Perché Messina da ingresso principale della Sicilia è diventata la porta di servizio?

Perché Messina da ingresso principale della Sicilia è diventata la porta di servizio?

Rosaria Brancato

Perché Messina da ingresso principale della Sicilia è diventata la porta di servizio?

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domenica 05 Ottobre 2014 - 06:35

Lunedì 29 settembre l'Autorità portuale ha fatto un appello affinchè la città accogliesse in modo eccellente i 5 mila crocieristi che sarebbero sbarcati 14 ore dopo la nota. Dal Diario di Donna Sarina abbiamo scoperto come è andata, tra ronde di Mastro Lindo,squadre di abbracciatori, guide esperte in tour tra le incompiute e itinerari nel deserto.

Dal diario di Donna Sarina

Martedì 30 settembre– Caro Diario, come sai mi sforzo di essere una brava messinese, pago la Tares, la Tasi, le bollette Amam anche se l’acqua è diventata rara come quella di Lourdes, non posteggio in doppia fila, abbraccio gli alberi, dimostro affetto anche alle palme e ho dato loro l’ultimo saluto quando sono decedute. Non uso la pista ciclabile un po’ per paura di finire anzitempo i miei giorni e un po’ per pigrizia, ma cammino nell’isola pedonale e mi inchino al passaggio dei tir così Richichi non s’arrabbia e non licenziano i lavoratori della Cartour per colpa mia.

Insomma, ce la metto tutta, così quando ieri ho letto su Tempostretto che l’Autorità portuale ha lanciato un appello ai messinesi per dare un’immagine pulita e decorosa della città, ho risposto: eccomi. Dice il signore dell’Autorità portuale che oggi dalle 7 fino alle 19 sbarcheranno nientepopodimenoche 5 mila crocieristi da ben 3 navi. Non voglio peccare d’impertinenza, ma diamine, invece che dircelo 12 ore prima dello sbarco, poteva avvisarci in tempo, così facevamo le pulizie di casa come si deve. Ora ci trovano un po’,come dire, in pigiama e con la casa in disordine, ma il signore dell’AP ha detto che dobbiamo rimboccarci le maniche perché Messina è tra i primi 10 porti crocieristici italiani e mentre a Civitavecchia, Venezia, Napoli, Genova c’è decremento, noi viaggiamo con il vento in poppa.

«Facciamo costanti sforzi di marketing nonostante la città non sembri sempre adeguatamente partecipe con il necessario impegno a garantire un’eccellente accoglienza- ha scritto- Onde non vanificare gli sforzi promozionali di cui si è fatta carico fino ad oggi l’AP invitiamo tutti gli operatori cittadini a offrire un’immagine che renda giustizia al suo patrimonio naturale e storico- architettonico, allo scopo di invogliare i turisti/crocieristi e gli armatori a ritornare a Messina».

Quando ho letto questo accorato appello erano le 17.15 di lunedì, mancavano appena 14 ore allo sbarco dei 5 mila e mi sono detta, che fare? Chiamare Mary Poppins oppure cavarmela da sola? Mary Poppins non ha il telefono quindi ho scelto la seconda opzione e ho chiamato a raccolta tutti gli amici per fronteggiare il dramma: far capire ai turisti che non sbarcano a Bogotà ma in una città civile. Caro Diario, che soddisfazione, all’appello hanno risposto a centinaia e abbiamo istituito le ronde di Mastro Lindo che per tutta la notte hanno fatto quel che non è stato fatto finora. Come le brave massaie che mettono la polvere sotto il tappeto abbiamo sequestrato tre camion di Messinambiente (2 erano senza luci e il terzo con una ruota sgonfia, ma fa niente) e tolto di mezzo tonnellate di rifiuti lungo il percorso abituale dei crocieristi spostandole di alcune decine di metri. Devo dire la verità, non me la sono sentita di portarli a Pace, per timore che venisse Legambiente a contestarmi. A no,quello succedeva prima delle elezioni. Ripulire gli scavi del Duomo è stato un lavoraccio, ma non potevamo lasciare che i turisti pensassero che nell’antichità a Messina si conoscessero già le lattine di coca cola e i panini con i wurstel. Per fortuna è venuta in nostro soccorso la Fatina della ramazza che ha trasformato le erbacce e i boschi cresciuti nelle aiuole, lungo gli spartitraffico e sotto i monumenti in piante ornamentali e gerani da balconi. Dobbiamo farlo noi perché i dipendenti dell’Ato 3 sono quasi tutti amministrativi (ed infatti ora andranno tutti all’Amam, dove, come è noto, c’è penuria spaventosa di impiegati….). Chissà perché le partecipate non hanno lavoratori richiesti in quel settore, ma centinaia di amministrativi. Non ci sono autisti né spazzini, ma se ti serve una fotocopia trovi di decine di impiegati pronti a farla.

Il signor AP ci ha chiesto un’accoglienza eccellente, quindi abbiamo organizzato squadre di “abbracciatori” guidate dal sindaco, che hanno provveduto, allo sbarco dei crocieristi, a baciarli uno per uno aiutandoli poi ad attraversare la strada nella speranza che arrivassero incolumi dall’altra parte. Anche in questo si è prodigato Accorinti che, abituato a bloccare i tir sul cavalcavia, ha trascorso due ore nel corso Garibaldi a fermare le auto in corsa e a convincere gli automobilisti che anche un pedone è una vita umana. Ha smesso solo quando il signor Ap ha presentato ricorso al Tar sostenendo che il sindaco stava impedendo la libera circolazione dei suv.

Il problema era cosa far fare ai turisti nelle successive 12 ore. Escluse subito le visite guidate in Fiera, per non vederli morire di noia tra i padiglioni deserti, escluso anche l’autostop di massa per raggiungere il Museo, non sapevamo proprio che proporre. Mette tristezza vederli scattare foto negli scavi di Palazzo Zanca tra giardini di lattine e alberi di mozziconi di sigarette, immortalare le pareti della Galleria Vittorio Emanuele quasi fossero affrescati da Botticelli invece che da Jessica a Dodi “sei il mio colpo di fulmine”, o vagare senza meta convinti che le macerie intorno siano reperti archeologici e non il frutto di anni di malapolitica. Caro signor AP quel patrimonio storico-artistico di cui lei parla è solo un vago ricordo. Cosa proponi ai crocieristi? L’itinerario dei Forti abbandonati, le scalinate dimenticate, il giro delle incompiute, il tour delle saracinesche abbassate, il camel trophy tra le buche? Gli fai visitare tutti quei luoghi, come la Galleria dell’Inps o la Dogana finiti al centro di progetti inghiottiti nel nulla? Li porti in quello che doveva essere il Palacultura ma è solo un palazzo per uffici e la cultura non ha domicilio? Gli proponi spettacoli in un Teatro che ha appena messo alla porta gli orchestrali, buoni solo nelle campagne elettorali per promettere una stabilizzazione divenuta legge quasi 10 anni fa e dimenticata subito dopo? L’altro giorno mi chiedevo che fine ha fatto la Casa del Portuale dopo lo sgombero del Pinelli. E’ stata trasformata in uno spazio per artisti, un museo, un terminal,una sala convegni o è tornata come prima? Messina è come il castello di Rosaspina, rimasto immobile dal giorno dell’incantesimo quando la principessa si è punta con il fuso. Un tempo fermo nel quale non fioriscono le rose ma neanche i progetti. Che fine ha fatto il regolamento dei Beni comuni? Quali sono i “luoghi della cultura, dell’arte”? Possibile che per valorizzare un luogo lo si debba occupare? E una volta sgomberato tutto torna come prima con una bella pietra tombale sopra? Dove sono le iniziative di riscatto, di rinascita? Il rilancio è la moneta locale annunciata da Perna? Il tallero peloritano?

Quando e come è successo che una città così intensamente bella, che era l’ingresso principale della Sicilia è diventata la porta di servizio? Ci hanno tolto tutto. Le cose che si producono, dai cantieri navali ai succhi d’arancia, dalla birra ai granai. Ci dite di accogliere con impegno i turisti ma li facciamo sbarcare in un deserto di idee. Dobbiamo fare marketing davanti alla Costa crociere, ma poi ci sono 7 milioni di pendolari l’anno che dovranno rubare le scialuppe di quelle navi per attraversare lo Stretto, 600 mila passeggeri al mese “ostaggio” di una politica dei trasporti incapace e strabica verso i privati. Diventiamo ogni giorno più poveri “fuori e dentro”, una città grigia, divisa tra guelfi e ghibellini dove la lotta da Colosseo serve solo a distrarre dai veri problemi. Un ospedale sta per essere smantellato e ci si scanna per dare la colpa all’altro piuttosto che trovare la soluzione, mentre altri si apprestano a banchettare sulle spoglie di una struttura che ha accolto i disperati del 1908. Siamo un non-luogo dove siamo felici se il nostro vicino fallisce anche se noi siamo incapaci di avere un’idea, dove un’associazione dedita agli ultimi chiude e invece di interrogarci sul perché è accaduto li si attacca per averlo detto in giro, una città dove il Palacultura ha locali che ammuffiscono negli scantinati e la Galleria viene fatta marcire per paura di fare arrabbiare qualcuno che conta, dove si fa la voce grossa con Bluferries e si usano toni diversi con Caronte Tourist, dove siamo ostaggio delle incompiute e l’unico mercato del lavoro che funziona è quello delle segreterie politiche e delle cooperative. Una città ipocrita dove gli anziani a Casa Serena hanno l’acqua calda e i riscaldamenti razionati, un solo infermiere e neanche un animatore, ma non lo si deve denunciare, altrimenti poi i vecchietti scrivono una lettera, di loro “spontanea volontà”, dicendo che sono felici di questa gestione e anzi ci invitano a vedere come stanno bene….Il peso specifico della classe politica a Palermo e Roma è pari a zero, e se un giorno ci dicessero che dobbiamo accorpare il Duomo di Messina a quello di Enna non riusciremmo ad impedirlo.

Quindi, caro signor Ap noi cittadini ci possiamo impegnare ad abbracciare i crocieristi quando sbarcano, dargli anche un bacio in fronte, ma solo questo possiamo fare. Perché poi quando scattano le foto a una città ridotta in macerie chi glielo spiega che non siamo nel 1908 ma un secolo dopo e quelle non sono macerie del post-terremoto ma roba nostra? Eravamo l’ingresso principale della Sicilia, ora siamo solo una porta di servizio, possiamo solo salutarli con la manina quando passano senza degnarci di uno sguardo.

Rosaria Brancato

38 commenti

  1. 🙂
    …non che il mio giudizio valga qualcosa, ma complimenti.

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  2. 🙂
    …non che il mio giudizio valga qualcosa, ma complimenti.

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  3. La città è lo specchio di come siamo noi.
    Sarà diversa quando lo saremo anche noi.
    Collettivamente.

    Salvatore

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  4. La città è lo specchio di come siamo noi.
    Sarà diversa quando lo saremo anche noi.
    Collettivamente.

    Salvatore

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  5. Carissima Rosaria Brancato non viaggiavo da una vita su un InterCityNotte, ma Venerdì mi trovavo a Firenze con i miei nipotini padani e quel treno era la soluzione più accettabile, parlerò in altro commento del turismo di massa e di una Firenze di cui la mia generazione non potrà più esclamare la MIA Firenze, quella che abbia affascinato il giovane visitatore mariedit, quando si viaggiava in autostop o con ben altri treni notturni, eppure già oggi molto diversa da quella vista con i miei figli venticinque anni fa. Cara Rosaria prova a digitare sul sito di TrenItalia la tratta Firenze Messina Centrale, ti apparirà la scritta “Impossibile acquistare una soluzione di viaggio con tratte urbane.Le stazioni di partenza e arrivo appartengono ad una zona inibita alla vendita.” Per TrenItalia la tratta si interrompe a Villa S.Giovanni e poi riprende a Messina Centrale, mentre Villa Messina Marittima è affidata al Traghetto 7NB, e Messina Marittima Messina Centrale a Urbano URB, eppure quel treno ha come destinazione finali Siracusa e Palermo. Mi sono fatto furbo ho digitato Villa S. Giovanni per acquistare il biglietto, poi ho optato per la nave dei Franza delle 6, guadagnando mezzora sul traghetto di FS. Cara Rosaria nel tratto a piedi dalla stazione di Villa ai Franza mi sono sentito come chi entra nella propria città dalla porta di servizio, certo potevo restare sul treno e scendere alla Centrale, fare il furbo e risparmiarmi i €2,50 ai Franza, ma quel traghetto non lo sento più mio, non lo sento più sicuro, non lo sento più puntuale, ai Franza si può dire di tutto ma sono come un orologio svizzero.

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  6. Carissima Rosaria Brancato non viaggiavo da una vita su un InterCityNotte, ma Venerdì mi trovavo a Firenze con i miei nipotini padani e quel treno era la soluzione più accettabile, parlerò in altro commento del turismo di massa e di una Firenze di cui la mia generazione non potrà più esclamare la MIA Firenze, quella che abbia affascinato il giovane visitatore mariedit, quando si viaggiava in autostop o con ben altri treni notturni, eppure già oggi molto diversa da quella vista con i miei figli venticinque anni fa. Cara Rosaria prova a digitare sul sito di TrenItalia la tratta Firenze Messina Centrale, ti apparirà la scritta “Impossibile acquistare una soluzione di viaggio con tratte urbane.Le stazioni di partenza e arrivo appartengono ad una zona inibita alla vendita.” Per TrenItalia la tratta si interrompe a Villa S.Giovanni e poi riprende a Messina Centrale, mentre Villa Messina Marittima è affidata al Traghetto 7NB, e Messina Marittima Messina Centrale a Urbano URB, eppure quel treno ha come destinazione finali Siracusa e Palermo. Mi sono fatto furbo ho digitato Villa S. Giovanni per acquistare il biglietto, poi ho optato per la nave dei Franza delle 6, guadagnando mezzora sul traghetto di FS. Cara Rosaria nel tratto a piedi dalla stazione di Villa ai Franza mi sono sentito come chi entra nella propria città dalla porta di servizio, certo potevo restare sul treno e scendere alla Centrale, fare il furbo e risparmiarmi i €2,50 ai Franza, ma quel traghetto non lo sento più mio, non lo sento più sicuro, non lo sento più puntuale, ai Franza si può dire di tutto ma sono come un orologio svizzero.

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  7. ROBERTO TOMMASO 5 Ottobre 2014 10:35

    sarinaaaaaaaaaaaaaaaaa, sono + di trent’anni che questo ce**o di città è la porta di servizio, grazie a questo xxxxx di politici che abbiamo avuto e stiamo avendo, e tu te ne 6 accorta semplicemente adesso, il 05 ottobre 2014? ma dove vivi? ma smettila di pubblicare questi xxxxxx articoli che non servono ad un bel niente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    p.s. poi se lo volete pubblicare bene, altrimenti vuol dire che darà fastidio!!!!!!!!!!!!!!!

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  8. ROBERTO TOMMASO 5 Ottobre 2014 10:35

    sarinaaaaaaaaaaaaaaaaa, sono + di trent’anni che questo ce**o di città è la porta di servizio, grazie a questo xxxxx di politici che abbiamo avuto e stiamo avendo, e tu te ne 6 accorta semplicemente adesso, il 05 ottobre 2014? ma dove vivi? ma smettila di pubblicare questi xxxxxx articoli che non servono ad un bel niente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    p.s. poi se lo volete pubblicare bene, altrimenti vuol dire che darà fastidio!!!!!!!!!!!!!!!

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  9. Tutto ciò che lei ha descritto lo commentiamo tutti ,ogni giorno, ma poi?? I Vigili Urbani scansano le macchine in doppia fila, la polizia si gira se vede un motociclista senza casci( non gli compete) , i carabinieri non rispettano un semaforo , negli uffici pubblici è sempre pausa caffè , se non impegnati a messaggiare su Face book , ecc. ecc. Noi tolleranti di tutto continuiamo , ogni tanto commentiamo , ma quando ci Incazziamo??? La cultura , il senso Civico passa per ognuno di noi coinvolgendoci nel bene e nel male quindi , iniziamo a non fare i Buddaci riprendiamo chi non adempie , sempre nel rispetto della legge. Cordiali saluti

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  10. Tutto ciò che lei ha descritto lo commentiamo tutti ,ogni giorno, ma poi?? I Vigili Urbani scansano le macchine in doppia fila, la polizia si gira se vede un motociclista senza casci( non gli compete) , i carabinieri non rispettano un semaforo , negli uffici pubblici è sempre pausa caffè , se non impegnati a messaggiare su Face book , ecc. ecc. Noi tolleranti di tutto continuiamo , ogni tanto commentiamo , ma quando ci Incazziamo??? La cultura , il senso Civico passa per ognuno di noi coinvolgendoci nel bene e nel male quindi , iniziamo a non fare i Buddaci riprendiamo chi non adempie , sempre nel rispetto della legge. Cordiali saluti

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  11. Io lo dico da mesi.
    Uno ha un senso una sfilza no perché diventano forzati.
    Come dicono i giovani:
    Quoto!

    Salvatore

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  12. Io lo dico da mesi.
    Uno ha un senso una sfilza no perché diventano forzati.
    Come dicono i giovani:
    Quoto!

    Salvatore

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  13. Nella vicenda degli “invisibili” abbiamo dovuto attendere tre articoli se non ricordo male, di pura retorica.
    Io stesso chiesi chiarimenti visto che lei rispose nel forum ad un altro utente, ma in vano.
    Le delucidazioni con tanto di nomi e numeri di protocollo le abbiamo ricevute dal vostro ultimo articolo, che in pratica ha riportato lesposizione dei fatti della signora Rossitto.
    Troppa fuffa, troppo spazio a alla retorica di Lucia F. e troppo anche alle considerazioni filosofiche di chi lavorava per gli invisibili.
    Menomale che alla fine la signora Rossitto ha chiarito i fatti.
    Per cui mi permetto di rinnovare il mio invito:
    Meno Sarina e più Brancato girnalista.

    Salvatore

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  14. Nella vicenda degli “invisibili” abbiamo dovuto attendere tre articoli se non ricordo male, di pura retorica.
    Io stesso chiesi chiarimenti visto che lei rispose nel forum ad un altro utente, ma in vano.
    Le delucidazioni con tanto di nomi e numeri di protocollo le abbiamo ricevute dal vostro ultimo articolo, che in pratica ha riportato lesposizione dei fatti della signora Rossitto.
    Troppa fuffa, troppo spazio a alla retorica di Lucia F. e troppo anche alle considerazioni filosofiche di chi lavorava per gli invisibili.
    Menomale che alla fine la signora Rossitto ha chiarito i fatti.
    Per cui mi permetto di rinnovare il mio invito:
    Meno Sarina e più Brancato girnalista.

    Salvatore

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  15. Cara Rosaria Brancato non ci crederai ma…..mi ha fatto visita un alieno, credo un marziano. Mi ha confidato di essersi molto divertito a leggere il tuo articolo, pregandomi anche di farti i complimenti per la capacità dimostrata di rivelare tante profonde verità utilizzando toni sarcastici, esilaranti..
    Mi ha poi però anche sussurrato, sornione, in un orecchio : ma in fondo che volete? Ve la siete meritata la nemesi divina….avevate la opportunità a Messina di realizzare un sogno, un opera che suscita ammirazione ed invidia in tutto l’universo mondo, compreso il nostro… e l’avete invece contrastata quasi tutti e definitivamente “abbattuta”con l’aiuto di Monti & C… mettendo addirittura a governare la città un Sindaco integralista No Ponte?
    Le sole opere connesse vi avrebbero risolto tutti i mali di cui vi lamentate e vi lamenterete in eterno. Vi copieremo il progetto Messina Style e lo realizzeremo noi. Siamo infatti alieni si ma non alienati come voi.

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  16. Cara Rosaria Brancato non ci crederai ma…..mi ha fatto visita un alieno, credo un marziano. Mi ha confidato di essersi molto divertito a leggere il tuo articolo, pregandomi anche di farti i complimenti per la capacità dimostrata di rivelare tante profonde verità utilizzando toni sarcastici, esilaranti..
    Mi ha poi però anche sussurrato, sornione, in un orecchio : ma in fondo che volete? Ve la siete meritata la nemesi divina….avevate la opportunità a Messina di realizzare un sogno, un opera che suscita ammirazione ed invidia in tutto l’universo mondo, compreso il nostro… e l’avete invece contrastata quasi tutti e definitivamente “abbattuta”con l’aiuto di Monti & C… mettendo addirittura a governare la città un Sindaco integralista No Ponte?
    Le sole opere connesse vi avrebbero risolto tutti i mali di cui vi lamentate e vi lamenterete in eterno. Vi copieremo il progetto Messina Style e lo realizzeremo noi. Siamo infatti alieni si ma non alienati come voi.

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  17. Perchè non ci mette lo stesso impegno per gridare alla realizzazione del Ponte sullo Stretto? Solo allora si potrà prenotare il treno Firenze-Messina Centrale!!!

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  18. Perchè non ci mette lo stesso impegno per gridare alla realizzazione del Ponte sullo Stretto? Solo allora si potrà prenotare il treno Firenze-Messina Centrale!!!

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  19. Nicolò D'Agostino 5 Ottobre 2014 12:52

    “Quando la normalità diventa emergenza costante”

    “Allammi, allammi, allammi…”

    “Chiudi stà potta Pippina chi fora c’è buddellu”
    “Chi succidiu Ninu?!?”
    “Si futteru a testa drà fora, dicunu chemu a ffari a nommalità”
    “Chi iè stà nommalità?!?”
    “Su i cosi nommali… puliziari a città, non lassari i macchini unni min…. voi”, pagari u bigliettu supra o trammi, travagghiari pu stipendiu… Nisceru pacci Pippina”
    “Scusa Ninu, ma su cosi nnummali chisti… chi Tu fai quannu nesci da casa… e arrivi tuttu stancu”
    “Iò, ma niscisti paccia?!? Iò arrivu tuttu stancu mi staiu sittatu e mi non fazzu nenti… Parramu i fimmini e i palluni”
    “Oh svinturatu chi nun si iaudru… iò travagghiu da matina a sira e Tu ti ratti… Fai l’omu e non u pippinaseddra… L’omu iè quannu travagghia e nun fa u putrunazzu… L’omu si esaurisci pi du cosi… pi non fari nenti e pi fari troppu… Tu si esauristu pi fari nenti”

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  20. Nicolò D'Agostino 5 Ottobre 2014 12:52

    “Quando la normalità diventa emergenza costante”

    “Allammi, allammi, allammi…”

    “Chiudi stà potta Pippina chi fora c’è buddellu”
    “Chi succidiu Ninu?!?”
    “Si futteru a testa drà fora, dicunu chemu a ffari a nommalità”
    “Chi iè stà nommalità?!?”
    “Su i cosi nommali… puliziari a città, non lassari i macchini unni min…. voi”, pagari u bigliettu supra o trammi, travagghiari pu stipendiu… Nisceru pacci Pippina”
    “Scusa Ninu, ma su cosi nnummali chisti… chi Tu fai quannu nesci da casa… e arrivi tuttu stancu”
    “Iò, ma niscisti paccia?!? Iò arrivu tuttu stancu mi staiu sittatu e mi non fazzu nenti… Parramu i fimmini e i palluni”
    “Oh svinturatu chi nun si iaudru… iò travagghiu da matina a sira e Tu ti ratti… Fai l’omu e non u pippinaseddra… L’omu iè quannu travagghia e nun fa u putrunazzu… L’omu si esaurisci pi du cosi… pi non fari nenti e pi fari troppu… Tu si esauristu pi fari nenti”

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  21. Risolvere i problemi? Ma quando mai, altrimenti come farebbero a vivere tutti questi xxxxxxxxxxxxx nostrani?
    Chiederei a ROSARIA BRANCATO di scrivere il prossimo articolo: “Cosa ha perso Messina dalla non realizzazione del Ponte sullo Stretto” e di come ci saremmo liberati dai problemi che abbiamo. Sono disponibile per fornire numerosi dettagli!

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  22. Risolvere i problemi? Ma quando mai, altrimenti come farebbero a vivere tutti questi xxxxxxxxxxxxx nostrani?
    Chiederei a ROSARIA BRANCATO di scrivere il prossimo articolo: “Cosa ha perso Messina dalla non realizzazione del Ponte sullo Stretto” e di come ci saremmo liberati dai problemi che abbiamo. Sono disponibile per fornire numerosi dettagli!

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  23. Pgiuttari, non sono stati i messinesi a non volere il ponte….i messinesi…….non hanno mai contato nelle decisioni……ai messinesi viene imposto tutto…..e viene strappato tutto…la provincia di Messina e’ l’ultima colonia rimasta al mondo……ci sono comunque un paio di politici bravi, che difendono con il massimo impegno la provincia messinese…ma gli interessi di Messina sono contrapposti a Catania e Palermo…..che uniscono tutta l’isola contro la provincia messinese.
    Messina e’ la naturale porta della Sicilia..il cuore del traffico da e per la Sicilia….ma tale posizione rende periferici Catania e Palermo…che vogliono essere al centro..con quale risultato?????…..in realtà tutta la Sicilia sta gia’ pagando e ancor di più pagherà in futuro un prezzo elevato per questo tentativo di rendere marginale o nullo il ruolo dello Stretto nei collegamenti ferroviari nazionali e internazionali.L’arretratezza sconcertante del sistema ferroviario siciliano con il resto d’Europa e’ stata voluta al fine di favorire altri sistemi di trasporto…..e per scavalcare lo Stretto……ma il treno con la sua grande capacita di trasporto, l’economia dei costi, il rispetto per l’ambiente, la velocità, etc….e’ il sistema vincente, fondamentale per distribuire e fornirsi in modo veloce ed economico di ogni tipo di merce prodotta…..significa che paghiamo di più i prodotti che arrivano in Sicilia e sono meno competitivi i prodotti siciliani……bassi costi e velocità dei trasporti sono fondamentali per qualsiasi economia, specie per un’isola…….trasformare la porta naturale della Sicilia in porta di servizio….porterà ad una progressiva emarginazione(già in atto) della Sicilia ed ad un terribile impoverimento….

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  24. Pgiuttari, non sono stati i messinesi a non volere il ponte….i messinesi…….non hanno mai contato nelle decisioni……ai messinesi viene imposto tutto…..e viene strappato tutto…la provincia di Messina e’ l’ultima colonia rimasta al mondo……ci sono comunque un paio di politici bravi, che difendono con il massimo impegno la provincia messinese…ma gli interessi di Messina sono contrapposti a Catania e Palermo…..che uniscono tutta l’isola contro la provincia messinese.
    Messina e’ la naturale porta della Sicilia..il cuore del traffico da e per la Sicilia….ma tale posizione rende periferici Catania e Palermo…che vogliono essere al centro..con quale risultato?????…..in realtà tutta la Sicilia sta gia’ pagando e ancor di più pagherà in futuro un prezzo elevato per questo tentativo di rendere marginale o nullo il ruolo dello Stretto nei collegamenti ferroviari nazionali e internazionali.L’arretratezza sconcertante del sistema ferroviario siciliano con il resto d’Europa e’ stata voluta al fine di favorire altri sistemi di trasporto…..e per scavalcare lo Stretto……ma il treno con la sua grande capacita di trasporto, l’economia dei costi, il rispetto per l’ambiente, la velocità, etc….e’ il sistema vincente, fondamentale per distribuire e fornirsi in modo veloce ed economico di ogni tipo di merce prodotta…..significa che paghiamo di più i prodotti che arrivano in Sicilia e sono meno competitivi i prodotti siciliani……bassi costi e velocità dei trasporti sono fondamentali per qualsiasi economia, specie per un’isola…….trasformare la porta naturale della Sicilia in porta di servizio….porterà ad una progressiva emarginazione(già in atto) della Sicilia ed ad un terribile impoverimento….

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  25. mi piace, molto. solo perchè a volte gratifica che gente comune lo dica 🙂

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  26. mi piace, molto. solo perchè a volte gratifica che gente comune lo dica 🙂

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  27. Oggi passeggiata. Partenza piazza Cairoli. Via Giordano Bruno. Nemmeno un negozio aperto tranne il supermercato SIDIS. La pancia è sempre al comando. A sinistra la tetra silhouette della caserma della GdF e poi della ancora più tetra Camera di Commercio: non un’anima viva. A destra ciò che resta della Banca d’Italia. Mi lascio a destra l’autosilo Cavallotti, moumento all’inutilità delle opere pubbliche cittadine e allo spreco. Nemmeno un’auto, nemmeno un’autobus. Scenario da film horror. Di fronte l’ingresso laterale alla un tempo magnifica Dogana; il cancello è roso dalla ruggine. A destra, dietro il distributore di benzina, il muro dell’ex Mercato Ittico, coperto da bei murales. Proseguo lungo la via Vittorio Emanuele. A sinistra, la sagoma del Palazzo dell’INA, dai bassorilievi anneriti, poi il muro giallo della fu Banca di Sicilia. A destra il molo, con una nave, una, da crociera. Pochi crocieristi percorrono la stessa strada chi verso nord chi verso sud; chissà cosa avranno visto? Sul molo una schiera di carri armati dell’esercito italiano in partenza chissà per dove (Iraq?). Due grosse vedette della Capitaneria di Porto. Di fronte all’arrivo delle navi da crociera la solita schiera di ambulanti che vende oggetti inutili. Di fronte due soli negozi aperti: una vineria e una birreria praticamente vuoti. Un gruppetto di cinesi sorride ai tentativi di una guida che parla un’inglese maccheronico di accaparrarsi un turista per una gita chissà per dove. Il palazzo dell’INAIL, il la triste statua di Messina che avrebbe ogni ragione di piangere di fronte a tanto scempio. Il fantasma del Jolly Hotel, uno degli orgogli di Messina. In fondo uno scorcio del Teatro, orbo dei suoi orchestrali. La Passeggiata a Mare: qualche persona a godersi il pallido sole autunnale. Due pescatori che parlano delle esche miracolose. Le barche dei tycoons di Messina ormeggiate al porticciolo, off-limits per i comuni mortali. L’orrenda scultura al centro della passeggiata che una misericordiosa ruspa dovrebbe assicurare all’oblio perpetuo. Lato monte, un altro orgoglio di Messina, il Real Convitto Dante Alighieri, anch’esso nell’abbandono più totale. E, in fondo, lo scheletro dell’ingresso di quella che fu la Fiera Internazionale di Messina. Lo attraverso, due famigliole si avventurano lungo i viali deserti, lo sguardo perso sui padiglioni cadenti: li ricordo, bambino, illuminati e strapieni di gente. Ora solo macerie.
    L’Autorità Portuale invita i Messinesi a darsi da fare per offrire qualcosa ai crocieristi: ci vorrebbe una Macchina del Tempo…

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  28. Oggi passeggiata. Partenza piazza Cairoli. Via Giordano Bruno. Nemmeno un negozio aperto tranne il supermercato SIDIS. La pancia è sempre al comando. A sinistra la tetra silhouette della caserma della GdF e poi della ancora più tetra Camera di Commercio: non un’anima viva. A destra ciò che resta della Banca d’Italia. Mi lascio a destra l’autosilo Cavallotti, moumento all’inutilità delle opere pubbliche cittadine e allo spreco. Nemmeno un’auto, nemmeno un’autobus. Scenario da film horror. Di fronte l’ingresso laterale alla un tempo magnifica Dogana; il cancello è roso dalla ruggine. A destra, dietro il distributore di benzina, il muro dell’ex Mercato Ittico, coperto da bei murales. Proseguo lungo la via Vittorio Emanuele. A sinistra, la sagoma del Palazzo dell’INA, dai bassorilievi anneriti, poi il muro giallo della fu Banca di Sicilia. A destra il molo, con una nave, una, da crociera. Pochi crocieristi percorrono la stessa strada chi verso nord chi verso sud; chissà cosa avranno visto? Sul molo una schiera di carri armati dell’esercito italiano in partenza chissà per dove (Iraq?). Due grosse vedette della Capitaneria di Porto. Di fronte all’arrivo delle navi da crociera la solita schiera di ambulanti che vende oggetti inutili. Di fronte due soli negozi aperti: una vineria e una birreria praticamente vuoti. Un gruppetto di cinesi sorride ai tentativi di una guida che parla un’inglese maccheronico di accaparrarsi un turista per una gita chissà per dove. Il palazzo dell’INAIL, il la triste statua di Messina che avrebbe ogni ragione di piangere di fronte a tanto scempio. Il fantasma del Jolly Hotel, uno degli orgogli di Messina. In fondo uno scorcio del Teatro, orbo dei suoi orchestrali. La Passeggiata a Mare: qualche persona a godersi il pallido sole autunnale. Due pescatori che parlano delle esche miracolose. Le barche dei tycoons di Messina ormeggiate al porticciolo, off-limits per i comuni mortali. L’orrenda scultura al centro della passeggiata che una misericordiosa ruspa dovrebbe assicurare all’oblio perpetuo. Lato monte, un altro orgoglio di Messina, il Real Convitto Dante Alighieri, anch’esso nell’abbandono più totale. E, in fondo, lo scheletro dell’ingresso di quella che fu la Fiera Internazionale di Messina. Lo attraverso, due famigliole si avventurano lungo i viali deserti, lo sguardo perso sui padiglioni cadenti: li ricordo, bambino, illuminati e strapieni di gente. Ora solo macerie.
    L’Autorità Portuale invita i Messinesi a darsi da fare per offrire qualcosa ai crocieristi: ci vorrebbe una Macchina del Tempo…

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  29. E con il portiere scarsissimo e senza scarpe che vi ritrovate che pretendete?
    George

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  30. E con il portiere scarsissimo e senza scarpe che vi ritrovate che pretendete?
    George

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  31. lei Rosaria ha ragione,solo che il buddace è abituato a convivere con il disordine,la sporcizia , cu scirocco,piscistoccu e malanova e a iddu unni ci chiovi ci scidddica……

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  32. lei Rosaria ha ragione,solo che il buddace è abituato a convivere con il disordine,la sporcizia , cu scirocco,piscistoccu e malanova e a iddu unni ci chiovi ci scidddica……

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  33. Forniscili subito, non aspettare l’articolo. Sono proprio curioso.

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  34. Forniscili subito, non aspettare l’articolo. Sono proprio curioso.

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  35. MessineseAttento 6 Ottobre 2014 07:36

    Ma donna Sarina fino a giugno 2013 dov’era??
    Nel mio piccolo Le consiglio, donna Sarina, di tornare alle sue faccende, perché oggi rischia di essere anacronistica e fuorviante.

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  36. MessineseAttento 6 Ottobre 2014 07:36

    Ma donna Sarina fino a giugno 2013 dov’era??
    Nel mio piccolo Le consiglio, donna Sarina, di tornare alle sue faccende, perché oggi rischia di essere anacronistica e fuorviante.

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  37. Pensi al suo caro Pisapia visto che è quello il suo sindaco e Milano la sua cara città.
    Gliel’ho già detto quale è il suo problema.

    Salvatore

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  38. Pensi al suo caro Pisapia visto che è quello il suo sindaco e Milano la sua cara città.
    Gliel’ho già detto quale è il suo problema.

    Salvatore

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