Droga e cellulare in carcere, le condanne tra Messina e Barcellona

Droga e cellulare in carcere, le condanne tra Messina e Barcellona

Alessandra Serio

Droga e cellulare in carcere, le condanne tra Messina e Barcellona

giovedì 19 Giugno 2025 - 08:00

I 9 arresti della Polizia nel 2022. Tutti i nomi e il verdetto per il Madia "colabrodo"

Messina – Sono condanne per tutti quelle decise dal giudice Ornella Pastore alla fine del processo sullo spaccio in carcere a Barcellona, dove sono stati trovati e sequestrati anche cellulari in uso illegalmente ai detenuti. E sono condanne piuttosto severe, considerando anche la scelta del rito. Ecco il verdetto.

Le condanne

7 anni e 3 mesi di reclusione per Francesca Alaqua (35 anni di Milazzo), 6 anni a Sebastiano Chiarenza (36, Messina); 4 anni per Giusy Catania (34, Barcellona), 3 anni e 8 mesi ad Alessio Sciliberto (35, Cernusco sul Naviglio), 15 anni e 9 mesi per Simona Costa (43, Messina), 8 anni e 2 mesi per Tommaso Costantino (22, Barcellona), 15 anni e 5 mesi per Luigi Crescenti (45, Messina), 20 anni per Francesco Esposito (51, Messina);  7 anni e 10 mesi per Maria Gnazzitto (44, Barcellona) e Maria Rizzo (37, Milazzo); 7 anni e 8 mesi per Salvatore Nania (43, Napoli), 11 anni e un mese per Francesco Perroni (34, Milazzo).

La giudice sembra aver accolto quasi integralmente la richiesta dell’accusa, ma ha comunque deciso diverse assoluzioni parziali e riqualificato molte delle accuse contestate, come richiesto dai difensori, gli avvocati Giuseppe Coppolino, Giusy Costa, Pietro Fusca, Giuseppe Ciminata, Antoniele Imbesi, Sebastiano Campanella, Giuseppe Bonavita, Giuseppe Carrabba e Piera Basile.

9 arresti della Polizia

L’indagine della Polizia risale al 2022 ed ha scoperto che in alcune teglie di pasticcio e lasagne entravano crack, marijuana, hashish, che grazie alla moglie di un detenuto riuscivano a superare le alte mura del Madia, entrando nelle celle. La stessa sostanza veniva smerciata da una gang di pusher di Milazzo, anche in questo caso con la complicità di alcune donne che avevano un ruolo molto attivo nell’attività. A tirare le fila erano i detenuti, da dietro le sbarre.

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