È morto il giornalista Rai Giuseppe Carrisi

È morto il giornalista Rai Giuseppe Carrisi

Redazione

È morto il giornalista Rai Giuseppe Carrisi

venerdì 11 Aprile 2025 - 16:43

Considerava Messina la sua città d'adozione. Era conduttore radiofonico, scrittore e documentarista

È morto all’improvviso il giornalista, documentarista e scrittore Giuseppe Carrisi. Nel mese di maggio, avrebbe dovuto presentare il suo nuovo libro a Messina, la sua città d’adozione.

Era nato a Dellanuova (Reggio Calabria) nel 1962 e, dopo pochi giorni, la famiglia si era trasferita a Messina. Nella città dello Stretto si era laureato per poi trasferirsi fuori. Ha iniziato a scrivere per il settimanale “Gente” e si è occupato delle stragi mafiose di Capaci e Via d’Amelio per Radio Vaticana.
Successivamente è stato assunto in Rai, dove è stato conduttore fino all’ultimo per le edizioni mattutine del radio giornale di Rai 2 e 3.

Lascia la moglie, l’insegnante Simona, e due figli in tenera età, Alessandro e Leonardo. Da sempre legato a Messina, non perdeva occasione per farvi rientro.

Chi era Giuseppe Carrisi

Giuseppe Carrisi si è occupato per anni delle problematiche dei Paesi in via di sviluppo, in particolare dell’Africa, e ha realizzato numerosi reportage da zone di guerra (Palestina, Sierra Leone, Uganda, Repubblica Democratica del Congo). Ha pubblicato il volume Kalami va alla guerra, dedicato al fenomeno dei bambini utilizzati nei conflitti armati, e sullo stesso argomento ha anche realizzato un film-documentario, dal titolo Kidogò, un bambino soldato, presentato al Giffoni Film Festival. È stato anche autore e regista del documentario Voci dal buio, che racconta storie di giovani affiliati alla camorra e di loro coetanei della Repubblica Democratica del Congo che vivono in condizioni di violenza e sfruttamento, e della docufiction Zarema e le altre, sulla realtà delle “vedove nere”, le ragazze kamikaze della Cecenia. Per la Newton Compton ha pubblicato Tutto quello che dovresti sapere sull’Africa e che nessuno ti ha mai raccontato (vincitore del Premio Fregene per la saggistica), Gioventù camorrista e La fabbrica delle prostitute.

Ai familiari le condoglianze di Tempostretto.

Un commento

  1. Il commento è uno solo.L’orgoglio può nascere dall’appartenenza alla stessa terra che dà i natali,ma senza specifici meriti.Perchè può essere solo una circostanza che prescinde dai meriti. Per questo uomo sentiamo l’orgoglio che nasce dal contributo che egli ha saputo dare alla conoscenza,ciò che arricchisce l’uomo e ne fa un discrimine nella società.Il suo impegno è il suo valore.

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