Accusata di abuso d'ufficio nel fallimento dei cantieri navali Smeb, il Tribunale ha assolto con formula piena l'ex assessore all'Industria del Governo regionale Cuffaro
I giudici della I sezione penale del Tribunale di Messina hanno assolto, perché il fatto non sussiste, Marina Noè, ex Assessore regionale all’Industria del Governo Cuffaro.
Due gli anni chiesti dal pm Federica Rende per l’ex assessore dell’Udc, indagata dalla Procura di Messina per il suo ruolo nelle vicende che portarono al fallimento delle consortili Smeb, gli storici cantieri navali della zona falcata.
La vicenda risale al luglio del 2003. Secondo l’accusa che le fu contestata la Noè, in una riunione
di Giunta, non si astenne dalla discussione sulla proposta di scioglimento del
Cda dell’Ente porto, non comunicò alla Giunta che erano pervenuti i
bilanci dell’ente e, dopo aver incaricato un commissario ad acta, portò alla revoca in
anticipo della concessione alla Smeb, che utilizzava una vasta area come bacino
di carenaggio. Con questo provvedimento, cioè con la revoca della concessione con 2 anni di anticipo, la
curatela fallimentare delle Consortili non potè procedere all’esercizio
provvisorio dell’azienda. Venne a mancare così circa un milione e mezzo di euro previsti il che accelerò il fallimento della Smeb.
Il punto focale era una sorta di conflitto di interessi che vedeva per protagonista la Noè. L’ex assessore, infatti, in quella riunione di giunta avrebbe dovuto astenersi perché era uno dei titolari della Noè cantieri navali. L’impresa, dopo il fallimento della Smeb, ottenne alcune importanti commesse per la manutenzione delle navi di Rfi e
Caronte Tourist.
