Nuovo intervento dei tecnici del del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università di Napoli Federico II
In relazione alla gravità del danneggiamento del pilone dell’Autostrada Messina-Catania posizionato nell’asta torrentizia del Racinazzo ricadente nel comune di Scaletta Zanclea (ME), segnalata dagli scriventi il giorno 17 ottobre 2009, ripresa in articoli pubblicati su varie testate giornalistiche, si fa presente che operazioni di controllo strutturali si dovrebbero eseguire di routine in seguito ad eventi eccezionali e durante la vita di esercizio di una struttura. Che il fenomeno concernente il pilone sia stato eccezionale, trattandosi di una potente e veloce colata fangoso-detritica inglobante moltissimi massi di roccia di volume notevole e non di una banale piena idrica torrentizia, è stato dimostrato dagli scriventi.
Si sottolinea che gli scriventi, nel segnalare la serietà del danno al pilone, agevolmente rilevabile, hanno ritenuto soltanto di fare il loro dovere per senso civico e rispetto nei confronti dell’intera comunità siciliana.
Nella fattispecie, tenuto conto dei vari commenti suscitati, ci corre l’obbligo di evidenziare che la raccomandazione di eseguire una verifica strutturale del pilone è stata indotta dal semplice esame visivo del foro prodotto dall’urto sul pilone di un veloce masso, inglobato nella colata, dal quale risulta che a seguito dell’urto si è verificato un fenomeno di punzonamento del calcestruzzo costituente la parete in c.a. del pilone. Il ferro, invece, pur presentandosi deformato non ha subito tranciamento. Da ciò è deducibile che il taglio resistente allo stato limite ultimo Tu della sezione del pilone sia fornito dal valore relativo alla rottura per schiacciamento del puntone compresso di calcestruzzo che nella fattispecie a seguito di un conteggio speditivo eseguito sul posto ha fornito una forza d’urto stimata in circa 300 tonnellate. Quanto sopra, porta alla conclusione che o il pilone è stato investito da un masso la cui forza d’urto è stata di almeno 300 tonnellate oppure è scadente la qualità del calcestruzzo del pilone.
Per i motivi di cui innanzi, pur essendo stata condotta un’analisi a -vista- e speditiva sulle condizioni di stabilità del pilone, si è ritenuto opportuno suggerire di effettuare un’indagine appropriata sull’effettiva capacità portante del pilone, così come, giustamente, ha evidenziato pure l’Ordine degli Ingegneri di Messina, in conformità della nuova normativa tecnica vigente tenendo conto anche del fatto che il pilone interessato ricade in zona ad alto rischio sismico.
Prof. Franco Ortolani
Ing. Angelo Spizuoco
