La riflessione

Europee, Emilio Fragale: “Ha perso Messina”

Perde Messina. Non solo e non tanto perché ancora una volta, non vi è in Europa un messinese (come facilmente prevedibile) ma perché la città è stata ri-considerata come banco di prova per chi – per un motivo o per un altro – si misura, pesa e conta elettoralmente senza preparazione e senza visione.
Normalmente chi si vuole misurare, pesare e contare … scommette su un cognome che si scrive in un modo e si legge in un altro.
E’ vero che una competizione come quella per le europee viene fagocitata dalla propaganda nazionale e dall’appeal dei leader di partito ma è anche vero che – al netto di più o meno apprezzabili testimonianze – le candidature non si inventano.
D’altronde, l’astensionismo in città e in provincia rappresenta risposta sintomatica di distanza e sfiducia.
Eppure Messina, nello scacchiere del Mediterraneo, intersecando importanti binari e corridoi europei avrebbe molto da dire, da dire per tempo. Ci si dimentica, peraltro, che il collegio abbraccia l’intera Sicilia e l’intera Sardegna. Senza Politica, con la P maiuscola, senza candidature con visibilità e autorevolezza diffusa oltre il recinto dell’impegno civico, senza trama che si intreccia nel passo dell’ordito di una elaborazione e di una proposta identitaria che trascende il localismo, cosa attendersi!?
Mi dispiace attestarlo. La verità è una. Messina si dimostra ed è considerata città da saccheggiare. A ciò si prestano, in un concerto di caporalato, piccoli e grandi capi-elettori. Si possono anche coltivare elevate ambizioni individuali. Talvolta, qualche traguardo prefissato può anche essere raggiunto. Tuttavia, in assenza di pensiero alto e nobile, di progetto coerente e strutturato, ci si infrangerà inevitabilmente nella mediocrità e nella piccineria.
Perde Messina. Aveva perso prima di cominciare la partita.
Emilio Fragale