Un appello lanciato da Orsa Trasporti e Rsu che domandano quale sia l'effettiva volontà di rilancio dell'azienda. La preoccupazione è che a prevalere, a discapito di lavoratori e cittadini, siano logiche politico/sindacale
Deregulation, ovvero mancanza di “regole-. Questa la parola con cui i rappresentanti di Orsa Trasporti Giovanni Conti e di Rsu Atm Giovanni Burgo, definiscono l’attuale situazione dell’azienda trasporti della città. Un generalizzato stato di caos che mal si combina con il tanto atteso piano di riordino e risanamento della società, quello denunciato dai responsabili sindacali che accusano tanto la dirigenza quanto l’amministrazione comunale di non aver avviato quella necessaria attività di confronto in relazione al rilancio Atm , rischiando dunque di sfociare in una “pericolosa gestione autarchica dell’azienda-.
Le buone notizie di qualche settimana fa sull’arrivo di circa 13 milioni di euro dal Ministero dell’Ambiente destinati al trasporto ecosostenibile e al conseguente parco di nuovi autobus a metano, tutt’altro che tranquillizzare i lavoratori della municipalizzata, aggiunge al contrario nuovi dubbi, tra questi: l’azienda sarà dotata di un distributore di metano da mettere a disposizione anche di eventuale utenza esterna? I mezzi a metano dovranno percorrere decine di chilometri al giorno per fare il pieno presso altre strutture?
Interrogativi più che legittimi che non è detto a breve non possano trovare una risposta ma che nel frattempo tengono sulle “spine- i dipendenti della società, ora più che mai interessati a capire quali siano i nuovi meccanismi utili a permettere la definitiva ripresa dell’Atm. Al momento, infatti, sostengono Orsa e Rsu, il “progetto di riorganizzazione procede a compartimenti stagni, nulla ci è dato sapere sul nuovo piano tariffario, il biglietto integrato con la metropolitana del mare e la metro ferrovia sembra un segreto di stato di cui nessuno vuol svelare i dettagli, per non parlare dei servizi di car sharing e bike sharing che apprendiamo dai giornali-.
Chiaro, dunque, come il galoppante entusiasmo di amministrazione comunale e dirigenza abbia come controparte, almeno per il momento, l’evidente “scetticismo- di lavoratori e sindacati. A tenere banco è, infatti, la preoccupazione che dietro l’acclarata volontà di riorganizzazione e salvataggio dell’azienda, si invece in atto “una caccia alla primogenitura, che ci sia il rischio di proseguire sulla strada dell’appartenenza politico/sindacale con relativa appropriazione di paternità, e se dunque le risorse economiche in arrivo saranno destinate al solito spreco di cui pagheranno dazio lavoratori e cittadini-.
Foto Dino Sturiale
