“La delibera di giunta riguardante l’incarico ad un agronomo esterno, costo 24 mila euro, per realizzare il progetto di piantumazione di alberi in città non rivela solo diversità di vedute, ma conferma anche la strategia di Buzzanca in questo scorcio finale di consiliatura. Il Ragioniere Generale, nel sollecitare il “blocco di tutti gli impegni di spesa corrente fino all’adozione del bilancio di previsione 2012 con esclusione di spese obbligatorie, stipendi, ecc…” dimostra di voler rispettare le sanzioni imposte dalla legge per avere violato il patto di stabilità nel 2011. Mette pertanto tutti sul chi va là facendo il proprio dovere e mettendo le mani avanti per evitare peraltro di far ricadere responsabilità dirette sulla sua persona e sugli uffici della Ragioneria. Il Sindaco, che mira a coinvolgere tutta la giunta comunale, invece, dopo avere violato il Patto di Stabilità nel 2011 non solo non vuole rispettare le conseguenti sanzioni, ma mira ad attuare quanto dichiarato, violando il Patto di Stabilità anche nel 2012. Un disegno folle, funzionale solo alle sue ambizioni politiche personali, che lascerebbe la città nelle macerie. Disegno cui bisogna opporsi nell’unico modo possibile per un ceto politico credibile : ridurre le spese nel senso indicato dal Ragioniere adeguandosi alle sanzioni previste e redigere il bilancio di previsione 2012 con l’obiettivo di rispettare il Patto di Stabilità nel 2012. Come si fa? Alzando il livello della programmazione. Per esempio nel caso in esame della potatura, da valutare nel contesto più complessivo del verde cittadino, della pulizia tombini, delle manutenzioni strade e quant’altro, si prende atto delle risorse necessarie e si approntano gare col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa facendo leva non solo sulle risorse disponibili comunali, ma anche sulle risorse private e sul volontariato. Un sistema, che in altre realtà d’Italia funziona. Il Sindaco invece preferisce continuare nel solito tran tran : non programma, usa la scarsità delle risorse come alibi per operare in una situazione di eterna emergenza che agevola favoritismi e clientele anche nel verde cittadino. Un tran tran che in una città sull’orlo del precipizio non deve essere più consentito.
Paolo Saglimbeni
