Pretendevano duemila euro per i danni causati dall'incendio sprigionatosi dall'auto della vittima. Se non avesse pagato la somma dovuta sarebbe lievitata fino a ventiduemila euro
C’è voluto un mese serrato d’indagini, ma ieri gli agenti delle Volanti hanno notificato al ventenne Roberto Brigandì un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari per tentata estorsione. Come ricostruito dai poliziotti il 5 aprile scorso insieme ad un complice Daniele Galletta, 22 anni, arrestato subito dopo il fatto, si erano resi protagonisti di una tentata estorsione ai danni di un conoscente. I due si erano presentati a casa della vittima pretendendo il risarcimento per i danni ad un’auto di loro proprietà causati dall’incendio che si era sprigionato, dal veicolo appartenente alla stessa vittima. Galletta e Brigandì avrebbero chiesto duemila euro a titolo di risarcimento e minacciando, se la vittima si fosse rifiutata di pagare, di far lievitare la somma a ventiduemila euro e di chiedere l’ausilio di una “squadra” di Mangialupi.
Alle minacce verbali, Brigandì avrebbe picchiato la vittima con calci e pugni mentre Galletta assisteva compiaciuto alla scena. In quella circostanza le urla dei vicini avevano evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.
L’arrivo tempestivo delle Volanti aveva poi consentito l’individuazione e l’arresto immediato di Galletta, seguito oggi dall’arresto di Brigandì.
