cusumano, ex vicesindaco e vicinissimo a Italiano. A spingere il Milazzo ad un passo dall’inferno sono i tempi. Entro il 28 giugno infatti dovranno essere versate la tassa di iscrizione da 18.000euro e la fideiussione da 200.000euro.
Rischia di non iscriversi al prossimo campionato anche l’Igea Virtus, appena retrocessa in serie D, condannata da una situazione debitoria pesantissima e da una realtà societaria avvolta dalle nubi. Nei giorni scorsi il sindaco Candeloro Nania, che già nella stagione conclusa è dovuto intervenire per evitare la radizione, si era rivolto all’amico Pietro Lo Monaco sollecitando un intervento del Catania Calcio per salvare la formazione longanese. Intervento impossibile se non da un punto di vista esclusivamente tecnico. Ma ciò che pesa di più, come detto, è la situazione economica.
E poi c’è il Messina, che al di fuori dei dubbi permanenti dopo più di un anno di gestione Di Lullo-Di Mascio, dovrebbe essere l’unica squadra ad avere la certezza dell’iscrizione al prossimo torneo. Le incertezze sono però legate alle mosse della proprietà, che ha giurato di portare avanti una programmazione seria per evitare le brutte figure del campionato 2009/2010 ma che ancora non ha definito l’organigramma per cominciare a lavorare sulla prossima serie D. Per quanto riguarda il Dg, le piste rimangono sempre tre. Al momento quella più probabile porta ad un dirigente calabrese il cui nome è però ancora top secret. Il sogno resta l’ex Dg dell’Aversa Normanna Nicola Pannone, ma l’avere proposte da serie superiori e la mancanza di certezze sulla programmazione societaria potrebbe convincere l’esperto direttore a rifiutare l’esperienza messinese, nonostante i buoni rapporti che lo legano al patron Di Mascio. Sicuramente un passo indietro Andrea Pecorelli, che gode meno della fiducia della piazza. A questo passaggio sono legati tutti quelli successivi, in primis la scelta dell’allenatore, ma anche la struttura dell’organigramma, la composizione della rosa e le scelte di mercato, il ritiro pre-campionato. Passano i giorni ma le notizie ufficiali non arrivano. E’ giusto prendere tempo e non compiere passi affrettati, ma al contempo bisogna essere in grado di non ripetere gli errori del passato, gettando per tempo le basi per un campionato che sia davvero quello del rilancio. I tifosi hanno consumato le scorte di fiducia nei confronti dell’attuale proprietà e solo i risultati potranno riconquistare il cuore di coloro che nonostante tutto tifano Messina.
