Enrich Alding a Messina e gli albori della stampa in Sicilia

Enrich Alding a Messina e gli albori della stampa in Sicilia

Marco Ipsale

Enrich Alding a Messina e gli albori della stampa in Sicilia

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sabato 13 Luglio 2019 - 07:19

Tra il 1474 e il 1478, a Messina, la prima stampa in Sicilia

MESSINA – L’invenzione della stampa a caratteri mobili in Europa viene fatta risalire al 23 febbraio 1455, quando Johannes Gutenberg ultimò la sua “Bibbia a 42 linee”. Non tardò molto, una ventina d’anni, ad arrivare in Sicilia, precisamente a Messina. Merito del tipografo tedesco (o olandese) Enrich Alding, a cui la nostra città ha dedicato un’anonima via, parallela di via del Santo. Non è un caso se una delle perpendicolari si chiama via Arte della Stampa.

Secondo alcune fonti, il primo libro stampato a Messina è l’opera “Aesopus moralisatus”, nel 1474, di cui è conosciuto un unico esemplare, peraltro mutilo, presso la biblioteca reale di Copenaghen. C’è una data certa, invece, il 14 aprile 1478, per “La vita di San Girolamo”. Alding stampò ancora altri sette libri e, fino al 1500, furono in tutto 23 quelli impressi a Messina, “quando la città siciliana, porto e centro commerciale attivissimo anche a livello internazionale – scrive la Treccani nel suo dizionario biografico -, risultava essere la sede preferita dei primi tipografi, soprattutto tedeschi, in Sicilia e nell’Italia meridionale”.

Lo ha ricordato il luogotenente Maurizio Cassia, comandante della sezione dei carabinieri dedicata alla Tutela del patrimonio culturale, di Siracusa, nell’ambito del ritrovamento di 342 volumi trafugati dalla biblioteca dell’Ignatianum di Messina. Tra questi, tre incunaboli, cioè tre libri del ‘400, due di Aristotele e uno di Tommaso D’Aquino. “Messina è la città antesignana in Sicilia della stampa a caratteri mobili, con ‘La vita di San Girolamo’ di Enrich Alding. Non solo nel ‘400, la produzione continua anche nel ‘500 e nei secoli successivi. Abbiamo ritrovato, ad esempio, un’edizione rarissima del 1537 stampata dal tipografo Petruccio Spira, attivo a Messina dal 1526 al 1562. Ne esistono solo 12 esemplari, di cui 5 in Sicilia. Poi un’edizione viterbese del 1632, con importante frontespizio, dell’epistola della Beata Vergine Maria ai messinesi, di Melchior Inchofer”.

Nel 2018, tra gli 8.405 beni culturali asportati, ben 2.935 provenivano da strutture ecclesiastiche. “Tutti i 342 libri – conclude il comandante Cassia – sono stati analizzati dai funzionari della Soprintendenza della Siracusa, che ne hanno accertato autenticità, datazione e interesse culturale. I tre incunaboli, in particolare, sono esemplari unici di rare edizioni, di elevatissimo intesse storico-culturale per la comunità scientifica sulla stampa alle sue origini”.

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