“Il termovalorizzatore di S. Filippo del Mela era unica prospettiva di lavoro”

La provincia di Messina versa da tempo in una drammatica situazione produttiva ed occupazionale. Se n'è parlato al Mediterranea Club di Milazzo, nel corso del terzo congresso territoriale della Filctem Cgil, la categoria che raggruppa i lavoratori chimici, tessili, energia e delle manifatture.

Alla guida della segretaria generale è stato riconfermato Pino Foti. "Le aziende che gestiscono i servizi a rete, soprattutto quelle a capitale pubblico come Italgas ed Enel – ha detto – hanno da tempo ristretto il proprio perimetro di attività, riducendo al minimo gli organici per far spazio agli appalti esterni. Quelli per intenderci con meno salario e meno diritti. Tutto ciò oltre a dividere i lavoratori limita soprattutto in Enel la qualità del servizio all’utenza – che per il servizio elettrico nazionale non può più recarsi negli uffici riservati adesso solo a chi contrae un contratto per servizi di mercato – e della sicurezza che, aldilà dei calcoli, non può certo basarsi solo sul rispetto del cosiddetto “rispetto della media”. La bocciatura “politica” del progetto del termovalorizzatore alla centrale termoelettrica A2A di San Filippo del Mela – che ricordiamo, aveva già ottenuto tutte le certificazioni degli organi terzi di controllo – annulla l’unica prospettiva occupazionale in quell’area. All’impianto che doveva produrre energia dai soli rifiuti indifferenziati urbani, la Regione Siciliana antepone nuove vasche per allargare quelle discariche ormai fuorilegge e lo smaltimento all’estero con sproporzionato levitazione dei costi. Non ci sono aziende che smaniano per insediarsi in quest’area e ciò che resta, come la raffineria, ha già ridotto drasticamente i propri investimenti, ed i suoi silenzi ad oggi non preludono a nulla di buono. Contrapposizioni e proclami possono certamente servire per le campagne elettorali ma i fatti dimostrano che il Governo e la Regione non hanno mai messo un euro e che ci sono voluti il sindacato ed i lavoratori per costringere la Ram a tirare fuori i soldi per quelle centraline capaci di informare in tempo reale la gente. Non è più tempo di bluffare. I servizi, quelli indispensabili come l’acqua, o vengono erogati oppure no. E per farlo lo si accetti o meno occorrono i lavoratori sennò si lasciano i messinesi a secco. All’amam non si assume e non si procede agli avanzamenti di carriera del personale rimasto che è chiamato logicamente a svolgere altre mansioni, ma in compenso si ricorre alle esternalizzazioni e si mantiene un appalto esterno per “supporto all’ufficio personale”. E dopo le tanto annunciate dimissioni del direttore generale non c’è ancora alcuna traccia del bando di concorso per la sua sostituzione. Aldilà delle parole e degli schieramenti – aggiunge Foti- il lavoro continua a diminuire, e ciò pregiudica il futuro di una comunità, soprattutto delle famiglie di quelle fasce sociali che non hanno le possibilità di spostarsi o di mandare i figli all’estero. Diventa perciò indispensabile non solo per gli attuali occupati, ma particolarmente per coloro che aspirano ad esserlo, una battaglia per il lavoro che unisca e non divida, e che consenta di mantenere ciò che c’è e di allargare la base occupazionale della provincia. Una battaglia per il lavoro vero, che non dia alibi a nessuno e su cui tutti concorrono e si misurano".