Vertenza Futura, lavoratori ancora senza stipendio. Calabro' e Contestabile (Pd) chiedono le dimissioni di Capone e Aliberti

Vertenza Futura, lavoratori ancora senza stipendio. Calabro’ e Contestabile (Pd) chiedono le dimissioni di Capone e Aliberti

Vertenza Futura, lavoratori ancora senza stipendio. Calabro’ e Contestabile (Pd) chiedono le dimissioni di Capone e Aliberti

venerdì 02 Luglio 2010 - 09:24

Dura nota dei due consiglieri comuali, che mettono in risalto tutte le contraddizioni di questa vicenda e le inadempienze dei due assessori

I soldi per pagare i lavoratori sono disponibili già da una settimana, ma la cooperativa Futura non ha ancora provveduto al pagamento delle retribuzioni arretrate.

A sostenerlo sono Felice Calabrò e Simona Contestabile, consiglieri comunali appartenenti al partito democratico.

I due esponenti poltici, che stanno seguendo da vicino le sorti dei dipendenti della Futura, hanno sottoscritto un documento dai toni particolarmente duri, in cui non risparmiano attacchi all’ammnistrazione comunale e soprattutto ai due rappresentanti di giunta direttamente coinvolti in questa vicenda: l’assessore ai servizi sociali Pinella Aliberti e l’assessore al lavoro Melino Capone .

“L’ormai triste tableau che accompagna la vertenza della Coop. Futura – scrivono Calabrò Contestabile e continua ad infrangersi lungo scoscesi margini a dir poco singolari nel loro genere. Unici ed indiscussi protagonisti della vicenda restano sempre loro: i lavoratori in attesa di retribuzione ormai dal Novembre 2009”.

I due consiglieri comunali ricordano che “lo scorso 24 Giugno, presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro di Messina, si sono incontrati sotto il controllo delegato del direttore, dott. De Francesco, le organizzazioni sindacali, la ditta ed i rappresentanti dell’Ente” e che in quell’occasione proprio la Aliberti e Capone avevano “espressamente dichiarato di aver già liquidato le somme dovute (ed abbondantemente riconosciute), impegnandosi, altresì, dietro esplicita richiesta delle OO.SS., a presenziare durante le fasi di pagamento delle dette spettanze, che sarebbe dovuto avvenire entro e non oltre le 48 ore successive all’effettivo incasso da parte della cooperativa”.

Nonostante da quella riunione sia passata più di una settimana, “nessuna somma è stata ancora corrisposta ai lavoratori”. Ma il paradaosso- sottolinenaano i due politici locali – sta nel fatto che “la cooperativa ha già incassato le somme lo scorso 25 giugno, come riferito dal Dipartimento Ragioneria del Comune”.

Considerate tutte le contraddizioni di questa vicenda Calabrò e Contestabile si chiedono quindi : “Dove sono finiti i due promittenti assessori? Perché non hanno vigilato? Forse erano al mare? Perché non si sono informati sul reale incasso delle somme da parte della cooperativa? Perché non si attivano, seriamente, al fine di garantire il rispetto dell’accordo sottoscritto il 24.6.2010”?

Ed a propsito del suddetto accordo, gli esponenti di centro- sinistra ricordano che questo “prevede la rescissione di tutti gli affidamenti in essere alla Coop. Futura nell’eventualità di mancato rispetto. In realtà, a quanto pare – attaccano i due consiglieri- il rispetto dell’immediatezza e della priorità nei pagamenti, è ormai divenuto uno slogan per l’Amministrazione, una sorta di leit motiv per rabbonire la dilagante e legittima indignazione (nonché esasperazione) dei dipendenti della cooperativa.”

Secondo Calabrò e Contestabile, la vicenda è ormai purtroppo divenuta “scenario di frequenti epiloghi stucchevoli ed inconducenti. In una città normale – dicono – l’ennesima cattiva figura avrebbe determinato in capo ai diligenti amministratori un sussulto di dignità, tale da condurli a togliere il disturbo”. Ed è proprio questo l”invito’ che i due consiglieri rivolgono alla Aliberti e a Capone, chiedendogli senza troppi giri di parole di dimettersi.

Intanto, l’ormai perenne stato di agitazione dei lavoratori va avanti: ieri sera – in concomitanza del Consiglio comunale, poi saltato – hanno ‘occupato’ e scale di Palazzo Zanca, in attesa di risposte chiare, che continuano a non arrivare.

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