Carmela Calabrò, da dieci anni impiegata presso l'azienda di pubblico trasporto, si augura che al più presto si giunga ad una svolta definitiva
I dipendenti Atm, sono i loro i protagonisti di una vertenza senza fine che rientra ormai tra le -normali- emergenze della città. Finora hanno parlato per bocca dei rappresentanti sindacali o attraverso l’urlo dei loro cortei, un esercito compatto di lavoratori decisi e non mollare la presa fin quando il diritto allo stipendio non sia stabilmente garantito e la possibilità di lavorare in un’azienda sana e -risanata- non venga raggiunta. Stavolta però, come leggerete, a parlare sarà una sola di loro, Carmela Calabrò, prima Lsu dal 2005 contrattista. La testimonianza di una dipendente Atm ma al tempo stesso di una cittadina che ha bisogno di usufruire di un efficiente servizio di trasporto pubblico, che spiega come serva ben poco a -placare- gli animi dei lavoratori perché -quel poco- corrisponde ad un diritto.
Lavoro da dieci nell’Azienda A.T.M. di Messina, prima come L.s.u. dal 2005 come contrattista. Credo di aver sempre fatto il mio dovere indipendentemente dalle condizioni di utilizzo dell’Azienda, non ho voluto far parte dei -furbi-, proprio perché mi piace camminare a testa alta e questo valore l’ho trasmesso anche ai miei figli. Inoltre ho dovuto sempre combattere sul lavoro per non essere tra i fannulloni, che sono i compari dei compari. Non poche sono state le difficoltà per sopravvivere ad un sistema che è parte di un tessuto sociale che si allarga a macchia d’olio, al nord come al sud, ma ho sempre saputo che se ci entri, non solo hai il cappio al collo, ma puoi dire addio alla tua libertà. Non esiste la meritocrazia, soprattutto in un’Azienda come l’A.T.M., ma mi sono fatta coraggio ed ho cercato di mantenere la mia dignità svolgendo il lavoro offertomi con tutto l’impegno possibile. In questi giorni di lotta in cui eravamo consapevoli di inimicarci i cittadini, ho scoperto di non essere dei pochi, ma ho scoperto tanti colleghi che hanno aperto finalmente gli occhi denunciando pubblicamente le classi dirigenziali che si sono succedute nel corso di questo decennio (io ho conosciuto solo questo ). I cittadini devono sapere che le denunce ci sono state altre volte, ma ogni volta venivano soffocate, così come le voci di tali denunce. Credetemi che ci vuol poco a domare gli animi, bastano un paio di turni di lavoro orientati in un determinato modo che non sto a spiegarvi. Alla fine si rimane soli ed allora o sei forte abbastanza da andare avanti o soccombi! Era inevitabile però che si giungesse a questo triste epilogo, poiché ormai il sacco è vuoto e spero che non sia stato riempito per logorarci nuovamente. Adesso vogliamo gente seria che rilanci quest’Azienda, non per le prossime elezioni, ma per fornire un vero servizio di trasporto pubblico. Non so se ci saranno dei tagli di personale e se noi ne faremo parte, ma posso dire di sentirmi soddisfatta per aver lottato, al posto di quei cittadini che si lamentano continuamente del servizio senza poi fare nulla, che non vogliono pagare perché si sentono furbi, che insultano le colleghe autiste perché sono donne, per quelli che pretendono il tagliando di sosta anche con 0,45€ di ticket, che inveiscono contro il personale al capolinea perché i mezzi non arrivano, che ci insultano perché mancano o non bastano le navette…Io spero solo che si abbia una svolta, mandare mio figlio a scuola con un mezzo pubblico sicuro ed efficiente, senza dover fare salti mortali per accompagnarlo, vedere gente educata che non sporchi mezzi, che paghi il giusto biglietto per un legittimo servizio e soprattutto che la città possa vantarsi di un fiore all’occhiello come l’Azienda A.T.M., qual era ai tempi dell’ex presidente Siracusano ( come mi hanno raccontato i colleghi più anziani). Carmela Calabrò
