"Da giugno perdo il Supporto formazione lavoro, come farò?"

“Da giugno perdo il Supporto formazione lavoro, come farò?”

Marco Olivieri

“Da giugno perdo il Supporto formazione lavoro, come farò?”

mercoledì 23 Aprile 2025 - 08:30

La richiesta d'aiuto di una 49enne siciliana: "Sono disperata. Il lavoro mi piace ma non può essere prorogato". Lucchesi (Cgil): "Una misura fallimentare"

La lettera al giornale ha i toni accorati di chi è disperato. “Vorrei segnalare la mia situazione. Ho 49 anni, sono divorziata e vivo nella provincia di Catania. È da quasi un anno che lavoro in un Comune con il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl). A maggio saranno 12 mesi perché la proroga è solo per chi sta frequentando un corso di formazione. E non per chi sta lavorando nei Puc (Progetti utili alla collettività). E sono disperata. Non so come potrò vivere dal mese di giugno senza nessuna entrata economica (allo stato attuale 500 euro al mese, n.d.r.). Mi piace questo lavoro…”.

“Vorrei continuare questo lavoro ma con le regole attuali non è possibile, sono disperata”

Continua la signora, che abbiamo sentito anche al telefono: “Riesco a relazionarmi con il pubblico con gentilezza, cortesia, empatia, serietà e responsabilità. Mi sembra molto ingiusto, dopo un anno, essere buttata fuori e non poter continuare, alla mia età, in una formazione lavorativa. Arrivo a pensare di fare dei gesti estremi, dato che dopo questo Sfl non ci sarà altro lavoro per me. Come potrò vivere? Sono stanca: la vita è stata difficile per me. E continua a esserlo. So io quello che ho subito da quando mi sono ritrovata da sola con due figli da crescere. Ma nessuno capisce che, dopo tanti sacrifici, non mi rimane nulla. La mia esistenza è una lotta quotidiana. Sono stanca. Questo è un grido di aiuto. Vorrei tanto continuare a lavorare lì dove mi trovo, ma con le regole attuali questo non è possibile”.

La signora siciliana in precedenza era aiutata dal reddito di cittadinanza, eliminato dal governo Meloni senza proporre una valida alternativa né in termini di formazione, né di lavoro. Ancora prima aveva lavorato nel settore degli Lsu, lavori socialmente utili. Spiega la donna: “Mia figlia prima lavorava in un panificio, ma non l’hanno assunta, e poi da un parrucchiere che non la pagava. Anche lei è agli sgoccioli nell’ambito del Supporto formazione lavoro. Un impegno di sei mesi, prorogato per altri sei mesi. Questo impiego, come ho già evidenziato, mi piace ma non esiste alcuna formazione finalizzata al lavoro. Fai un anno così e poi ti lasciano sola, abbandonata. Per sei mesi, ho percepito 350 euro al mese. Negli altri sei mesi, sempre per otto ore settimanali e 32 mensili, 500 euro al mese”.

Sottolinea Francesco Lucchesi, della segreteria regionale della Cgil: “La Sicilia è una delle regioni (si veda il report in allegato, n.d.r.) che ha il maggior numero di percettori del Supporto formazione lavoro. E risultano meno della metà rispetto ai percettori del reddito di cittadinanza nell’isola. Si tratta di una misura che ha tagliato fuori centinaia di migliaia di persone nella nostra regione. Persone che si sono trovate scoperte da qualsiasi forma di sostentamento al reddito. E la Sicilia è la regione in cui la media di percezione delle mensilità è la più bassa d’Italia. In sostanza, ogni mese queste persone avrebbero dovuto usufruire, per il tempo loro concesso, del supporto. Ma, a causa della mancata attivazione, soprattutto nella fase iniziale, non hanno percepito nulla. Non essendo partita la formazione, obbligatoria per godere del sostegno, non hanno avuto nessun aiuto economico”.

Lucchesi (Cgil): “Il Supporto formazione lavoro è una misura fallimentare”

Questo il giudizio del dirigente della Cgil Sicilia: “Sfl è una misura emergenziale fallimentare. Di certo, non ha prodotto i risultati auspicati. E, soprattutto, non ha agganciato, attraverso il percorso di formazione, l’attività formativa al supporto economico, in vista di una futura occupazione. L’unica cosa che si è fatta è stata quella di ridurre la platea dei beneficiari in campo economico e, nello stesso tempo, non si sono create nuove condizioni d’impiego. Il reddito di cittadinanza non andava bene, per chi governa, perché si sosteneva che la gente stava sul divano a non fare niente. Ma il Supporto formazione lavoro è servito solo a ridurre le mensilità. E non ha raggiunto l’obiettivo di formare le persone per mandarle a lavorare”.

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007

Questo sito è associato alla

badge_FED