Secondo la DIA,Mario Giuseppe Scinardo sarebbe affiliato alla famiglia di Mistretta
Un patrimonio immenso, denaro sottratto ai clan dei Nebrodi.
Beni per venti milioni di euro sono stati sequestrati dalla Dia all’allevatore di Capizzi, Mario Giuseppe Scinardo, 43 anni. L’uomo, rinviato a giudizio nell’operazione antimafia denominata Montagna è ritenuta dagli investigatori affiliato alla famiglia mafiosa di Mistretta guidata dal boss Sebastiano Rampulla.
Un legame molto forte quello fra Scinardo a Rampulla. Anzi i Carabinieri ritengono che il primo abbia fatto parte di un gruppo, composto soprattutto da allevatori, che avrebbe favorito la latitanza di un mafioso catanese.
Inoltre in un casolare nelle campagne di Mineo, appartenente a Basilio Scinardo, zio di Mario, fu arrestato il latitante Tommaso Somma, cognato di Pietro Rampulla. Quest’ultimo sarebbe l’artificiere della strage di Capaci, cioè colui che procurò l’esplosivo e confezionò l’ordigno che fece saltare in aria il giudice Giovanni Falcone e la sua scorta.
Lunghissimo l’elenco dei beni che la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Messina ha sequestrato con l’apposizione dei sigilli: 625mila metri quadri di terreni agricoli, ubicati ad Aidone, con annessi fabbricati rurali; un villaggio agrituristico, quattro stelle, con 300 posti ristorazione ed 80 posti letto ed un allevamento ancora ad Aidone; un’azienda agricola di allevamento bovini, a Vizzini e 180 capi di bestiame.
