Per i rappresentanti Ialcqua, Ginatempo e Restitfo nient'altro che un rischio. Scarsi i vantaggi anche sotto il punto di vista economico
L’iter burocratico-legislativo per la realizzazione della discarica di Pace può dirsi concluso: lo scorso 6 dicembre, infatti, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del rilascio dell’Autorizzazione ambientale integrale sancisce formalmente il definitivo via libera alla realizzazione del nuovo sito per la raccolta rifiuti. I dirigenti di Messinambiente e Comune, non sembra intenzionati a perdere tempo: il presidente Dalmazio e il sindaco Buzzanca, sulla base di quanto contenuto del decreto regionale, hanno programmato l’avvio dei lavori già entro il mese di novembre.
Un progetto che prevede lo smaltimento di 324000 metri cubi di rifiuti pretrattati per una durata complessiva di circa 43 mesi; un progetto che ha fatto discutere e continuerà a far discutere; un progetto che, all’indomani della tragedia del primo ottobre, viene osservato con ancor più sospetto da chi, sin da subito, non ha mostrato grande entusiasmo. E’ il caso , ad esempio, dei rappresentanti di Sinistra e Libertà Daniele Ialacqua, Beniamino Ginatempo, Giuseppe Restifo, che oggi, rivolgendosi al prefetto, al sindaco, alla protezione civile, al Genio civile, all’Ato3 e a Messinambiente, tornano ad esprimere forti perplessità in merito alla realizzazione di un sito di raccolta rifiuti in un’area che, in deroga all’attuale normativa, rientra ltra le Zps, Zone a Protezione Speciale.
Un “strappo” alla regola, dovuto, tra l’altro, all’emergenza rifiuti che incombe sulla città di Messina e che mette a dura prova le casse di Ato3, Comune e Messinambiente, ma che per i rappresentanti di Sinistra e Libertà, non costituisce certo “giustificazione” sufficiente: “ La discarica – affermano – sarà realizzata “a ridosso dell’argine” del torrente Pace, vicino l’inceneritore, anch’esso a ridosso del torrente, e sotto la vecchia discarica di Portella Arena, mai del tutto bonificata e messa in sicurezza. Il risparmio di cui parlano gli amministratori della città, calcolato in qualche milione, – affermano – sarebbe un non nulla rispetto al costo complessivo della gestione dei rifiuti, vicino ai 50 milioni di euro”.
Per Ialacqua, Ginatempo e Restifo, il “nodo” della questione non cambia, “il volume della discarica è relativamente basso, se non verrà potenziata la raccolta differenziata ed i rifiuti non saranno adeguatamente pre-trattati la discarica basterà solo per poco tempo”. E proprio in relazione all’attività di pre-trattamento e alla possibilità di realizzare un impianto di stabilizzazione a servizio della stessa discarica di Pace, i rappresentanti dichiararano: “Nel ricordare che il pre-trattamento dei rifiuti prima di essere abbancati in discarica è richiesto obbligatoriamente dell’attuale normativa, ci lascia perplessi il fatto che si stia ancora discutendo del progetto dell’impianto di biostabilizzazione, che è quindi di la da venire, mentre si autorizza la costruzione di una nuova discarica che sarebbe già per questo fuori norma, visto che i rifiuti non possono essere messi in discarica tal quali”.
Sinistra e Libertà getta poi più di qualche ombra anche sull’aspetto prettamamente economico della vicenda: “Ma chi sosterrà i costi della costruzione e della gestione della discarica e dell’impianto di biostabilizzazione se più volte è stato evidenziata la scarsità di risorse finanziarie a disposizione dell’ATO3 e di Messinambiente?. Siamo certi che i costi degli espropri, la realizzazione della discarica e il trasporto e pretrattamento dei rifiuti consentano risparmi consistenti in confronto ai costi attuali? Non era forse meglio attuare un piano serio per il potenziamento della raccolta differenziata visto che la città di Messina è l’ultima città d’Italia in questo campo?”
E per concludere un’ultima valutazione sull’impatto ambientale delle discarica, uno degli aspetti che, nei mesi del post-alluvione, preoccupa di più: “Se bombe d’acqua come quelle che hanno colpito Giampilieri si riversassero sul torrente Pace, in un soffio potrebbero essere sbriciolati tutti i sistemi di trattenimento del percolato, e far precipitare centinaia di metri cubi al secondo non solo di fango e detriti, ma di rifiuti speciali, ceneri velenose quant’altro sarà conferito lì, oltre a quanto è nascosto e lentamente cola giù da Portella Arena. Questa considerazione dovrebbe turbare i sonni di sindaco, assessore alla protezione civile, dirigenti di ATO3 e Messinambiente, consiglieri comunali, circoscrizionali oltre che dei cittadini”.
