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Cataldo shock: “La ‘ndrangheta voleva uccidere il figlio di Gratteri”

La ‘ndrangheta voleva progettare un attentato per uccidere il figlio del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, quando si parlava di una sua possibile nomina a Ministro della Giustizia con il Governo Renzi. Nomina che che non si concretizzò. La rivelazione fatta alla Dda di Reggio Calabria è del Antonio Cataldo, esponente dell’omonima cosca di Locri, dal giugno scorso collaboratore di giustizia, come riportato dal quotidiano “Gazzetta del Sud”.

Il sostituto procuratore della Dda Giovanni Calamita, in merito alle dichiarazioni di Cataldo, ha depositato due verbali agli atti del processo “Riscatto-Mille e una notte”. Il nuovo pentito, condannato a 8 anni di reclusione nel processo “Mandamento Jonico”, ha riferito ai magistrati ciò che ha sentito nel carcere di Reggio Calabria nel 2013.

A parlare a Cataldo del progetto di attentato al figlio di Gratteri sarebbe stato un esponente della cosca Cordì, Guido Brusaferri: “Nel 2013 – ha detto Antonio Cataldo – l’unico argomento associativo di cui ho parlato con Brusaferri é stato il proposito di attentato al figlio del dottore Gratteri. Tra noi detenuti, in particolare quelli di Locri, c’era allarme per la sua nomina a ministro. Temevamo, in particolare, leggi più ferree contro la criminalità organizzata. Ma Brusaferri mi tranquillizzò dicendo ‘tanto tra poco sistemano il figlio’. Lo avrebbero investito con una macchina”.