Omicidio Carmelo Mazza: gli inquirenti temono l'avvio di una guerra di mafia nel barcellonese

Omicidio Carmelo Mazza: gli inquirenti temono l’avvio di una guerra di mafia nel barcellonese

Redazione

Omicidio Carmelo Mazza: gli inquirenti temono l’avvio di una guerra di mafia nel barcellonese

sabato 28 Marzo 2009 - 15:38

Mazza era uomo di fiducia del boss Carmelo D'Amico che ora potrebbe vendicarsi

Che sia un omicidio di mafia lo rivelano le modalità. Un’esecuzione che non ha lasciato scampo ad uno degli uomini più vicini al boss barcellonese Carmelo D’Amico. Ed ora il timore degli inquirenti è che possa giungere preso una risposta, scatenando una guerra di mafia come quella che negli ani ’80 ha provocato decine e decine di morti.

Carmelo Mazza, 30 anni, è stato assassinato ieri sera intorno alle 23,30. Era uscito dalla palestra “New generation fitness” di Olivarella ed è salito sulla sua Smart. Ha avuto solo il tempo di mettere in moto. Da un’auto parcheggiata appena dietro un killer ha esploso una fucilata che l’ha raggiunto ad una spalla. Mazza, benché ferito, ha tentato di fuggire ma è svenuto e l’auto ha sfondato il cancello della palestra. Per i due sicari è stato un gioco da ragazzi raggiungerlo e finirlo a colpi di fucile e pistola prima di allentarsi su un’autovettura. Pochi secondi ma l’intera scena è stata immortalata dalle telecamere esterne della palestra. Un filmato che alimenta qualche speranza. I Carabinieri hanno sequestrato la videocassetta ed hanno esaminato le immagini per cercare indizi utili indagini. Soprattutto cercheranno di identificare i killer e risalire all’auto che hanno utilizzato.

Le indagini sono coordinate dai sostituti della DDA Giuseppe Verzera ed Angelo Cavallo che hanno lavorato incessantemente per tutta la notte. Sono stati interrogati numerosi pregiudicati, esponenti della criminalità organizzata locale, amici e parenti della vittima. Mettendo al loro posto i singoli tasselli si cerca di risalire ad un possibile movente Perché uccidere proprio Carmelo Mazza? L’uomo non era un pezzo da novanta ma era considerato persona di fiducia di Carmelo D’Amico, esponente emergente della criminalità barcellonese dopo la condanna all’ergastolo del boss Giuseppe Gullotti. Mazza era l’esattore di fiducia del boss e, secondo quanto emerso dalle indagini dell’operazione Pozzo, era lui a recarsi nei cantieri navali ed edili a chiedere e riscuotere le tangenti per conto del clan. Per questa accusa era stato arrestato nell’operazione Pozzo dopo un periodo di latitanza. In realtà Mazza si era costituito e questo per gli investigatori significativo.

Evidentemente se era in grado di permettersi una latitanza nella zona vuol dire che il trentenne godeva di appoggi e considerazione all’interno del clan. Poi tornò in libertà qualche giorno dopo ma non trovò più nel suo garage la Ferrari da 130 mila euro che i Carabinieri nel frattempo gli avevano sequestrato. Uccidere un uomo così vicino a D’Amico per gli inquirenti è un segnale pericoloso. Dopo le operazioni Pozzo e Sistema che, nel giro di pochi giorni hanno portato in carcere boss e gregari della mafia barcellonese, i vecchi equilibri si sono improvvisamente rotti. E c’è il rischio che nella città del Longano si torni ai tempi in cui le famiglie emergenti di Cosa Nostra si liberarono della vecchia mafia capeggiata dal boss Pino Chiofalo a suon di omicidi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007