Le organizzazioni sindacli denunciano: «Entro dicembre a rischio 300 posti di lavoro»
E’ iniziato alle 9 di questa mattina lo sciopero provinciale di tutti i ferrovieri ed i lavoratori degli appalti di Messina. La protesta, che terminerà alle 17, ha registrato un’adesione quasi totale, oltre il 90% dei lavoratori, con punte del 100% in numerosi impianti Fs del territorio.
Sono stati assicurati dai lavoratori solamente i servizi minimi che devono essere garantiti per legge, ma i dipendenti in servizio hanno ugualmente aderito alla protesta dichiarandosi scioperante. Questa mattina solo la nave “Villa”, comandata in servizio, ha collegato le due sponde dello stretto mentre adesioni totali allo sciopero si sono riscontrate tra i lavoratori degli appalti, della manovra e manutenzione della stazione di Messina e nel personale viaggiante di Trenitalia che ha portato alla soppressione degli Inter City Siracusa-Messina e Palermo-Roma, oltre che di numerosi treni regionali.
L’elevata adesione allo sciopero, hanno sottolineato i sindacati, manifesta lo stato di preoccupazione occupazionale dei lavoratori del comparto che si sono riuniti in un’assemblea molto partecipata tenutasi questa mattina nell’atrio ella stazione centrale. Il taglio di circa il 50% dei treni a lunga percorrenza previsto nei piani di Trenitalia dal prossimo 13 dicembre e l’abbandono del trasporto merci relegherà la Sicilia ai margini del sistema paese. I danni, che da tempo tutto il sindacato dei trasporti messinese denuncia, sono incalcolabili sul piano occupazionale e sociale. Circa 300 i lavoratori nel comparto che rischiano di uscire dal ciclo produttivo entro l’anno ingigantendo il problema occupazionale cittadino.
I risvolti sul tessuto economico per le imprese e per il turismo nell’isola dovuti alla rinuncia del trasporto su ferro di merci e persone nell’isola saranno maggiormente significativi e renderanno i prodotti siciliani fuori mercato. L’appello del sindacato e dei lavoratori, lanciato come grido d’allarme nell’ennesima manifestazione di sciopero cittadino, è rivolto alla Politica e alle Istituzioni locali con un richiamo a un’attenzione concreta che vada oltre le sterili passerelle a cui sino ad oggi si è assistito. E’ terminato il tempo dei proclami propagandistici e i lavoratori assieme alla cittadinanza reclamano ai Governi nazionale e regionale maggiori investimenti e risorse che si traducano in pari dignità nel lavoro e nei servizi alla comunità. Cose che oggi sono unicamente riservate al nord Italia.
