Esami universitari, obbligo di collegarsi dall'Ateneo: 76 docenti scrivono al rettore

Esami universitari, obbligo di collegarsi dall’Ateneo: 76 docenti scrivono al rettore

Redazione

Esami universitari, obbligo di collegarsi dall’Ateneo: 76 docenti scrivono al rettore

domenica 14 Giugno 2020 - 07:30

"Si riveda una misura che produce rischi senza offrire concreti vantaggi in relazione alla qualità dello stesso lavoro didattico, che, anzi, viene esposto a possibili problemi tecnici"

MESSINA – Il rettore dell’Università degli studi di Messina ha comunicato ai docenti che, a partire da domani (lunedì 15 giugno), “dovranno collegarsi dai propri uffici dell’ateneo per l’espletamento degli esami di profitto e di laurea”. È una misura inedita, ad oggi non adottata da alcuna altra università italiana. In altri atenei, come quelli di Catania e Palermo, per fare solo due esempi a livello regionale, è possibile, ma non
obbligatorio, svolgere gli esami a distanza dai propri uffici d’ateneo.

“Sarebbe opportuno evitare rischi inutili”

“In una situazione sanitaria forse sotto relativo controllo in Sicilia, ma
non ancora stabilizzata nel paese – scrivono in una nota 76 professori – sarebbe opportuno evitare rischi inutili. Rendere obbligatorio, per i docenti, recarsi sul luogo di lavoro per svolgere attività a distanza dai veri soggetti della didattica, gli studenti, appare così una misura che produce rischi senza offrire concreti vantaggi in relazione alla qualità dello stesso lavoro didattico, che, anzi, viene esposto a diversi possibili problemi tecnici, dalla presenza o adeguatezza delle attrezzature informatiche a disposizione dei docenti, alla qualità e stabilità delle connessioni, agli spazi, spesso ridotti, in cui almeno due docenti alla volta si ritroverebbero a svolgere sessioni di esame dinanzi ad un unico schermo, dalla sanificazione di tutti gli ambienti, al rispetto di tutto quanto previsto dalla normativa Covid e così via”.

“Disparità per chi è costretto ad usare mezzi pubblici”

La misura, che prescinde da valutazioni sulla fattibilità tecnica e dal
coinvolgimento dei docenti nelle sedi collegiali (consigli di dipartimento
etc.), “crea inoltre una significativa disparità tra chi ha la
possibilità di recarsi sul posto di lavoro in condizioni di sostanziale
sicurezza e chi invece è costretto a servirsi di mezzi pubblici. Inoltre, tale provvedimento è agli antipodi dello spirito di una vera didattica mista, che prevede la complementarità tra formazione a distanza e
formazione in presenza non certo distinguendo tra presenza dei docenti e
distanza dei discenti, ma compenetrando tra loro le esigenze e i diritti
degli studenti che possono e vogliono recarsi in sede con quelle degli
studenti che possono (o vogliono) soltanto seguire corsi online”.

“Nessuna utilità da questa misura”

Infine, in riferimento alla precisazione del rettore dello scorso 10 giugno, “è più che ovvio sottolineare che qualunque discriminazione tra
docenti residenti a Messina e docenti residenti fuori città è
inaccettabile. Considerando che l’applicazione di tale misura non presenta alcuna utilità o vantaggio in direzione di un reale ripristino dell’“ambiente didattico” antecedente alla pandemia, i 76 firmatari del documento chiedono al rettore di “riconsiderare la decisione e di valutare, in alternativa, l’opportunità di rendere possibili, non obbligatori, gli esami on line con docenti in sede, come avviene già in altri atenei”.

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