Stipendio dimezzato e stop alle spese extra per Ciacci. Ed ecco la replica alla pioggia di polemiche

Su Messinambiente e sulla gestione del liquidatore Alessio Ciacci continuano a soffiare venti di bufera. L’infuocata commissione consiliare di ieri mattina ha riacceso le polemiche esplose nei giorni scorsi sull’affidamento di un incarico di consulenza da 30 mila euro alla società Re Sources di Rapahel Rossi e sulle spese sostenute in questo anno per vitto, alberghi, viaggi e incarichi esterni da Ciacci e dalla squadra di professionisti arruolati per provare a salvare la disastrata società di via Dogali (vedi qui). Nervi tesissimi in aula, soprattutto per lo scontro tra il liquidatore e il consigliere comunale Daniele Zuccarello, un dibattito che inevitabilmente è stato monopolizzato più dalle richieste di chiarimento su queste due vicende, che dagli altri aspetti legati alla gestione di società e servizi. E per questo Ciacci ha deciso di affidare ai Diari dell’amministratore, pubblicati periodicamente sul sito di Messinambiente, una serie di considerazioni, spiegazioni e informazioni che riassumono i punti cardine della sua gestione e raccontano quanto è stato fatto in questo anno di lavoro.

Il liquidatore parla di risparmi e azioni positive avviate a Messinambiente, c’è un dettaglio che però spicca su tutti, forse anche alla luce delle tante polemiche sulle cifre spese dal Comune in questo anno per dare alla società una guida nuova e diversa. “Recentemente in assemblea dei soci del 3 Febbraio il mio compenso è stato ridotto a 36 mila euro lordi, uno degli stipendi più bassi che riconosce l'azienda, seppure per l'incarico con le maggiori responsabilità” scrive Ciacci nelle ultimissime righe di questa pagina del suo diario. Ed è proprio così. Il mese scorso l’assemblea dei soci di Messinambiente, quindi in pratica il Comune, ha deciso di dimezzare il compenso annuale che era stato riconosciuto ad Alessio Ciacci il 19 marzo 2014, quando fu nominato liquidatore di Messinambiente. Una scelta che non è stata dettata da dissidi o “punizioni”, una scelta praticamente obbligata per l’amministrazione Accorinti che ha dovuto attenersi ai pareri forniti dal Dirigente alle Partecipate Riccardo Pagano che, con leggi alla mano, ha di fatto costretto l’assemblea dei soci a rivedere i termini del contratto. Lo stipendio di Ciacci passa dunque dai 61 mila euro del primo anno a 36 mila euro in virtù della Legge Regionale n.7 del 2011 che prevede la riduzione dei compensi degli amministratori del 40%, dovendosi attestare al 42% di quello del Sindaco. Stop anche a rimborsi extra per vitto e alloggio, da adesso in poi a Ciacci saranno riconosciute solo le spese viaggio. Una decisione che a distanza di mesi dà ragione al consigliere comunale Giuseppe Santalco che nel luglio scorso aveva acceso i riflettori proprio su questi aspetti. L’assessore Daniele Ialacqua ha richiesto nuovi pareri anche all’avvocatura per accertare che questa norma debba essere applicata anche nel caso Ciacci, considerato che si tratta di un’azienda partecipata in liquidazione, fatto sta che al momento lo stipendio di Ciacci è stato bruscamente dimezzato. Al momento non si esclude neanche un’altra ipotesi ancor più nefasta, cioè che debbano rientrare nelle casse anche i soldi già versati in questo anno e tornando più indietro nel tempo anche quelli dell’ex commissario Armando Di Maria, visto che fino ad oggi non era mai stata applicata la legge regionale in vigore dal 2011.

Nel frattempo però Ciacci non perde di vista il suo obiettivo e continua a lavorare per dare alla gestione dei rifiuti messinese efficienza e innovazione. I problemi sono ancora tanti, c’è però un dato che il commissario ha voluto sottolineare: da luglio Messina non è più schiava di quelle emergenze rifiuti che negli ultimi cinque o sei anni l’hanno ciclicamente tenuta in ostaggio della sua stessa spazzatura. Un risultato di non poco conto per Ciacci che in occasione della commissione di ieri è tornato a fare nuovamente chiarezza sul bilancio del suo operato.

“Il 13 Gennaio ho presentato nella stessa commissione un rapporto di 73 pagine più allegati tecnici con una parte finale di sintesi su riorganizzazione, riduzione di costi, organizzazione nuovi servizi per la sostenibilità ambientale ed economica dell’azienda.

Poiché è importante sottolineare i risultati anche dal punto di vista economico credo sia utile questo elenco che li riassume:

– Annullato contratto manutenzione esterna Cassonetti della gestione precedente alla mia (ma quando già c’era questo consiglio comunale) che costava 20 mila euro al mese; nel 2012 è costato all’azienda circa 250 mila euro e oltre 1 milione dalla sua stipula. I costi evitati sono dunque 850 mila euro fino a fine contratto e 130 mila euro di arretrati non riconosciuti;

– Eliminazione straordinari e festivi per oltre 100 mila euro;

– Riduzione costi trasporto privato in discarica per 1 milione di euro;

– Riduzione spese legali per circa 50 mila euro;

– Riduzione conferimenti in discarica per circa 400 mila euro;

– Vantaggi economici dall’avvio a riciclo del verde per circa 25 mila euro;

– Vantaggi economici dal miglioramento della qualità dei materiali nella raccolta differenziata del vetro per circa 30 mila euro;

– Aumento corrispettivo consorzi del riciclo per miglioramento quantità differenziata per circa 40 mila euro;

6 Mezzi e 400 cassonetti acquistati ad un valore nettamente inferiore ai costi di mercato e a costi sostenuti in precedenza dall’azienda;

– Finanziamenti previsti da COMIECO per attivazione porta a porta a Messina.

Ricapitolando possiamo distinguere 3 voci: tagli per circa 2,5 milioni, vantaggi economici per circa 300 mila, finanziamenti per circa 200 mila. Sommando tutte le voci arriviamo a circa 3 milioni di euro.

Questa attività è stata possibile grazie al mio lavoro che è costato 61 mila euro lordi (il 2% dei risparmi economici apportati in un anno, ovvero un investimento per il Comune che ha reso 50 volte, cioè, il 5.000%).

Questo è stato possibile anche grazie a consulenze, in primis quella di Raphael Rossi, che erano presenti e quantificate nel progetto iniziale e che rappresentano una infinitesima parte dei vantaggi ottenuti. Nello specifico di Rossi è stata fatta una consulenza di circa 35 mila euro a cui ne è seguita una con la sua società da 31 mila, ovvero con una riduzione del 10%. Una scelta contestata ma che permette alla società di continuare a costruire questi risultati e di potersi avvalere di una persona selezionata e di spessore nazionale.

Sulle mie spese posso specificare che i viaggi sono sempre stati quelli preventivati, ovvero il viaggio settimanale di rientro a domicilio e di ritorno a Messina o strettamente funzionali all’attività aziendale mentre per il vitto avevamo fatto una convenzione con un ristorante per un primo a pranzo e un secondo a cena. Solo in un'occasione c’è stata una spesa più significativa perché essendo in loco dei consulenti esterni sono stati ospitati per la cena dall’azienda.

Per l’alloggio dormo in un normale albergo con cui avevamo una convenzione visto che per ragioni di sicurezza mi è stato consigliato di evitare di affittare una casa per cui non ci sarebbero stati peraltro ulteriori ribassi.

Chi amministra deve pensare al bene comune, all’interesse dei cittadini e alla totale trasparenza dei propri atti, proprio per questo con la mia gestione Messinambiente ha aperto un sito internet, sta inserendo sempre più dati, informazioni, documenti ed ha avviato forme di consultazione aperte a tutti, interne ed esterne all'azienda, per raccogliere informazioni, suggerimenti, critiche per cercare di migliorare continuamente i propri servizi.

Il dialogo con il Consiglio Comunale e con i giornali è alla base di un servizio etico, proprio per questo motivo ho provveduto a consegnare in prima persona i dati sulle spese aziendali. Ciò che ritengo fuori luogo è delegittimare un processo di cambiamento, sostenuto dal Sindaco e dalla Giunta Comunale, che sta coinvolgendo tutta l'azienda di Messinambiente.

E' un atto miope, pericoloso e ingiusto nei confronti dei lavoratori che si stanno impegnando per risollevare le sorti di un'azienda in grave crisi economica”.

Francesca Stornante