Oliviero Diliberto in città per Pietro Currò: «Votateci a testa alta. Noi siamo onesti»

«Se domenica (28 ottobre, ndc), quando entrerete in cabina elettorale, deciderete di votare per il nostro candidato, Pietro Currrò, vi chiedo solo di farlo a testa alta, perché il nostro è un partito fatto di persone oneste». Queste le parole con cui Oliveiro Diliberto, leader del PdCI (Partitio dei Comunisti Italiani), ha chiuso l’incontro tenutosi questa mattina nel salone della Bandiere di palazzo Zanca, per sostenere il “compagno” Currò, in corsa per la conquista di un seggio all’Ars nella formazione che sostiene Giovanna Marano. Vale la pena di ricordare che in passato Currò è stato esponente di primo piano del Partito Repubblicano ricoprendo anche l’incarico di assessore al risanamento in una giunta comunale di centrodestra. Un’analisi ad ampio raggio quella di Diliberto, preceduta dagli interventi di Francesco Napoli (anche nella veste di moderatore dell’incontro) e Orazio Licandro, entrambi esponenti locali del partito.

Napoli, dopo aver puntatio il dito contro la gestione fallimentare delle amministrazioni, ciascuna per le proprie competenze, Buzzanca e Lombardo, ha effettuato una panoramica sulla condizione di difficoltà vissuta dal mondo del lavoro nella provincia messinese. I dati “snocciolati”, sono stati quelli contenuti nel dossier presentato qualche giorno fa dalla Cgil, che evidenzia una situazione occupazionale a dir poco disastroso, dove l’unica ancora di salvezza è rappresentata dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Spazio poi ad Orazio Licandro: «Stiamo affrontando una delle campagne elettorali più complesse degli ultimi anni – ha commentato – in cui si deve cercare di battere l’alleanza Pd-Udc e annientare la forza che mina l’unità della sinistra». Si è invece detto felice dell’esperienza elettorale vissuta nell’ultimo mese, il diretto interessato, ovvero Pietro Currò «perché ho avuto la fortuna di conoscere persone oneste, che mi hanno dimostrato affetto ed amicizia».

Nella parte finale dell’incontro, la scena è stata tutta per l’ “ospite d’onore”. La prima fase dell’analisi dilibertiana, è stata dedicata alla situazione politico-economica nazionale. Con un linguaggio preciso e chiaro, il leader del PdCI ha spiegato come e perché «in questo momento sia in corso un battaglia violenta all’interno della classe dirigente del Paese. E’ uno degli scontri più duri cui abbia mai assisistito – ha aggiunto – perché finalizzato anche all’acquisizione dei grandi mezzi di informazione di massa che veicolano il consenso e finiscono per confondere i cittadini». Duro l’attacco nei confronti del governo tecnocratico targato Mario Monti, «che sta seriamente mettendo in discussione la vera essenza di una democrazia rappresentativa».

Terminate le “premesse”, Diliberto ha concentrato l’attenzione sulla campagna elettorale siciliana, «dove si gioca una partita politica nazionale. La Sicilia, si sa, – ha aggiunto – è una terra splendida ma per certi aspetti “bizzarra”, dove le parti si invertono». Il rappresentante del PdCI si sofferma sul diverso equilibro di alleanze, nazionali e regionali: «Nel primo caso, il Pd ha deciso di non allearsi con l’Udc, in Sicilia, invece, sta avvenendo l’opposto». La frecciata successiva non può che essere rivolta a colui che di questo “matrimonio politico” è figlio: «E’ un paradosso che un uomo come Rosario Crocetta – ha sottolineato Diliberto – che ha costruito tutta la sua carriera politica sull’antimafia, nel precedente governo abbia appoggiato il governo Lombardo». Immancabile poi, tornando all’alleanza con l’Udc, il riferimento alla vicenda di Totò Cuffaro «che nelle scorse settimane ho interrogato promuovendolo con trenta e lode. Sì, ma l’ho incontrato a Rebibbia», ha evidenziato il politico in versione professore universitario. Una decisione evidentemente infelice, dunque, per Diliberto, quella di Rosario Crocetta, ex uomo del partito comunista «che per fare carriera, stare in parlamento europeo è bello – ha commentato – ha preferito cambiare casacca e passare al Pd».

Parole dure anche quelle spese per Grillo, che, tuttavia, nei numeri della piazza, in riva allo Stretto è riuscito ad incassare il maggior successo: «Dopo il televisionario (Berlusconi, ndc), è arrivato il comico – ha affermato –. Prima di sparare a zero contro tutti perché non rende pubblico il suo reddito. So che devo stare attento a ciò che dico – ha poi aggiunto Diliberto – ma di fronte ad un pagliaccio miliardario che attraversa lo Stretto a nuoto mi viene da ridere». (E.DEP.)