Callegari: Il Ponte e la nebbia sullo stretto di Messina

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Callegari: Il Ponte e la nebbia sullo stretto di Messina

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domenica 26 Luglio 2020 - 08:40

La riflessione di Carlo Callegari, responsabile provinciale Partito animalista, sul Ponte

Le ragioni dei fautori del Ponte sullo Stretto fanno assegnamento sull’afflusso indistinto di reddito per i messinesi dai lavori di costruzione e nello sviluppo economico del Sud, particolarmente della Calabria e della Sicilia, da cui deriverebbe un incremento di produzione e di scambi in tutto il Paese.

Ipotesi da verificare

Trattandosi di questioni di Economia, è opportuno specificare che una previsione in tale materia non è l’annuncio di effetti certi secondo determinazione causale, ma è un’ipotesi da verificare empiricamente di risultati condizionati da molteplici variabili. Quindi, quel che è allusivamente implicito nella lista delle ragioni dovrebbe essere esplicato con metodo e nei termini propri della teoria economica assunta nelle analisi. Infatti, non si menziona quale parte residuale della spesa per la costruzione toccherebbe alla nostra città dopo la sua legittima distribuzione per remunerare i fattori produttivi impiegati, dai territori utilizzati, al lavoro fino al capitale.

Le speranze dei messinesi

Si può supporre che si conti sulla possibilità di ottenere dalle imprese appaltatrici l’impegno di assumere manodopera locale, ma nulla si sa sui titoli legali di una tale pretesa né delle mansioni e del numero delle unità lavorative, senza di che in mancanza di indici quantitativi una previsione non può dirsi economica. E’ certo comunque che i messinesi, dopo l’esperienza dei disagi della costruzione della linea tranviaria, dopo la delusione di un impatto mancato o negativo sulle attività commerciali, dopo il fallimento di un miglioramento della mobilità e del traffico urbano, non faticheranno ad immaginare cosa aspettarsi da un cantiere di enormi dimensioni, mentre dovranno violentare il loro buon senso per credere alle assicurazioni dogmatiche di vantaggi e di benessere.

I brutti precedenti

Soprattutto il precedente tragico delle raffinerie di Milazzo e di Priolo dovrebbe allarmare tutti quando si sente pontificare sullo sviluppo della Sicilia provvidenzialmente concesso. I finanziatori del Ponte, per recuperare le spese e realizzare un tasso di profitto adeguato all’ammontare dell’investimento e al suo rischio, potranno contare sui pedaggi del transito, il cui ammontare è direttamente proporzionale al volume di traffico, che rappresenta una variabile dipendente da normative ecologiche e dalle innovazione tecnologiche dei mezzi di trasporto di lunga distanza per mare e per aria , le quali potrebbero accelerare l’obsolescenza di una struttura progettata per durare secoli, costringendo all’alternativa tra un suo mantenimento improduttivo e il suo costoso smantellamento. Lo sviluppo economico consiste in un incremento di produttività dei fattori produttivi e in un aumento di capacità produttiva con il loro pieno impiego. Per quali effetti l’utilizzazione del Ponte sullo Stretto può determinare l’uno e l’altro? L’innovazione del Ponte consiste in un potenziale aumento di traffico sullo Stretto e in una sua accelerazione, che di per sé, secondo i suoi fautori, determinerebbe un aumento di domanda di beni e una corrispondente adeguazione dell’offerta, concettualizzando, a quanto pare, che la capacità produttiva sia funzione del volume di traffico. In questo schema si dà per scontato che in Calabria e in Sicilia sono immediatamente disponibili capitali per investimenti, tecnologie innovative e maestranze specializzate , pronti a produrre beni da imporre sui mercati nazionale e internazionale a prezzi competitivi. E’ il momento che la vaghezza delle suggestioni ceda la scena alle analisi di Economia, su cui ragionare per le decisioni migliori.

Carlo Callegari delegato di Messina e provincia del Partito Animalista Italiano.

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