Atm. Mancano i soldi per gli stipendi, i sindacati sul piede di guerra virano su Palermo

Atm. Mancano i soldi per gli stipendi, i sindacati sul piede di guerra virano su Palermo

Redazione

Atm. Mancano i soldi per gli stipendi, i sindacati sul piede di guerra virano su Palermo

venerdì 31 Ottobre 2008 - 15:50

La regione ha bloccato gli accrediti e l'azienda si trova nuovamente a dover fare i conti con il mancato pagamento delle mensilità

Sembra destinata a non finire mai l’emergenza Atm. Una nuova tegola piomba sui lavoratori, “lasciati a piedi- ormai quasi più degli utenti. La regione ha bloccato gli accrediti e dunque si complica la situazione per il pagamento degli stipendi. Oltre alle due mensilità arretrate, oggi nel corso di un incontro tra il sindaco, l’assessore Capone, il direttore Conte e il Commissario dell’Atm Manna e Cgil, Cisl e Uil, è arrivata la conferma che da Palermo è arrivato lo stop e di conseguenza l’Azienda Trasporti non ha le risorse per pagare i propri dipendenti. -Una pericolo che avevamo già ripetutamente denunciato all’amministrazione comunale che, evidentemente, non si è mossa- spiegano il segretario generale della Cgil di Messina Franco Spanò e della Filt Pino Foti-. Si è perso tempo prezioso e non sono state esercitate le dovute pressioni sul governo regionale-.

Sei i milioni di euro che mancano all’appello: Tre milioni dal Contributo regionale e altri 3 milioni relativi al contributo statale sui rinnovi contrattuali degli anni 2005-2006-2007. -In questa situazione mancano non solo i soldi per le due mensilità già arretrate ma non si arriverà mai a dicembre- spiega Franco Silipigni, aziendale della Cgil. Si annuncia l’imminente arrivo di nuovi bus ma non si pagano gli stipendi. I lavoratori sono seriamente allarmati-.

L’amministrazione comunale ci ha però provato, annunciando di avere chiesto un aumento della scopertura alla BNL per coprire almeno una mensilità. La solita manovra d’emergenza che non può funzionare più, come si sa da mesi, se non da anni. -Una boccata di ossigeno – continua Foti. Perché per pagare gli stipendi fino a dicembre servono 9 milioni di euro che, senza i fondi bloccati dalla Regione non si troveranno mai-.

Le organizzazioni sindacali stanno valutando per questo l’opportunità di organizzare una manifestazione di protesta a Palermo per sollecitare la Regione a versare i fondi dovuti a Messina. “Attenderemo sino a martedì – ha affermato il segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese. È chiaro però che se non si sbloccheranno i trasferimenti dalla Regione e non saranno concesse le anticipazioni dalle banche non sono più possibili ulteriori deroghe e saremo costretti a chiamare i lavoratori alla

mobilitazione in sede sia provinciale che regionale, attivando iniziative anche nei confronti del Governo siciliano-.

In tal senso si sono espressi in maniera forte anche i sindacati autonomi che reputano improcrastinabile il trasferimento della vertenza presso l’Assessorato Regionale ai Trasporti che secondo loro non può continuare ad ignorare l’emergenza Messina:

Secondo Alizzi dell’Ugl, Riposo dell’Orsa, Rinaldi della Cisal Faisa, Pirrera della Cisas, Sutera del Cub, Biluce del Cildi e Burgio per Rsu Atm, ai proclami di rilancio e di razionalizzazione delle risorse seguono inconsistenti iniziative intraprese d’imperio che, fra l’altro, disattendono gli accordi sottoscritti con il sindacato:

“- Dopo aver con concordato l’esigenza di un pool di consulenti esterni per la riorganizzazione dell’azienda, l’Amministrazione Comunale, con iniziativa unilaterale, ha incaricato l’attuale Direzione Aziendale per la stesura del Piano di Produzione. In buona sintesi, chi ha governato il fallimento con la denunciata cogestione politico/sindacale dovrebbe gestire il rilancio dell’azienda.

– L’Amministrazione Comunale e la Direzione Aziendale continuano ad assecondare l’irresponsabile divisione del tavolo sindacale sottraendo tempo prezioso all’organizzazione volta a risolvere l’emergenza stipendi e salvare l’ATM dall’annunciato fallimento.

– Disattesi altresì i recenti accordi relativi a: un -mega mutuo- che sarebbe servito a pagare le pendenze arretrate con l’obiettivo di azzerare i debiti per consentire l’organizzazione della produzione e la normale erogazione dei salari; l’acquisto di autobus usati per sopperire all’attuale carenza di mezzi in linea; la fornitura di autobus a metano e il progetto di un distributore di mentano da utilizzare anche a favore di eventuale utenza esterna, la riorganizzazione e l’ottimizzazione dell’officina, la razionalizzazione delle risorse umane attraverso trasparenti selezioni utili a svuotare le poltrone degli uffici amministrativi e colmare le carenze di personale in settori vitali dell’esercizio…-.

Una condizione difficile da migliorare secondo gli autonomi soprattutto se “l’Amministrazione Comunale e la Direzione Aziendale continueranno a snobbare ogni proposta, anche quelle provenienti dalla sede Prefettizia e persistono nella falsa riga di deprecabili dinamiche gestionali che hanno ridotto l’azienda sull’orlo del collasso. E a quanto sopra si aggiunge che i tram e autobus continuano a rompersi e l’assenza di pezzi di ricambio ha ridotto ai minimi termini i mezzi funzionanti a disposizione del trasporto pubblico. Vista l’assenza di riscontro alle precedenti richieste formali, si dichiara lo stato di agitazione di tutto il personale e a far data da oggi si attivano le previste Procedure di Conciliazione e Raffreddamento da esperire entro i termini previsti dalla vigente normativa-.

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