Coronavirus

Coronavirus, 83 casi e tre morti in pochi giorni: Acri (CS) diventa “zona rossa”

Il Comune di Acri (provincia di Cosenza), dalle ore 5 del 25 marzo a tutto il prossimo 7 aprile, sarà “zona rossa”. È quanto dispone l’ordinanza (la numero 17) firmata oggi dal presidente della Regione, Nino Spirlì.

La causa della restrizione

Panorama notturno di Acri (CS)

Il provvedimento si è reso necessario in seguito alla nota, trasmessa oggi, del dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, con la quale è stato comunicato che nel Comune di Acri, negli ultimi 14 giorni, «si è registrata una elevata incidenza di nuovi casi confermati, rispetto alla popolazione residente, con aumento di oltre l’86% concentratosi negli ultimi 7 giorni». Si parla complessivamente di tre vittime e 83 nuovi positivi, davvero numeri molto elevati a fronte di poco meno di 20mila residenti.

La nota rileva anche una situazione «particolarmente problematica a causa dei numerosi focolai distribuiti su tutto il territorio, di un decesso e di un cospicuo numero di soggetti per i quali è stato necessario il ricovero, alcuni con necessità di terapia intensiva, un quarto dei quali riguarda la fascia di età pediatrica». Pertanto, tenendo conto che l’incidenza dei casi negli ultimi 7 e 14 giorni supera i valori individuati nel Dpcm del 2 marzo scorso, il dipartimento di Prevenzione ha sottolineato che «ricorrono le condizioni per l’adozione delle misure di mitigazione della diffusione epidemica nel territorio di Acri, mediante l’istituzione delle misure da “zona rossa”».
L’ordinanza stabilisce anche che il dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Cosenza «proceda al costante monitoraggio della situazione epidemiologica locale, segnalando tempestivamente all’Unità di crisi regionale, ogni variazione significativa intervenuta».

Il sindaco di Acri Pino Capalbo

«In attesa dell’ordinanza regionale – aggiunge il sindaco Pino Capalbo -, raccomando a tutti di evitare riunioni nelle case, di festeggiare compleanni e di evitare qualsiasi tipo di assembramento: comportamenti irresponsabili pregiudicano la salute di tutti noi nonché il ritorno alla normalità. Acri sia responsabile come nella prima fase di lockdown».