Tre riti abbreviati e nove rinvii a giudizio sono stati decisi dal gup Maria Eugenia Grimaldi nell’udienza preliminare dell’operazione Pilastro, scattata il 13 giugno scorso. I Carabinieri arrestarono i fiancheggiatori del boss Giuseppe Mulè durante la sua latitanza negli ultimi mesi del 2007 ma anche il tentativo di ricompattare il suo clan che aveva già ripreso ad imporre le estorsioni a commercianti ed imprenditori. Il gup ha rinviato a giudizio al sei marzo prossimo Giuseppe Mulè, la convivente Floriana Rò ed il fratello Giovanni Vincenzo Rò e l’imprenditore edile Antonio Giannetto.
Davanti ai giudici della seconda sezione del Tribunale compariranno anche Alessandro Amante, Christian Conciglia, Giovanni Curreri, Giuseppe Mazzeo e Letterio Morgante. Il rito abbreviato è stato concesso a Roberto Campisi, Domenica Trovato e Maurizio Trifirò. L’operazione Pilastro fu resa possibile grazie alla collaborazione di una delle vittime delle estorsioni. Gli investigatori misero assieme le tessere del mosaico relativo alla latitanza del boss di Giostra che, dopo essersi nascosto per un breve periodo a Catania, trovò ospitalità a Scafati, vicino Salerno, grazie ai suoi legami con la camorra campana. Mulè fu arrestato l’ 8 dicembre 2007 a Scafati ed ora è nuovamente ristretto al 41bis, il regime di carcere duro.