Indagini serrate della Polizia sui tre ferimenti. Si apre qualche spiraglio.

Indagini serrate della Polizia sui tre ferimenti. Si apre qualche spiraglio.

Indagini serrate della Polizia sui tre ferimenti. Si apre qualche spiraglio.

giovedì 03 Luglio 2008 - 11:06

Gli investigatori starebbero privilegiando alcune piste,soprattutto per il tentato omicidio di Giuseppe Cosenza

Nessuna collaborazione, nessun indizio utile. La città si chiude a riccio e lascia alla Polizia la totale incombenza di far luce sugli ultimi agguati che hanno insanguinato Messina. Tre fatti di sangue in 24 ore, quattro feriti e tanta paura fra i cittadini che invocano maggior sicurezza. Ma nessuno ha visto o sentito niente. La litania è sempre la solita quando i potenziali testimoni si trovano di fronte agli investigatori. Lo ha denunciato anche il dirigente della squadra Mobile Marco Giambra. C’è un’omertà assoluta, anche per particolari più insignificanti, che rende complicata qualsiasi indagine.

Eppure, fra mille difficoltà, la Polizia sta lavorando per scoprire moventi e responsabili dei tre ferimenti. Il più complesso si presenta quello di Giuseppe Cosenza, 48 anni raggiunto da due colpi di pistola allo zigomo e ad un braccio mentre era fermo sulla sua auto sul viale San Martino. Il killer, che si è avvicinato a bordo di un ciclomotore condotto da un complice, ha sparato per uccidere. Cosenza doveva morire ma gli è andata bene. La missione però dimostra che qualcosa è successo probabilmente all’interno dello stesso clan di Mangialupi. I labili reticoli che regolano gli equilibri della criminalità organizzata quando si spezzano sfociano in vendette ed omicidi. Gli uomini della Squadra Mobile, dopo decine di interrogatori e perquisizioni, stanno battendo un percorso ben preciso. Presto per sbilanciarsi in previsioni ma almeno si è accesa luce della speranza in una direzione ben precisa.

E si lavora anche per capire la ragione del ferimento di Antonino Basile, 38 anni con numerosi precedenti alle spalle. Gli investigatori vogliono anche vederci chiaro sulla ricostruzione dell’agguato avvenuto alla Case Gialle di Santo Bordonaro. Come mai Basile a mezzanotte apre la porta ad uno sconosciuto? Era in realtà una persona della quale si fidava? Era qualcuno che poteva permettersi di bussare alla porta di casa Basile in un orario così inconsueto? Per gli investigatori il giovane non sta raccontando tutta la verità. Specie quando afferma di non aver visto in faccia il feritore che comunque gli ha sparato da distanza ravvicinata.

E potrebbe esserci la mano del racket dietro il ferimento di Alberto Pilotta,titolare del bar Roosvelt di via La Farina. Le modalità dell’agguato spingerebbero a crederlo. Il killer, indossando un casco da motociclista, è andato dritto verso l’obiettivo ed ha mirato alle gambe. Un avvertimento chiarissimo ad una persona incensurata e che mai ha avuto problemi con la giustizia. Anche questa volta nessuno ha visto niente. Ma anche in questo caso la soluzione potrebbe essere vicina. L’unica certezza è che i tre episodi non hanno alcun nesso fra loro. Quanto meno sappiamo che nessuna guerra fra clan rivali è esplosa a Messina. Gli anni 80 e 90, quando la città era terreno di scontri sanguinosi, per fortuna sono molto lontani.

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