Alluvione del 22 novembre, dopo due mesi nessuna ordinanza: la colpa è della Regione

Il ritardo dell’adozione dell’ordinanza di protezione civile per stanziare i fondi necessari alle zone alluvionate della fascia tirrenica è dovuto ad un motivo molto semplice ed al tempo stesso sconcertante: «Quello che manca è la relazione tecnica con cui la Regione doveva interessare il dipartimento della Protezione Civile. Si è detto che l’intervento costava 200 milioni di euro, ma non si è specificato perché si giungeva a quella cifra ed a quali danni corrispondeva, come siamo abituati a fare qui in Parlamento ogni qual volta vi è una spesa che viene verificata poi dalla relazione tecnica stessa». Lo ha spiegato il sottosegretario di Stato per l’economia e le finanze, Gianfranco Polillo, che ieri pomeriggio ha risposto alla interpellanza urgente presentata dal deputato messinese Vincenzo Garofalo. A bloccare tutto è, dunque, la relazione tecnica in mancanza della quale il Governo ha, di fatto, le mani legate. «Bisogna dunque – ha continuato il sottosegretario – che la Regione predisponga la relazione tecnica e la dia al Dipartimento». Immediata la risposta di Garofalo: «Registro quanto da lei affermato che spiega finalmente le ragioni di un ritardo altrimenti incomprensibile, da domani il mio lavoro sarà quello di incalzare la Regione e di rendere noto che vi sono parti dello Stato e dell’amministrazione pubblica che non svolgono puntualmente il loro dovere e che, ahimè, invece chiedono agli altri di essere celeri».

Ancora più severo il senatore barcellonese del Pdl Domenico Nania: «A parte le “chiacchiere” dei primissimi interventi governativi nazionali e regionali, seguiti alla dichiarazione dello stato d’emergenza, non è stata ancora emanata, nonostante le diverse sollecitazioni, l’ordinanza del presidente del Consiglio, che dispone la destinazione immediata di risorse per alleviare i danni alle attività commerciali e agli immobili dei cittadini e misure adeguate per dare sostegno al territorio. La Regione Sicilia non intende applicare l’articolo 2 quater della legge n.10 del 2011, non facendosi così carico di reperire le risorse finanziare per far fronte alla necessità, come invece hanno fatto le regioni Liguria e Toscana per le alluvioni dell’ottobre e novembre 2011». Nania ricorda che «le condizioni di immediato pericolo persistono», per questo chiede al presidente del Consiglio Monti di sapere se «vista l’inerzia della Regione, non ritenga di intervenire con urgenza, sostituendosi alla Giunta, ai sensi dell’articolo 120 della Costituzione, disponendo l’aumento delle accise sulle benzine. Inoltre chiedo di sapere, se non ritenga, dato il ripetersi costante e annuale degli eventi alluvionali nel territorio messinese, di attribuirgli la “rilevanza nazionale” in modo da giustificare l’intervento diretto attingendo alle risorse del Fondo Nazionale della Protezione Civile. Non è più accettabile – conclude Nania – questa politica di “scaricabarile” tra il governo nazionale e la Regione, giocata sulla pelle dei cittadini già colpiti duramente dell’alluvione».