Questa la tesi sostenuta dagli uomini della polizia ed avallata dal sostiuto procuratore Alessandra Lia che negato la necessità di un'autopsia sul corpo di Galipò
Una tragica fatalità. E’ questo il responso degli investigatori sui motivi della morte di Antonino Galipò, il 38enne morto ieri pomeriggio nel mare antistante il lungomare Ligabue mentre stava nuotando. Anche il sostituto procuratore di Patti, Alessandro Lia ha deciso che non era necessaria l’autopsia e che quindi il corpo andava restituito ai familiari.
Secondo la Polizia,l’uomo, che svolgeva l’attività di bancario a Treviglio nel bergamasco e che si trovava in vacanza con i familiari a Capo d’Orlando,avrebbe perso la vita per l’impatto con uno dei tetrapodi che compongono la barriera frangiflutti a protezione della spiaggia. Il dramma si è consumato poco dopo le 19, quando sulla battigia si trovavano ancora centinaia di bagnanti.
Forse a causa dell’incresparsi del mare l’uomo è stato tracinato verso gli scogli artificiali ed ha sbattuto violentemente la testa perdendo conoscenza. Inutili i soccorsi di alcuni bagnanti che lo hanno immediatamente notato e trascinato a riva. Al momento dell’arrivo dell’ambulanza del 118 Galipò era già morto.
Sul lungomare si è subito formato un capannello di curiosi che, insieme alla presenza delle auto di Polizia e Vigili Urbani, ha richiamato l’attenzione dei familiari della vittima che risiedevano in questi giorni sulla Trazzera Marina a poca distanza dal luogo della tragedia. Ed è stato proprio il padre della vittima, un medico originario di Capo d’Orlando, a recarsi sul lungomare per capire cosa fosse successo ed apprendere la tragica notizia.
Da nove anni esatti il mare non mieteva vittime a Capo d’Orlando. Nel 2000, proprio il 9 luglio, tra la spiaggia del faro e San Gregorio, persero la vita due persone nella stessa giornata. Un 57enne di Randazzo morì dopo l’impatto con la scogliera del “porto vecchio”, mentre più tardi un ragazzo di 14 anni di Cesarò venne risucchiato dalle onde e fu recuperato più di 24 ore dopo. Quindi, il 5 agosto successivo, un altro giovane originario di Capo d’Orlando ma che viveva a Como per lavoro perse la vita, nella zona del lungomare nuovo, a causa di una congestione.
Alberto Visalli