Risanamento: la Protezione civile dice no allo stato d'emergenza

Risanamento: la Protezione civile dice no allo stato d’emergenza

Rosaria Brancato

Risanamento: la Protezione civile dice no allo stato d’emergenza

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mercoledì 24 Ottobre 2018 - 12:56

Il capo della protezione civile Borrelli ha spiegato al sindaco che non ci sono i presupposti dell'immediatezza ma lo ha invitato a seguire la strada di un tavolo tecnico con il ministero dell'ambiente.

La protezione civile dice no alla dichiarazione dello stato d’emergenza per lo sbaraccamento ma lascia una piccola porta aperta per un tavolo tecnico con il Ministero dell’ambiente per bonificare le aree.

Il no sarà notificato ufficialmente nei prossimi giorni ma nel frattempo dovremo fare i conti con il venir meno di ingenti risorse. Lo stato d’emergenza infatti viene concesso solo quando la situazione è attuale ed urgente, mentre a Messina, in realtà, si sono registrati decenni di inerzia rispetto alla legge ’90, tali appunto da far “saltare” i presupposti per la dichiarazione.

A raccontare come è andata è lo stesso sindaco sulla sua pagina facebook.

“Mi sono presentato stamattina al Dipartimento nazionale di protezione civile in via Ulpiano 11 senza un preventivo appuntamento. I commessi mi hanno detto che non si riceve il pubblico senza appuntamento ed io ho ribadito che ero il Sindaco di Messina e che da troppo tempo attendevo una risposta insistendo ad essere ricevuto.

Dopo 10 minuti mi hanno fatto salire al terzo piano, accompagnato dagli assessori Carlotta Previti e Salvatore MONDELLO, e siamo stati ricevuti dal capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli gran persona perbene ed altamente professionale. Borrelli ha affermato che lo stato di emergenza, ai sensi della normativa vigente, può essere dichiarato al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali, oppure per eventi connessi all'attività dell'uomo, che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con immediatezza di intervento con mezzi e poteri straordinari. Può essere dichiarato anche in caso di calamità naturali o gravi eventi all’estero ma comunque riferibile ad eventi non programmabili. Ciò non significa che non sia stato chiarito come le baracche di Messina non siano una condizione emergenziale ma, per la necessità di risanamento degli ambiti si poteva (e doveva!!!) intervenire con una programmazione ordinaria. Il lassismo e l'inerzia hanno determinato una condizione emergenziale che, a causa delle normative vigenti non può essere trattato come evento emergenziale ma, che in realtà, è una condizione emergenziale non affrontabile dalle normative che disciplinano la protezione civile.
In tale contesto si possono invece ottenere i fondi dal ministero dell’ambiente per il risanamento ambientale cioè circa 50 milioni di euro ma per il resto ci deve pensare il comune e la regione siciliana oppure una legge speciale dello Stato”.

In attesa della notifica ufficiale del no alla dichiatazione dello stato d’emergenza il sindaco ha concordato che sin dalla prossima settimane saranno avviate le procedure per definire presso il ministero dell’ambiente il tavolo tecnico per l’erogazione dei fondi inerenti l’emergenza ambientale.

Il no è un macigno pesantissimo sul piano delle risorse ma De Luca vuol procedere ugualmente con quanto c’è finora a disposizione: “Ancora attendo che la grande politica mi faccia avere notizie. NE PRENDO ATTO E VADO AVANTI PER LA MIA STRADA. MI DISPIACE CHE ABBIAMO QUASI PERSO UN MESE DI TEMPO. ORA PENSIAMO A RECUPERARE ASSEGNANDO I PRIMI 600 ALLOGGI (circa 500 già individuati sul mercato e 100 realizzati nell’ambito del risanamento)”.

Probabile che, come annunciato domenica al comizio, il sindaco decida di piantare una tenda ogni sera in uno dei 7 ambiti per protestare per il mancato arrivo delle risorse necessarie, ma per norma la competenza sullo stato d’emergenza spetta alla Protezione civile che relaziona al Consiglio dei ministri. Su questo no tecnico è quindi pressocchè impossibile cambiare il percorso.

IL VIDEO DEL SINDACO DOPO IL NO DELLA PROTEZIONE CIVILE

Un commento

  1. MessineseAttenta 24 Ottobre 2018 15:40

    Quindi: le case chi le paga? cateno?

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