cronaca

Clan di Giostra e corse di cavalli, condanne più leggere all’operazione Cesare

MESSINA – Reggono, con qualche aggiustamenti, le condanne al processo nato dall’operazione Cesare sui nuovi equilibri della mafia a Giostra. La Corte d’Appello ha definito la sentenza di secondo grado che, rispetto a quella di un anno fa, concede a tutti lievi sconti di pena. I giudici hanno fatto cadere alcune accuse, riqualificandole delle altre. Il quadro finale è quindi di condanne più leggere per quasi tutti, mentre solo alcuni escono del tutto dal procedimento.

La sentenza

Due anni e 4 mesi per Carlo Altavilla; un anno e 7 mesi per Natale Rigano, Salvatore Vecchio e Maurizio Fracasso; 8 mesi a Paolo Gatto; 2 anni e 11 mesi per Giuseppe Irrera; 2 anni per Alessio e Giuseppe Palermo; un anno 2 mesi per Francesco Spadaro, un anno e 3 mesi per Francesco Vento. Condanne confermata per Santo Giannino, Vincenzo Misa e Luigi Vinci. Scarcerato Francesco Spadaro.

L’inchiesta

Secondo la procura e i Carabinieri, che hanno condotto l’indagine, il rione è sempre in mano allo storico boss Luigi Galli, attraverso i reggenti a lui fedelissimi. Sono i suoi parenti e alcuni bracci destri, infatti, a gestire corse di cavalli ed estorsioni. Per il giudice di primo grado non c’è prova del legame con il clan.

Il Gup ha escluso il coinvolgimento dell’associazione di stampo mafioso, riconoscendo il reato di associazione “semplice” per la gestione delle corse clandestine di cavalli. Ora l’ulteriore passaggio in appello, che ridimensiona ancora una volta il quadro accusatorio.

Hanno difeso gli avvocati Antonino De Francesco, Bonaventura Candido, Salvatore Silvestro, Giovanni Caroè, Tancredi Traclò, Antonello Scordo, Massimo Marchese, Ilaria Intelisano, Domenico Andrè.