Operazione -Ponente-: 5 rinvii a giudizio per le estorsioni alla -Encla Infrastrutture-

Operazione -Ponente-: 5 rinvii a giudizio per le estorsioni alla -Encla Infrastrutture-

Operazione -Ponente-: 5 rinvii a giudizio per le estorsioni alla -Encla Infrastrutture-

lunedì 11 Aprile 2011 - 16:10

Cinque rinvii a giudizio sono stati decisi nell’udienza preliminare dell’operazione “Ponente” per le estorsioni all’impresa palermitana impegnata nei lavori di riqualificazione del litorale di Milazzo.

Il 16 giugno prossimo dovranno comparire davanti ai giudizi del Tribunale di Barcellona il boss di Barcellona Carmelo D’Amico con il fratello Elio, l’imprenditore di Terme Vigliatore Salvatore Puglisi, quello di Milazzo, Francesco Di Maio ed il barcellonese Francesco Carmelo Messina. Per tutti il Pm Giuseppe Verzera aveva chiesto il rinvio a giudizio.

Carmelo Trifirò, boss del comprensorio di Terme Vigliatore ed il palermitano Domenico Molino, considerato dalla Dda un fiancheggiatore della famiglia mafiosa di Barcellona, hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato e saranno processati il 16 maggio.

Stralciata, per una mancata notifica, la posizione del commerciante di lubrificanti Nicola Cannone per il quale gli atti sono stati restituiti al Pm.. Il gup Massimiliano Micali non ha ammesso la costituzione di parte civile della “Encla Infrastrutture” dell’imprenditore Ettore Crisafulli perchè presentata in maniera non tempestiva, cioè fuori dai termini consentiti,

Secondo l’accusa alcuni fra i più importanti boss barcellonesi ed imprenditori “amici” avrebbero costretto l’imprenditore Crisafulli a sborsare una tangente del 3% sull’importo complessivo per aggiudicarsi nel 2007 un appalto da 7 milioni di euro per la riqualificazione del litorale di Ponente a Milazzo. La vicenda ebbe degli sviluppi anche drammatici. Crisafulli subì pesanti minacce ed intimidazioni all’interno dei cantieri. Alla fine l’imprenditore palermitano fu costretto a consegnare una rata da 10 mila euro e successivamente altri 20 mila euro che rappresentarono il regalo di Natale di Crisafulli ai familiari dei detenuti dei clan di Barcellona. Le richieste però non si esaurirono anzi diventarono sempre più frequenti. Con il trascorrere dei mesi gli furono imposte le forniture dei materiali ed anche l’assunzione di alcuni operai. Quando la situazione divenne insostenibile Crisafulli, nell’estate del 2008, decise di denunciare tutto alla Squadra Mobile di Messina. Il 18 aprile scorso furono arrestate cinque persone nell’ambito dell’operazione “Ponente”.

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