Fiorella Mannoia conquista il Castello di Milazzo, tra rivisitazioni dei suoi storici brani e interventi su tematiche sociali
Un evento di grande intensità ha animato il Castello di Milazzo, dove Fiorella Mannoia si è esibita accompagnata dall’orchestra “Saverio Mercadante” di Altamura, diretta dal maestro Rocco De Bernardis. Il concerto ha proposto una rilettura in chiave sinfonica del repertorio dell’artista, con omaggi ai grandi della musica italiana come Cocciante e Bertoli.
Il concerto si è aperto con Caffè nero bollente, brano del suo primo Sanremo nel 1981, e ha attraversato tutto il suo repertorio: da “Mariposa” a “Che sia benedetta” fino a “Quello che le donne non dicono” e “Il cielo d’Irlanda”.
L’impegno nel sociale di Fiorella Mannoia
Momento dedicato anche al sociale. L’artista ha parlato del lavoro della fondazione “Una, nessuna, centomila”, ribadendo il suo impegno contro la violenza sulle donne. Intervento di Mannoia, quindi, sul conflitto in Medio Oriente, pronunciato prima dell’esecuzione de “Il peso del coraggio”.
«A Gaza si sta facendo pulizia etnica – ha detto Mannoia – si usa la fame come arma di guerra, non nel nostro nome. Sono consapevole che la mia presa di posizione e quella del pubblico che applaude non sortirà effetti, ma è comunque un modo per dire ‘non nel mio nome’».
In chiusura, ha indossato una maglia nera con la scritta “Free Gaza” e ha intonato a cappella “Il disertore” di Boris Vian, congedandosi al grido di “Palestina libera”.
La soddisfazione di Midili
Il sindaco di Milazzo è intervenuto sulla buona riuscita dell’evento, commentando: «Recuperare il Teatro al Castello e chiudere questo primo ciclo di spettacoli incredibili con una Fiorella Mannoia stratosferica è una cosa straordinaria che mi inorgoglisce. Milazzo cresce anche per questo ed io sento il dovere di ringraziare tutto il nostro personale per il grande lavoro di questi anni, per avere sopportato me e le mie richieste al limite del sopportabile . Grazie per avere dato alla nostra città momenti come questo».

sarà anche banale, ma se non si riesce a fare bene due rampe da nulla, come vogliono fare il ponte?