Dobbiamo ripensare il nostro rapporto con il mare e il territorio

Dobbiamo ripensare il nostro rapporto con il mare e il territorio

F. Cappello

Dobbiamo ripensare il nostro rapporto con il mare e il territorio

mercoledì 18 Aprile 2012 - 22:32

L'architetto Cappello propone alcune riflessione sulle conseguenze dell'erosione nelle nostre coste e avanza alcune ipotesi di semplice attuazione per recuperare un corretto rapporto con il mare e con il territorio, evitando la speculazione.

Desidero esporre alcune riflessioni sullo stato della spiaggia di capo Peloro, praticamente scomparsa, e sulla riviera in generale.
Aldilà delle necessarie analisi scientifiche e delle conseguenti ipotesi d’intervento (l’idea di “risagomare” la battigia con materiale sabbioso proveniente da zone insabbiate é buona, tenendo conto dell’interesse sociale che gravita sull’area, ma rimane pur sempre una tamponatura) credo che emerga, in modo eclatante, la necessità di ripensare il nostro rapporto con il mare. Senza catastrofismi: immaginiamo che erosione potrebbe provocare, ad esempio, il progettato porto turistico a Tono, quando a capo Faro, in assenza di opere rigide sul litorale (uno dei pochi naturali rimasti), decine di metri di spiaggia vengono inghiottiti dal mare che, guarda caso, quest’anno ha prodotto intense e durature mareggiate da Nord – Nordest (diciamo al mare gentilmente, di provocare burrasche da altre direzioni l’anno prossimo?).
Le spiagge dei litorali messinesi, sopratutto quelle della riviera, sono DA SEMPRE soggette ad erosione, poichè i torrenti portano poco materiale (bacini imbriferi ridotti e cementificazione estesa…) e le onde provocano correnti sempre in una direzione, come un nastro trasportatore da Sud a Nord.
Adesso si aggiunge capo Peloro, eroso non dalle onde di scirocco ma da quelle di tramontana.
Riempire, come negli anni 60 e 70, le spiagge di materiale proveniente dai cantieri edilizi è impossibile (operazione ecologicamente e materialmente insostenibile: da quali cantieri si potrebbe prelevare la terra, visto che le colline della riviera sono piene di palazzi?), buttare in mare alcune migliaia di massi anche, poichè mancano i soldi, e comunque dopo alcuni anni richiederebbero altre spese di manutenzione. Non sarebbe l’ora di ripensare il modello d’uso del litorale? Magari proponendo alcuni punti qualificanti, per il breve e lungo periodo:
1 – Rilasciare concessioni per lidi con durata annuale, verificando di volta in volta lo stato delle spiagge. I titolari delle concessioni in caso di “scomparsa” della spiaggia potrebbero far rivalere il diritto di richiedere una concessione alternativa in altra zona (sempre per un anno). Che senso ha rilasciare concessioni “quinquennali”, di sovietica memoria, quando da un anno all’altro la spiaggia potrebbe scomparire? E gli eventuali contenziosi legali?
2 – Stabilire con chiarezza quali sono i tratti di spiaggia balneabili (Pace, Guardia) e quelli destinati alle imbarcazioni. Non si può garantire a tutti il posto barca nella spiaggia sotto casa. Pochi soldi ma spesi bene. Nell’interesse di tutti.
3 – Programmare di conseguenza, sia gli interventi sull’arenile (massicciate, pontili e simili per i tratti con le barche) che quelli sul litorale (parcheggi, viabilità, licenze commerciali, ecc…) in modo da rendere “godibile” la riviera che in estate diventa una babele.
4 – Incentivare una “fruizione innovativa e attrattiva” della riviera, per esempio sfruttando il parcheggio dell’Annunziata Est (sempre libero) abbinandone la sosta ad un servizio di barca che porterebbe per mare i bagnanti (inclusi i croceristi) lasciandoli temporaneamente su una spiaggia, per poi riprenderli ad una determinata ora. Si risparmierebbero così intasamenti nel traffico, stress e inquinamenti inutili. Alla Marina Azzurra, distante un centinaio di metri dal parcheggio, si potrebbe organizzare l’attività.
4a – Abbinare alla sosta un servizio di Bus Navetta che porti i bagnanti in giro per la riviera, o i ragazzi nelle discoteche. Stessa cosa per capo Peloro.
5 – Valorizzare le aree dismesse (Ex – Caruso a Paradiso, Pace, Pista macchinine a Guardia, ecc….) per creare parcheggi, locali pubblici, musei del mare. Non è possibile che su migliaia di preziosissimi e panoramicissimi metri quadri, strappati al mare e che vanno difesi dalle onde, si giochi a calcetto!
6 – Stabilire quali sono i lidi che possono proporre il servizio discoteca notturno (nelle spiagge di Guardia ad esempio) senza disturbo per nessuno. Fino all’alba e con divertimento per i ragazzi! Meglio poche licenze e concentrate in zone adeguate con maggiori libertà, che licenze a tutti con proteste continue.
Arch. F. Cappello

6 commenti

  1. Caro architetto Cappello mi sembra che lei non abbia idea del luogo in cui vive, chi dovrebbe fare queste scelte non ha idea di cosa sia erosione dell’arenile, forse neanche differenza tra tramontana e maestrale o scirocco, porto al Tono?!! ma quando? in un altro pianeta oppure in altra nazione, o meglio regione, forse. Concentrare le discoteche in altri luoghi ,ma quale amministrazione Messinese attuale avrebbe questa lungimiranza e forza decisionale? Concessioni annuali regolamentate?!!! Dov’è il piano spiaggia di questa tanto depauperata città? Giri per la città ,guardi i cittadini,pensi solo alla bolgia infernale dell’ufficio del catasto per entrare nel suo campo e poi si chieda, si potrà mai fare qualcosa d buono a Messina ?!!! a risposta mi sembra molto scontata , ma come si dici ,la speranza è l’ultima a morire!!!

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  2. A VOLER ESSERE OTTIMISTI, SAREBBERO DELLE OTTIME IDEE, MA… COME LA METTIAMO CON LA LUNGAGGINE – ATAVICA – DELLA BUROCRAZIA MESSINESE? I NOSTRI POLITICI, SI SA, NON SONO DEI FULMINI DI GUERRA, SENZA CONTARE: VERDI, NO PONTE, AMBIENTALISTI E TUTTI QUEI SIGNORI CHE DELLE SPIAGGE DI TUTTI NE HANNO FATTO PROPRIETA’ PRIVATA…! SECONDO IL MIO PARERE, A VOLER ESSERE “COSTRUTTIVI”, IL CONCETTO DI EROSIONE ANDREBBE VISTO DAL PUNTO DI VISTA DEL RISANAMENTO CON OPERE NON INVADENTI ED UTILI, COME, AD ESEMPIO, PONTILI D’APPRODO NEI TRATTI PIU’ SENSIBILI (LADDOVE LA PRESENZA DI IMBARCAZIONI DA DIPORTO E DA PESCA POTREBBERO COESISTERE) E CREANDO DELLE BARRIERE COSTTITUE DA POCHE MA MIRATE SCOGLIERE POSIZIONATE DIRETTRICE SE-NW PARTENDO DALLA BATTIGIA, SI DA ELUDERE I MOTI ONDOSI PROVENIENTI DA N-NE. POI, PER DISCOTECHE E TUTTO IL RESTO, C’E’ SEMPRE TEMPO.
    SALUTI, M. INCORVAIA

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  3. L’arch.Cappello come tanti messinesi ha buone idee,quasi delle linee programmatiche di governo del territorio,quasi tutte condivisibili,ma trascura il dopo,cioè le gambe su cui devono camminare.Caro Cappello i problemi arrivono quando dalle idee/linee…si passa alle competenze gestionali in carico ai dipartimenti del Comune,e da queste agli obiettivi di gestione definiti dal dirigente,che li attua con azioni e risorse,quelle umane e finanziarie,che gli mettono a disposizione.A questo punto,caro Cappello,i suoi colleghi dirigenti,nel senso del titolo di ingegnere o architetto,scelgono loro l’obiettivo da realizzare e quarda caso non rispecchia,quasi mai,le priorità che deciderebbero i messinesi.Le faccio un esempio,che forse ha letto in modo dettagliato in altro commento.Un dirigente del Comune ha dato a COTTIMO,per un importo di 145.275 euro,lavori di adeguamento della TOPONOMASTICA nel centro cittadino e nei villaggi suburbani,necessità di cui nessuno si era accorto,in ogni caso certamente non urgente,come la messa in sicurezza e altre opere di urbanizzazione,di cui le scrive.Mi faccia sapere se è daccordo con me,che all’adeguamento della toponomastica ci potevano pensare benissimo i dipartimenti tecnici interessati,per esempio con un contratto in amministrazione.Concludevo che era un modo per guadagnarsi i picciuli per il raggiungimento dello scibile obiettivi di palazzo Zanca.

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  4. Tutte ottime idee che troverebbero terreno fertile se solo vivessimo in un paese civile.

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  5. L’erosione è ciclica, non occorre fare niente il mare per fortuna non può essere regolamentato. Gli anziani di Torre Faro lo sanno la spiaggia tornerà perchè la natura farà il suo corso. Comunque alcune idee esposte sono valide ma, per favore, state solo a guardare lo Stretto si salva perchè non ci si può costruire sopra.

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  6. liliana parisi 19 Aprile 2012 12:50

    Poichè mi interessa la Toponomastica cittadina,vorrei sapere qualcosa di più circa questo adeguamento(nella speranza che non vengano fatti danni)

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